Fidati di me

Lo scorso sabato, con i ragazzi del catechismo, ci siamo recati dalle Clarisse di Camerino per prepararci all’evento della canonizzazione della Beata Camilla Battista, che avverrà il prossimo 17 ottobre.
Una sorella clarissa ci ha illustrato la vita della santa, di cui ho avuto modo di parlarvi un po’ di tempo fa.
Nulla di eccezionale nella fanciulla Camilla, se non la fortuna di essere accolta,  anche se figlia illegittima, dal padre, il duca Cesaro Varano, nella vita di corte. La decisione di farsi suora andrà maturando in questa giovane tra feste e balli, tra resistenze alla volontà di Dio fino alla “capitolazione”. Solo nel sì a Gesù, Camilla troverà il senso della sua vita, la gioia vera. Questo arrendersi al progetto di Dio ci è stato descritto, data l’età dell’uditorio,  con l’immagine di Aladin che cerca di convincere la principessa Jasmine a lasciare la sua reggia, per un viaggio sul suo tappeto volante. “Fidati di me” è quanto dice Aladin.
“Fidati di me” è quello che Dio chiese a Camilla; è quello che Dio chiede ad ognuno di noi.

Creare esercizi con Educaplay

Ho scoperto Educaplay. Si tratta di un portale per la creazione di attività educative.Le attività create vengono essere inserite nello spazio che Educaplay mette a disposizione, ma possono anche essere inserite nel proprio blog, o pagina web. Le attività che si possono creare sono diverse, vanno dai cruciverba alle corrispondenze, oppure la ricerca di parole, con molto altro ancora. Peccato che la lingua italiana non sia contemplata.
Ah, dimenticavo. E’ necessaria la registrazione, che è gratuita.Vi faccio vedere cosa ho realizzato. Bisogna riconoscere gli elementi che appartengono alla diverse confessioni cristiane in modo da inserirli nel gruppo giusto.

I cristiani vivono con gioia

« Il cristianesimo è l’esperienza di donne e di uomini che amano la vita, che vivono con gioia la loro esperienza familiare e sociale; le relazioni con gli amici e con i vicini di casa; la politica e la professione; che sanno apprezzare l’umanità in tutte le sue dimensioni: affetti, responsabilità, fatica, amore; che sanno dare un senso alle esperienze difficili che segnano l’esistenza di tutti: la malattia, il dolore, il limite, la solitudine, la morte » . 
Paola Bignardi, pedagogista

Non ci credo

Il piano di Dio è misterioso, ma la sua volontà di salvare tutti è certa. Per lo meno per chi ci crede.
Una vignetta per sorridere.

Non ci credo


Tagxedo

Segnalato da maestro Alberto, vi presentoTagxedo, una applicazione web che permette di creare tag cloud artistiche completamente personalizzate. Si può caricare un file di testo, inserire un’URL di un sito web oppure digitare o incollare una scritta per procedere alla creazione attraverso un comodo editor visuale.
Si può cambiare il tema, i colori del testo, il tipo di font, la direzione delle etichette, il layout con un semplice click del mouse e in tempo reale. Maggiori saranno le occorrenze delle parole più grandi saranno le etichette.
Allo stesso modo si può cambiare la forma della tag claud, aggiungere un colore di background, modificare le dimensioni, eliminare le parole indesiderate.
Concluso il semplice processo di creazione la nuvola di parole calde può essere salvata come immagine JPEG o PNG ad alta risoluzione.
Tagxedo offre la possibilità di caricare un’immagine da usare come forma per le proprie tag cloud.

Tagxedo è uno strumento gratuito che non richiede registrazione.
Vi faccio vedere la tagcloud che ho preparato con i numeri del Catechismo della Chiesa Cattolica che parlano della risurrezione di Gesù.

I racconti della creazione

Tradizioni Jahvista e Sacerdotale, Che saranno mai? Ci si riferisce ai racconti della creazione in Genesi. Per approfondire il discorso, vi rimando a quanto ha riportato l’amico Loris, anche lui insegnante di religione nella scuola media, nel suo blog.
Cliccate sull’immagine.

Chagall – Creazione

Il seder pasquale

Ecco la seconda parte dell’articolo pubblicato su Popotus allegato ad Avvenire del 1° aprile. Troverete la descrizione del seder pasquale, cioè del rito che accompagna la pasqua celebrata dagli ebrei.

Ben 14 portate, anzi per la precisione si tratta di 14 riti. Così si compone il “seder”, che significa “ordine”, ovvero la cena tradizionale della Pasqua ebraica: una cerimonia complessa e ricca di simbologie che ancora oggi  milioni di ebrei celebrano in tutto il mondo ogni primo sabato di primavera ricordando l’Esodo. Si comincia con la benedizione di una coppa di vino, che poi si beve appoggiando il gomito sinistro su un cuscino di seta. Segue la prima lavanda delle mani. Poi si mangia una foglia di sedano intinta nell’aceto (segno amaro della schiavitù in Egitto) e si spezza il primo pane azzimo, metà del quale viene però nascosto sotto la tovaglia o in altro luogo.
Il quinto gesto consiste nella lettura del lungo racconto pasquale, l'”haggadah”, fatta come un dialogo tra un padre e il figlio che gli domanda informazioni su che cosa avvenne davvero nella notte del passaggio del Mar Rosso. Quindi si procede con la benedizione di un altro calice di vino, una nuona lavanda delle mani e la divisione del secondo pane azzimo; dopo di che si mangia insalata amara condita con il “charoset” un composto denso di mele, frutta secca e vino che, avederlo, sembra la malta dei mattoni: anche questo indica i lavori forzati cui gli ebrei furono costretti dal faraone. Ancora si spezza poi un pane azzimo, il terzo, e lo si mangia. Ma finalmente siamo arrivati al momento più noto della cena ebraica: quello dell’agnello arrostito, che si gusta preceduto da un antipasto composto di uova e altri cibi.

L’undicesimo rito prevede la continuazione libera del pasto; è il momento in cui si libera la gioia, espressa anche da una specie di “caccia al tesoro” nella quale i bambini presenti si sfidano a trovare il mezzo pane azzimo precedentemente nascosto. Lavate per la terza volta le mani, segue quindi la benedizione e il brindisi con la terza coppa di vino, la più importante del rito perchè si tratta del “calice del memoriale” ed infatti viene decorato con fiori. subito dopo si recita l'”hallel”, ovvero il ringraziamento per la liberazione dalla schiavitù contenuto nei salmi dal 114 al 118. Quindi è la volta della quarta e ultima coppa di vino: mentre si beve, si apre la porta della casa per permettere simbolicamente di entrare al profeta Elia, considerato dagli ebrei il precursore del Messia che ancora attendono. Il banchetto si chiude infine intorno alla mezzanotte con preghiere e canti sacri ma anche con canzoni tradizionali.
L’ultimo ringraziamento dice:
“Anche se la nostra bocca fosse ripiena di inni come il mare, anche se le nostre labbra fossero colme di lodi quanto è grande il cielo, o Signore nostro Dio, non potremmo mai ringraziarti abbastanza e benedire il tuo nome anche per una soltanto dei miliardi di meraviglie che hai compiuto per noi e per i nostri antenati”.

Vi lascio, dal Principe d’Egitto, la ricostruzione della liberazione dalla schiavitù d’Egitto.

L’ultima cena che fu la prima

Propongo agli alunni delle classi prime alcuni approfondimenti per il loro lavoro di ricostruzione degli eventi relativi alla passione, morte e risurrezione di Gesù.
Durante il periodo pasquale su Popotus ho trovato un articolo interessante sulla Cena Pasquale. Ve lo propongo in due parti: questa è la prima.

E’ la Cena più famosa della storia, possibile che non se ne possa conoscerne il menu? Decine di esperti hanno indagato sull’Ultima Cena, per cercare di capire che cosa sia successo in quell’occasione festosa (si commemorava la Pasqua ebraica) e drammatica insieme, vista la vicinanza con la Passione. Di sicuro Gesù non compì solo un rito simbolico ma un pranzo vero e proprio con i suoi apostoli, lo dicono i Vangeli stessi: «Mentre mangiavano, prese il pane…»; e poi ancora: «Dopo aver cenato, prese il calice…». Lo conferma indirettamente anche il fatto che il Messia indicò Giuda il traditore come «colui che ha intinto il boccone nel piatto con me»: segno che sul tavolo c’erano (del resto secondo l’uso dell’epoca) vassoi comuni nei quali si trovava una pietanza, forse le erbe amare della cena di Pasqua. Però Gesù usa gli stessi gesti e i cibi tradizionali della sua religione d’origine (il pane, il vino…) cambiando il loro significato in un modo straordinario e non concepibile per un ebreo: «Questo pane, questo vino – dice appunto – sono il mio corpo e il mio sangue…». Egli collega così il rito che ricordava l’uscita del suo popolo dall’Egitto con l’esperienza tragica che lui stesso subirà di lì a poco: si tratta di due «liberazioni» storiche e divine insieme, simili ma nel medesimo tempo diversissime.
L’Ultima Cena è diventata anche la Prima.
FONTE: Popotus

Alla scoperta di alcuni luoghi della fede

A partire da domani sera, in seconda serata, Canale 5 trasmetterà una serie di reportage su alcuni importanti luoghi della fede. Si parte con L’Arca perduta, per raccontare la storia della più leggendaria e controversia reliquia, l’Arca dell’Alleanza, che la Bibbia descrive come una cassa di legno rivestita d’oro e riccamente decorata. Dio ordinò a Mosè di costruirla perchè fosse un segno della sua presenza in mezzo al popolo. Scomparsa più di tremila anni fa, è forse custodita nella Chiesa di Santa Maria di Sion, ad Axum, in Etiopia.
Ho avuto già modo di parlarne e per questo, cliccando qui, potete leggere cosa avevo scritto.
Il secondo reportage sarà dedicato all’apostolo Giacomo e a Santiago de Campostela. Ho già scritto del lungo percorso che i pellegrini, fin dal Medioevo, intraprendono attraverso la Francia e la Spagna per giungere al santuario di Santoago, presso cui il discepolo sarebbe sepolto.
A chiudere il ciclo sarà Le case di Maria, lo speciale dedicato alla figura della Vergine, a partire dallo straordinario ritrovamento della sua casa terrena ad Efeso.
Vi ricordate? abbiamo detto che il pellegrinaggio è la ricerca di una risposta alla domanda di senso che accompagna ogni creatura umana. Attraverso questi speciali televisivi, comodamente seduti a casa, potremo “assaggiare” questo viaggio dell’uomo alla ricerca del volto di Dio.
Peccato che, come al solito, le trasmissioni più belle siano relegate alla seconda serata. Non ci resta che il videoregistratore!