10 regole per essere felici
Ecco a voi un video segnalato da Sara e Cristina della 3^E.
Ecco a voi un video segnalato da Sara e Cristina della 3^E.
Così ha detto papa Benedetto XVI ai giovani cecoslovacchi, incontrati durante il viaggio compiuto in questi giorni nella Repubblica Ceca.
Ho pensato allora a voi, ragazzi di terza media, che state affrontando il discorso sulla felicità. Vi riporto alcune delle sue parole:
“Cari amici, non è difficile constatare che in ogni giovane c’è un’aspirazione alla felicità, talvolta mescolata ad un senso di inquietitudine; un’aspirazione che spesso però l’attuale società dei consumi sfrutta in modo falso ed alienante. Occorre invece valutare seriamente l’anelito alla felicità che esige una risposta vera ed esaustiva. Nella vostra età infatti si compiono le prime grandi scelte, capaci di orientare la vita verso il bene o verso il male. Purtroppo non sono pochi i vostri coetanei che si lasciano attrarre da illusori miraggi di paradisi artificiali per trovarsi poi in una triste solitudine, Ci sono però anche tanti ragazzi e ragazze che vogliono trasformare la dottrina nell’azione per dare un senso pieno alla loro vita. Vi invito tutti a guardare all’esperienza di sant’Agostino, il quale diceva che il cuore di ogni persona è inquieto fino a quando non trova ciò che veramente cerca. Ed egli scoprì che solo Gesù Cristo era la risposta soddisfacente al desiderio, suo e di ogni uomo, di una vita felice, piena di significato e di valore.”.
Lo squash non è uno sport molto conosciuto in Italia.
Si gioca con una racchetta un po’ più piccola e leggera di quella da tennis. I due avversari colpiscono a turno la palla indirizzandola verso una parete: guadagna il punto chi lancia una palla che viene fatta rimbalzare a terra più di una volta, prima di essere colpita dall’avversario, oppure quando l’avversario stesso viene colpito dalla pallina, o manda la sua palla fuori dai limiti di campo.
La storia che vi voglio raccontare e che ho letto su Popotus riguarda questo sport e una ragazza pakistana di nome Maria. Questa ragazza diciottenne oggi è la più brava giocatrice di squash del Pakistan e nelle classifiche mondiali è al novantunesimo posto.
Brava, direte voi, ma perchè riportare questa notizia?
Perchè Maria è dovuta fuggire con la sua famiglia da un villaggio del Sud Waziristan per poter praticare questo sport. Questa provincia del Pakistan vede infatti una presenza molto forte dei talebani, un gruppo politico religioso che, con la scusa di richiamarsi ai precetti dell’Islam, impedisce alle bambine di andare a scuola e di praticare sport. Per questo motivo qualche anno fa il padre di Maria, riconoscendo il grande talento della figlia per lo squash, lasciò la regione e si trasferì a Peshawar, più a nord.
Mi piace concludere questo post con quando dichiarato dal papà di questa giovane campionessa: “Se i gruppi tribali prendessero in mano una racchetta invece che un fucile, ci sarebbe la pace“.
Se non sbaglio, una canzone degli anni Sessanta diceva: “Mettete dei fiori nei vostri cannoni”. Verrà il giorno, come diceva il profeta Isaia, che le spade verranno finalmente forgiate in aratri e le lance in falci? O a dirla come il padre di Maria, che i fucili diventeranno racchette per lo squash?!!!
Dobbiamo evitare di cadere nella trappola di una società che ci vuole tutti belli, perfetti, abbronzati, muscolosi, giovani e vincenti. La realtà non è quella delle veline o dei tronisti. A inseguire quei modelli si finisce di perdere di vista ciò che conta veramente.
Avete sentito che sta crescendo il numero delle ragazze che si rivolgono al chirurgo estetico? Ci vanno non per risolvere problemi medici, ma per cambiare parti del loro corpo che pensano siano poco corrispondenti all’ideale di bellezza che vedono intorno a loro.
Pensate poi che nella nostra società così ricca, dove, grazie a Dio, non si muore di fame, c’è chi invece si priva del cibo con l’idea di essere più bello e interessante. Perchè, a quanto pare, essere un po’ in carne non è di moda. Che c’entra, l’obesità è un problema (sembra essere un problema di molti bambini, ipernutriti e poco attivi perchè sempre davanti alla televisione o al computer), ma non si può di testa propria imporsi regimi alimentari del tutto sbagliati e folli.
Come direbbe Mafalda
Accettiamoci per ciò che siamo.
Abbiamo sì cura del nostro corpo, ma non facciamolo diventare un idolo, e soprattutto non costringiamolo a subire rinunce che sono tutt’altro che salutari.
La normalità non è essere tutti belli, abbronzati, muscolosi, senza il più piccolo difetto fisico, perfetti, insomma.
L’essere poi vincenti a tutti costi, apre le porte all’inganno, alle falsità. Non si può vincere sempre, non si può sempre essere i primi. I fallimenti fanno parte del gioco, sugli errori possiamo imparare molto, purchè diventino per noi occasioni per migliorare.
Cerchiamone un’altra di perfezione, quella cioè che raccomandava Gesù: “siate perfetti come il Padre vostro celeste“.
Allora sì che riusciremo a guardarci con occhi diversi, rideremo delle nostre piccole imperfezioni e cercheremo di dare il meglio di noi stessi, nel rispetto della Verità.
Come sarebbe stata la storia dell’Europa se i Franchi non avessero fermato i Mori provenienti dalla Spagna? Sicuramente avrebbe preso un altro corso, o forse no.
Possiamo con la fantasia fare mille congetture, ma quel che è certo è che le cose andarono in un certo modo e che quel Carlo Martello, vincitore a Poitiers, ebbe così l’opportunità di gettare le basi di un ambizioso futuro imperiale, portato a compimento dal nipote Carlo Magno.
Come sarebbe stata la storia dell’Europa se non ci fossero stati san Benedetto e il Monachesimo?
Il monachesimo, nelle sue diverse componenti, ha avuto un ruolo importante nella costruzione dell’Europa. I monaci benedettini, gli irlandesi, i bizantini, hanno influenzato il pensiero, l’arte, le scienze. Dalle città medievali ispirate alla struttura dei monasteri, all’essere punto di riferimento culturale nella teologia, le lettere, la farmacologia, la psicologia, la filosofia, ecc.
Ecco perchè San Benedetto è stato scelto come patrono d’Europa.
La sua Regola ha influito su quei valori, sulle istituzioni, sulla concezione del tempo, dello spazio, della persona, del lavoro, che sono patrimonio della cultura europea.
Il tempo, ad esempio, con le ore scandite dalle diverse attività, venne sottratto ad ogni concezione fatalistica, e diventò come un bene da mettere a profitto. Da qui anche la concezione che avrà più ripercussioni nella storia dell’Europa, quella cioè di un lavoro serio, impegnato, produttivo, inventivo nelle tecniche.
I monaci impararono ed insegnarono il progresso di tecniche e di mestieri, a cominciare da quelli dell’arte. Nacquero nuove pitture e nuovi mosaici, realizzati con tecniche così raffinate che ancora ne stiamo studiando i segreti. Nacquero i pentagrammi e le note musicali, le melodie di nuovi strumenti. Nacquero le biblioteche e le università, supportate dal meticoloso lavoro nello scriptorium, dove gli amanuensi copiavano le opere dei classici e dei filosofi antichi, opere che così sono giunte fino a noi inalterate, assieme a tutte quelle composte nelle epoche successive.
Grazie ai monaci nacque la cartografia, la botanica come scienza, lo studio delle erbe medicamentose e la lavorazione di prodotti farmaceutici. E poiché i monasteri erano aperti anche alla cura dei malati, nacquero infermerie ed ospedali, attorno ai quali progredì e si trasmise la scienza medica. Anche la chimica mosse i primi passi grazie alla sapienza e alla laboriosità dei monaci.
Se tutto questo non bastasse, dalla regola di Benedetto si ricava anche l’idea che il lavoro non è l’unico scopo della vita dell’uomo, ma che sono importanti lo svago e il riposo, perchè il tempo è dono di Dio e non va sfruttato in maniera selvaggia, solo per fini economici.
Se non ci fossero stati Benedetto e il Monachesimo, la storia dell’Europa sarebbe stata senz’altro diversa.
Parlare di radici cristiane dell’Europa non è quindi qualcosa di azzardato, senza con questo dimenticare l’eredità greca e romana, quella ebraica e di tutti i popoli che nel corso dei secoli l’hanno attraversata in lungo e in largo.
Con i ragazzi delle seconde abbiamo incominciato ad affrontare proprio il tema delle radici cristiane dell’Europa, e mi auguro di poter inserire nel blog il frutto delle loro fatiche.
Il collega Luca, autore del sito www.religione20.net, utilizzando un’applicazione che si trova in Internet, ha realizzato questa immagine animata, partendo da una elaborazione al computer del volto della Sindone. Che ne pensate?
L’acqua è un bene che si va facendo sempre più prezioso. E’ un diritto che non va negato a nessuno. Pensate invece che
· Il 16% della popolazione mondiale, circa 1 miliardo di persone non dispone di acqua potabile.
· 28 miliardi di dollari il volume d’affari per le acque minerali gestito
dalle più grosse multinazionali.
· 10 milioni di persone muoiono ogni anno per l’utilizzo di acqua non potabile
· Ogni anno consumiamo 1.200 metri cubi d’acqua pro-capite.
Di fronte ai dati allarmanti sullo stato delle risorse idriche del pianeta, la maggior parte degli esperti hanno dichiarato che «le guerre del ventunesimo secolo scoppieranno a causa delle dispute sull’accesso all’acqua».
Noi, uomini e donne di questo secolo, dobbiamo imparare ad essere custodi migliori di questa terra. La giustizia, il rispetto della dignità di ogni essere umano sono la premessa alla stessa cura dell’ambiente, perchè, finchè prevarranno la prepotenza, l’indifferenza, il proprio tornaconto, nessun intervento sarà mai risolutivo.
Proviamo a riscoprire l’importanza che viene riconosciuta all’acqua nelle diverse religioni. Ricordate i bagni purificatori nel Gange? E il battesimo, non vi dice niente? Molti luoghi sacri sono vicino a sorgenti. Pensate anche a Lourdes e all’acqua in cui i malati vengono immersi.
L’acqua è segno di purificazione, di vita nuova, richiama il legame con il sacro.
Se l’uomo dimentica Dio, rischia di ridurre la natura, la vita stessa ad oggetto.
Certamente non voglio imporre questo mio modo di pensare a nessuno, e non mi si attribuisca neanche un’ intenzione di critica verso chi non ha come punto di riferimento della sua vita Dio.
Credo che ciò che conti è farsi guidare dal desiderio di Bene (per se stessi e gli altri), riconoscere e difendere la sacralità della vita. Essere atei non credo proprio che significhi non aver rispetto per la vita, o disprezzare chi in Dio invece ci crede.
Concludo questo mio intervento, proponendovi una presentazione sul valore e il significato dell’acqua nella Bibbia. Le notizie riportate sono state tratte da un volumetto pubblicato diverso tempo fa dalla Elledici (Alla scoperta dei segni religiosi) e da Internet.
Cliccate suull’immagine per aprire la presentazione che è in flash.
Oggi a mezzogiorno ci siamo fermati. Al suono delle campane della vicina chiesa di Sant’Agostino, interrotta la lezione e tutti in piedi, ci siamo raccolti in silenzio a ricordare i nostri soldati uccisi a Kabul. E’ stato un momento molto intenso.
Non lascio commenti, ma solo alcune immagini ed una preghiera di Madre Teresa.
Conducimi dalla morte alla vita,
dalla menzogna alla verità.
Conducimi dalla disperazione alla speranza,
dalla paura alla verità.
Conducimi dall’odio all’amore,
dalla guerra alla pace.
Fa’ sì che la pace riempia i nostri cuori,
il nostro mondo, il nostro universo.
Pace, Pace, Pace.
“Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,
ma non avessi la carità,
sarei un bronzo risonante o un cembalo squillante.
Se avessi il dono della profezia
e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza
e avessi tutta la fede in modo da spostare le montagne,
ma non avessi la carità,
non sarei nulla.
Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri,
se dessi il mio corpo per essere arso,
e non avessi la carità,
non mi gioverebbe a nulla.
La carità è paziente,
è benigna la carità;
la carità non invidia, non si vanta,
non si gonfia, non manca di rispetto,
non cerca il proprio interesse, non si adira,
non tiene conto del male ricevuto,
ma si compiace della verità;
tutto tollera, tutto crede,
tutto spera, tutto sopporta.
La carità non verrà mai meno.
Le profezie scompariranno;
il dono delle lingue cesserà, la scienza svanirà;
conosciamo infatti imperfettamente,
e imperfettamente profetizziamo;
ma quando verrà la perfezione, sparirà ciò che è imperfetto.
Quando ero bambino, parlavo da bambino,
pensavo da bambino, ragionavo da bambino.
Da quando sono diventato uomo,
ho smesso le cose da bambino.
Adesso vediamo come in uno specchio, in modo oscuro;
ma allora vedremo faccia a faccia.
Ora conosco in parte, ma allora conoscerò perfettamente,
come perfettamente sono conosciuto.
Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità;
ma la più grande di esse è la carità”.
Bello, vero, questo testo? L’ha scritto San Paolo: si trova nella I° lettera ai Corinzi, al capitolo 13.
L’inno alla carità, così è comunemente conosciuto questo brano, ha ispirato anche una canzone di un cantante italiano, che vi faccio ascoltare e vedere, grazie ad un video trovato in Internet.
Troppo spesso ce ne dimentichiamo, ma la Terra è un bene che non ci appartiene, tanto da farne quello che ci pare. Il mondo, dice la Bibbia, ci è stato donato per la nostra esistenza. Nella Genesi leggiamo infatti che Dio disse ad Adamo di dare nome a tutte le cose, perchè egli era la creatura a cui ogni essere della Terra era stato destinato. Un cristiano poco attento alla Natura è una contraddizione, perchè inquinando e distruggendo il Mondo, distrugge ciò che Dio ha donato ad ognuno di noi. Dovremmo invece avere a cuore la custodia del Creato, perchè così facendo rendiamo lode al Signore e ci proteggiamo dall’autodistruzione. “Quando l’ecologia umana è rispettata dentro la società, anche l’ecologia ambientale ne trae beneficio“. Sono queste le parole che il Papa ha pronunciato in una delle catechesi del mercoledì, per evidenziare il nesso che c’è tra la salvaguardia della Terra e la responsabilità che ognuno di noi deve sentire verso l’intera umanità, in particolare i poveri e le generazioni future. Se non c’è giustizia, non può esserci neanche rispetto per la Natura. “Se viene meno il rapporto della creatura umana con il Creatore, la materia – sono sempre parole del Papa – è ridotta a possesso egoistico, (…) e lo scopo dell’esistenza si riduce ad essere un’affannata corsa a possedere il più possibile“. Per il Papa, insomma, “l’uso sconsiderato della creazione inizia laddove Dio è negato“.
L’inquinamento del cuore (vi ricordate? ne ho parlato più volte) diventa allora anche inquinamento dell’ambiente.
“Laudato si’, mi’ Signore, cum tucte le tue creature“, così ebbe a dire San Francesco, sofferente e ormai prossimo alla morte. Da lui, che ammansì il feroce lupo di Gubbio e che parlava agli uccelli, abbiamo tanto da imparare sul giusto atteggiamento di fronte alla Natura.
Tema Seamless Keith, sviluppato da Altervista
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