La storia del bambino con la pagella cucita nella giacca

Torna sui social dopo il racconto del medico legale Cristina Cattaneo, in un’intervista pubblicata da Il Foglio, e la vignetta di Makkox su Twitter, una storia che risale al naufragio nel Mediterraneo del 18 aprile 2015.
Per ricordarla riporto alcuni passaggi tratti da un articolo di Daniela Amenta in www.globalist.it.

[…] Il cadavere del naufrago ha età apparente 14 anni, provenienza Mali. Indossa una giacchetta. All’interno della tasca una pagella cucita con cura. Ha ottimi voti. Questo ragazzino di cui non sappiamo, non sapremo il nome, aveva sperato in un lasciapassare per un mondo più libero e più giusto, un mondo più accogliente, con la sua pagella da “perla rara”. L’illustratore Makkox gli ha dedicato una struggente vignetta. Dolorosa. Di sale, come le lacrime. Di sale, che brucia.

C’è sempre un prima e un dopo nelle storie dei migranti, così simili a quelle dei terremotati, di chi a un certo punto si trova costretto a lasciare, a fuggire, ad andare via di corsa dalla sua casa e porta con sé, un particolare che fa la storia. Una foto, una ciocca di capelli, un documento, uno scritto, un biberon, una maglietta. Sono le ferite loro e le cicatrici nostre. Sono storie negate che galleggiano. Una pagella per dire al mondo: prendetemi con voi, studio e sono bravo.
Non è arrivato in tempo per dircelo. Chissà che ingegnere abbiamo perso, che meccanico, che fisico, che matematico o che poeta.
Età apparente 14 anni. Com’è profondo il mare. Come sono buie, buie come un pozzo, le coscienze di chi non alza un dito davanti a questa strage.