Da Popotus del 25 gennaio 2018
La prima “fake news” l’ha messa in giro l’«astuto serpente» nel momento in cui ha ingannato prima Eva e poi Adamo con argomentazioni «false e alettanti». Oggi questo «uso distorto della facoltà di comunicare» è alla base del «fenomeno delle “notizie false”», sempre più diffuse anche grazie a internet e ai social network.
Papa Francesco lo ha ricordato ieri (ndr 24 gennaio scorso), indicando chiaramente agli operatori dell’informazione – ma anche a tutti gli utenti dei mezzi della comunicazione – come fare per difendersi dal «virus della falsità»: bisogna sapersi mettere all’ascolto e «attraverso la fatica di un dialogo sincero» è necessario lasciare «emergere la verità».
I suggerimenti del Pontefice sono contenuti nel suo messaggio per la 52ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Come da tradizione, il 24 gennaio – giorno in cui la Chiesa ricorda san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti – viene diffusa la riflessione del Papa in vista della ricorrenza in programma ogni anno nel giorno dell’Ascensione, che quest’anno cade il 13 maggio.
Il tema scelto per il 2018 è: “La verità vi farà liberi” (Gv 8,32). Fake news e giornalismo di pace». La soluzione in questo caso sta proprio nel titolo, perché secondo il Papa è la ricerca della verità l’unica via per sconfiggere la diffusione di false notizie, che mette a rischio la nostra «libertà del cuore».
Ma come si cerca la verità? Prima di tutto, dice Francesco, è necessario «un sano confronto con altre fonti di informazione» e poi è molto importante saper mettere al centro le persone. La verità, spiega il Papa, non è solo «dire cose vere» ma è prima di tutto saper entrare in relazione con gli altri.
I giornalisti, quindi, hanno una grande responsabilità con il loro lavoro, perché ricercando la verità hanno la possibilità di generare fiducia e aprire vie di comunione e di pace.