La ragazza con il palloncino

Una toccante animazione realizzata da Banksy, famoso street artist, a sostegno di tutte le vittime del conflitto in Siria.

La «ragazza con il palloncino» di Banksy: una toccante animazione realizzata dal famoso street artist a sostegno di tutte le vittime del conflitto in Siria.

Pubblicato da RestaurArs su Giovedì 19 novembre 2015

Il campo di Auschwitz visto da un drone

Un video realizzato con un drone per la BBC mostra il campo di concentramento Auschwitz-Birkenau visto dall’alto. Sono passati 70 anni da quando venne liberato dalle truppe sovietiche. Il campo costruito in Polonia è dal 1979 patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Auschwitz fu il più grande campo di concentramento costruito dai tedeschi nella seconda guerra mondiale. Durante la sua attività, dal 1940 al 1945, più di un milione di persone (di cui la maggior parte ebrei) morirono al suo interno.

Giorno della Memoria: risorse didattiche

Dalla De Agostini Scuola 15 risorse didattiche per affrontare e discutere in classe alcuni aspetti della Shoah.
Cliccare qui.

 

 

I bulli non sanno litigare

Dalla lettura del racconto della torre di Babele abbiamo colto l’aspetto inquietante del progetto di quel popolo. Come anche la canzone di Bennato “La torre di Babele” bene evidenziava, l’obiettivo di quella gente non era l’unità, ma il dominio del mondo. La semplificazione violenta che ha accompagnato e accompagna quelle ideologie che pretendono l’uniformità di pensiero, di religione, di lingua (pensiamo non solo all’Isis dei giorni nostri, ma anche alle pretese dei tanti che nelle storia hanno voluto imporre un’ idea di popolo e nazione non inclusiva, ma che discriminava, escludeva, perseguitava il “diverso”), qualche volta, in forme ovviamente meno invasive e violente (ma non per questo meno pericolose), la viviamo all’interno dei nostri gruppi. Il paragone può sembrare forzato, ma è che alcune dinamiche che caratterizzano le ideologie “aggressive” sono molto simili a quelle che possiamo vivere nella realtà di tutti i giorni. Insomma, per farla breve e senza alcuna pretesa di scientificità, il bullismo può spiegare anche alcune pagine dei nostri libri di Storia.

Non prendetemi per folle, ma la provocazione che è alla base di queste mie osservazioni, ha l’obiettivo di ragionare sul fatto che l’essere umano potrebbe riproporre nelle scelte di portata nazionale o internazionale quello che vive nella quotidianità. Una persona equilibrata, serena nei rapporti con se stessa e con gli altri, libera da pregiudizi e condizionamenti, penso che si porrà di fronte alla vita e ai problemi che essa pone, in modo altrettanto equilibrato, sereno e libero.
Abbandoniamo le teorizzazioni più o meno fantasiose e torniamo alla vita quotidiana.
Quali sono, allora, le dinamiche che mette in atto il bullo? 
Vi propongo un articolo riportato da una rivista (Conflitti) di un esperto di bullismo, seguito da alcune domande che ci aiutano a ragionare su quali dovrebbero essere le caratteristiche di un gruppo che diventa risorsa per combattere il bullismo.
Mi piacerebbe che dal confronto che ne seguirà riuscissimo a cogliere quanto abbiamo bisogno di riscoprire un’idea di gruppo/comunità come occasione per crescere in umanità, e non come luogo dell’esclusione, della chiusura, degli interessi egoistici. 

Vocazione e progetto di vita

Etty Hillesum scriveva: «La vita è difficile ma non è grave: dobbiamo cominciare a prendere sul serio il nostro lato serio, il resto verrà da sé» (Diario, 1940-1943 p.127).
Ci siamo chiesti cosa volesse dire e tutti abbiamo concordato nel sostenere – riprendendo le parole di Pier Giorgio Frassati – che «non dobbiamo vivacchiare, ma vivere».
Che differenza tra questi personaggi e il “terrorista piccolo piccolo” dell’articolo di Gramellini!
Una vita “contro”, quella di  chi sceglie la violenza e la morte, una vita “con” quella di Pier Giorgio e di Etty.
Un altro aspetto che ci ha colpito dei due personaggi che ho proposto è stato la loro capacità di amare.
Etty scriveva che «Una pace futura potrà essere veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso; se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo; se avrà superato quest’odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore, se non è chiedere troppo. E’ l’unica soluzione possibile. E’ quel pezzettino d’eternità che ci portiamo dentro».
Pier Giorgio vive la sua vita nell’amore verso Dio e per i poveri, cui dona tutto se stesso.
Cos’è allora che ci rende veramente umani? E’ proprio questa capacità di amore.
Dice papa Francesco:
«Amare il prossimo facendoci noi stessi prossimo è ciò che ci costituisce come persone. Riconoscere l’altro come nostro simile non ci ‘dà’ nulla, ma ci rende esseri umani. Soltanto così potremo essere una vera comunità di uomini e non un’orda di bestie» (dal libro “E’ l’amore che apre gli occhi”, Rizzoli).
Si potrebbe allora dire che il progetto di vita che abbiamo da realizzare sia proprio questo: amare.
L’amore è vittoria sull’egoismo, è, come leggiamo nel nostro libro di testo, il progetto di vita che ci fa conoscere la verità e rende liberi.
Vi propongo una scheda su cui lavorare. A scuola avremo modo di confrontarci.
Buon lavoro!

L’attesa messianica

Una presentazione in ppt per comprendere quali erano le caratteristiche del messia atteso ai tempi di Gesù. Ragazzi di prima, adesso tocca a voi: raccogliete informazioni per condividerle a scuola.

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Ludus: l’app per imparare il latino

L’ho scoperta qualche giorno fa e vi assicuro che è divertente e istruttiva. Mi riferisco a Ludus, una app per smartphone e tablet che trasforma l’analisi logica, che è alla base di ogni traduzione, in un videogioco.
L’ideatore è Gianluca Sinibaldi, un ex studente liceale che con le versioni di latino non era mai andato molto d’accordo.
L’app, disponibile per Android e iPhone, è completamente gratuita e senza pubblicità, e se sbagliamo l’esercizio non c’è da preoccuparsi perché appare il consiglio per correggerlo.
Perché non mettersi in gioco, allora?