Durante questa estate si è spesso letto e sentito di ragazzi e ragazze, anche piuttosto giovani, intossicati dall’alcol. A quanto pare la moda dei pomeriggi e delle nottate lungo le spiagge, o nelle città meno vuote del solito, era quella di stordirsi, fino a stare male, con una droga a buon mercato quale è l’alcol. I ragazzi sembrano ignorarlo, ma l’overdose da etanolo può anche portare alla morte. Quali i sintomi? Profondo stato di incoscienza, arrossamento cutaneo, vasodilatazione e ipotermia, brachicardia, ipotensione arteriosa e depressione respiratoria. Il blocco della respirazione con l’eventuale blocco cardiaco, è quasi inutile che ve lo dica, porta alla morte. Più è tempestivo l’intervento dei medici e più alta è la probabilità di uscire da questa spirale mortale. Ma non sempre chi è con voi è in grado, ubriaco com’è, di rendersi conto della situazione. Come è successo ad una ragazza di 15 anni su una spiaggia vicino a Porto Cesareo, che deve la vita all’intervento di un bagnino volontario e autista del 118, che si era accorto che qualcosa non andava in quella giovane distesa sulla sabbia e i cui compagni, sbronzi guasti, non la degnavano di uno sguardo.
Queste sbronze colossali avvengono, nella maggioranza dei casi, quando si è in gruppo. Il gruppo, sottolinea lo psicologo Alessandro Padovani, può togliere, anche a ragazzi con la testa sulle spalle, ogni capacità critica e senso della realtà. “Quel che conta – cito le sue parole – è aderire a ciò che il gruppo sollecita. Non importa se questo comporta sofferenza e disagio. Non sentirsi omologati sarebbe motlo doloroso, non corrispondere alle esigenze del gruppo infinitamente più penoso“.
Ricordate il proverbio”Chi va con lo zoppo impara a zoppicare“?
Certo che l’amicizia non si può comandare, ma gli amici si possono scegliere. In un certo senso bisogna essere esigenti nella scelta degli amici, non accontentarsi, ma puntare in alto. Cosa intendo dire? Voglio dire che il vero amico vuole il tuo bene, non ti mette in difficoltà, non ti ricatta (se non fai questo, allora non sei più mio amico!).
Nel libro del Siracide (è un libro dell’Antico Testamento) è scritto:
“Un amico fedele è una protezione potente, chi lo trova, trova un tesoro. Per un amico fedele non c’è prezzo, non c’è peso per il suo valore. Un amico fedele è un balsamo di vita, lo troveranno quanti temono il Signore. Chi teme il Signore è costante nella sua amicizia, perchè come uno è, così sarà il suo amico“. (Sir 6,14-17)
Un gruppo di amici veri, allora, è una grande conquista e una benedizione, perchè insieme non si fanno solo cretinate. Ricordate quel gruppo che condivise una esperienza di amicizia con un certo Gesù? Certo, uno di loro non si rivelò poi come un vero amico, ma tutti gli altri, da anonimi pescatori, cambiavalute o artigiani che erano, diedero l’avvio ad una grande avventura che è quella del cristianesimo. Però il leader del gruppo era Gesù, non un bulletto superficiale, arrogante ed egoista.
Meditate gente, meditate!