La Bibbia e la luna

Articolo ripreso da Popotus del 16 giugno 2016.
Un occasione per ritornare a vedere il mondo con la meraviglia dei nostri antenati e con gli occhi di chi sa guardare oltre.

«Ormai lo sappiamo da tempo: la Bibbia non è un libro di astronomia e non può essere usata per creare una mappa dell’universo, come avveniva in passato. Eppure le Scritture possono essere ancora oggi una valida bussola per orientarsi davanti all’infinito dello spazio che circonda il nostro piccolo pianeta.
È noto che secondo gli autori biblici la Terra sta al centro di tutto, anche se in realtà questa centralità è un modo concreto per far capire che l’uomo ha una responsabilità enorme nei confronti di tutto il creato. Ma chi ha scritto i libri biblici alzava spesso gli occhi al cielo e guardava con stupore alla luna, il più vicino di quelli che genericamente erano considerati come «astri», stelle.
Molto spesso, infatti, la luna viene citata insieme alle stelle, come quando il libro del Deuteronomio ricorda che non ci si deve inginocchiare davanti ai corpi celesti, perché sono parte del Creato e non divinità da adorare. E i libri sapienziali come i Salmi o Siracide non di rado accostano la luna al sole, sottolineando che essi sono complementari: la nostra stella principale segna le giornate, le albe e i tramonti, mentre la luna segna lo scorrere dei mesi e quindi del calendario (che nell’antichità era basato proprio sui cicli lunari).
Per la prima volta la luna, che viene citata poi altre 54 volte nella Bibbia, compare al capitolo 37 del libro della Genesi, quando Giuseppe, figlio di Giacobbe, racconta la padre di un sogno: il sole, la luna e undici stelle si prostravano davanti a lui. La luna rappresenta la madre di Giuseppe, il sole è il padre e le stelle gli undici fratelli.
Dietro a questa interpretazione c’è l’idea che il satellite notturno è complementare al sole: come il sole illumina il giorno, la luna splende durante la notte. In questo modo essa ci ricorda che la creazione è sempre un dialogo a più voci, un tessuto prezioso in cui nulla è completo a sé ma tutto ha bisogno di vivere in relazione con la realtà circostante, proprio come il marito vive in relazione con la moglie. Ogni astro, ricorda anche san Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi, è diverso dall’altro, ognuno risplende in modo diverso: ognuno di noi, insomma, è unico e irripetibile proprio come le stelle. Ma nessuno degli astri, per quanto bello e luminoso, nota ancora il profeta Baruc, è superiore a Dio. Ma tutti ci ricordano ogni giorno di dire grazie al creatore per la meraviglia che ci ha donato nel Creato».

Responsabili, no bambini viziati

Leggo su Popotus che nel 2050 il consumo di carne sarà insostenibile. In che senso?
Vi riporto l’articolo:

«Rinunciare alla carne per un giorno è salutare, anche per il pianeta: ci crede fermamente l’associazione che promuove – ogni 13 giugno – la “Giornata mondiale senza carne”.
Se una famiglia di quattro persone rinunciasse alle bistecche, risparmierebbe la quantità di acqua necessaria alla sopravvivenza di una persona per oltre un mese e l’identica quantità di carbonio prodotta da una lampadina lasciata accesa per 16 giorni.
Se una classe di trenta bambini scegliesse il vegetarianesimo per un giorno riuscirebbe a risparmiare l’acqua che serve a ciascuno di loro per una settimana e una quantità di energia pari a quella necessaria per tenere una tivù accesa per 137 ore consecutive.
I dati si trovano sul sito del World Free Meat Day (che si legge uord fri mit dei): nel 2050 – si legge sulla pagina web – la richiesta di carne sarà insostenibile per le risorse idriche del pianeta: a quella data la popolazione mondiale raggiungerà i nove miliardi di individui e il consumo di carne si attesterà intorno ai 200 milioni di tonnellate. Per far crescere il foraggio necessario a nutrire gli animali, per abbeverarli, per macellarli e per pulire gli impianti si usano quantità enormi di acqua: è stato calcolato che per produrre un chilogrammo di carne di pollo servono 4.330 litri di acqua, 5.990 per un chilo di carne di maiale, e 10.400 per un chilo di carne di pecora. Per un chilo di carne di manzo occorrono 15.400 litri di acqua».

Questi dati meritano tutta la nostra attenzione.
Non solo perché c’è una grossa fetta della popolazione del mondo che il pasto di carne se lo sogna (e purtroppo anche in Italia la crisi ha reso povere tante persone), ma anche perché c’è bisogno di comportamenti più virtuosi. Viviamo in un tempo in cui prevalgono sempre di più gli interessi individuali. L’idea di bene comune è relegata ai buoni propositi di Natale e non fa parte del quotidiano.
Dobbiamo re-imparare il rispetto, il senso della misura, la gratitudine.
Non possiamo più permetterci comportamenti da bimbi viziati.

L’odio non ha l’ultima parola

sms-telefono

L’odio non sente ragione, per questo non avrà mai ragione. Potrà minacciare, spaventare, uccidere. L’ultima parola, però, non sarà mai la sua. L’ultima parola è il “ti voglio bene” che una delle vittime della strage di Orlando, negli Stati Uniti, ha inviato alla madre poco prima di cadere sotto i colpi di Omar Mateen, un cittadino americano di origine afghana che nella notte tra sabato e domenica ha aperto il fuoco in una discoteca affollatissima. Ha fatto in tempo a uccidere quarantanove persone prima di essere a sua volta colpito dalle forze speciali intervenute sul luogo dell’assalto. Adesso gli investigatori stanno cerando di capire se il suo gesto avesse motivazioni di tipo terroristico, ma è chiaro fin d’ora che ad armare Mateen è stata una forma estrema di disprezzo verso i giovani che frequentavano il locale. Dal suo passato emergono altri episodi di violenza, in particolare ai danni della moglie. Era una persona piena di rabbia e forse anche di sofferenza ma, anziché cercare l’aiuto di qualcuno, si è illuso di farsi giustizia da solo, sterminando quelli che aveva scelto come nemici. Lo abbiamo già scritto tante volte, in occasione di fatti simili che purtroppo si sono verificati negli ultimi tempi: aggressioni tanto feroci mettono paura, e non c’è da vergognarsi se si prova timore. Più importante, però, è conservare la nostra umanità davanti alla disumanità degli assassini.
Come ha fatto Eddie Jamoldroy Justice, un trentenne che, intrappolato nella discoteca di Orlando, si è tenuto in contatto con la madre attraverso il telefonino, continuando a dichiararle il suo affetto. Non sembra, ma tra la vittima e il carnefice è sempre la vittima a vincere.
Da Popotus del 14 giugno 2016

Convertire testo in audio e viceversa

Per trasformare un testo in un file audio si possono utilizzare alcuni sintetizzatori vocali.
Eccovi un elenco:

http://imtranslator.net/translate-and-speak/
http://www.oddcast.com/home/demos/tts/tts_example.php?sitepal
https://www.ivona.com/us/ 
http://www.acapela-group.com/
http://www.ispeech.org/text.to.speech 
http://www.naturalreaders.com/index.html

Per realizzare il dialogo che potete ascoltare più avanti, ho scelto uno di questi sintetizzatori e poi ho scritto il testo.
Con Free online audio recorder ho avviato la registrazione del testo letto dal sintetizzatore e successivamente con http://mp3cut.net/it/ ho sistemato il file audio, che aveva bisogno di essere tagliato e l’ho salvato.


Se dobbiamo invece fare il passaggio inverso, ovvero trasformare un file audio in testo, vi propongo la spiegazione di Jessica Redeghieri.
Ho fatto come suggerisce e vi garantisco che funziona.