Una proposta didattica sulla libertà per la classe terza media

Proviamo a vedere come ve la cavate, alunni dell’ultimo anno di scuola media.
Vi propongo un lavoro sulla libertà. Vi lascio liberi di organizzarvi come credete (visto che parliamo di libertà!) per realizzare il compito indicato nella presentazione che segue. Leggete attentamente la parte relativa alle competenze, le domande, il compito. Concorderemo i tempi, discuteremo su quello di cui avrete bisogno, fornirò la mia consulenza a chiunque lo chiederà. Non ci resta che augurarci buon lavoro.

Incontrare Dio nell’altro

Vi propongo un video carino che può aiutarci a riflettere sul nostro modo di relazionarci agli altri. Sto pensando in particolare a voi, alunni di seconda. Abbiamo riflettuto sullo sguardo e sull’amicizia, aiutati anche da alcune pagine della Bibbia e del Magistero della Chiesa.
E’ bello poter essere guardati con uno sguardo “primavera”, cioè lo sguardo di chi ci dà fiducia, di chi va oltre i nostri sbagli, come ha fatto Gesù con l’adultera o con Zaccheo, ed è altrettanto bello sapere di avere un amico sincero e fidato. La Bibbia definisce l’amico vero un tesoro, medicina che dà vita (libro del Siracide) e Dio stesso (l’abbiamo letto in un passo della Dei Verbum) si propone agli uomini come amico vero.
Gli esseri umani fanno tanta fatica a costruire un mondo migliore perché l’altro è molte volte visto come un nemico, qualcuno da temere o da rendere innocuo, piuttosto che come amico. “Homo hominis lupus” diceva un filosofo (Thomas Hobbes) per descrivere la natura profondamente egoistica dell’uomo.
Ma è proprio questo il destino dell’uomo? farsi la guerra, pensare solo al proprio tornaconto, usare gli altri per i nostri comodi?
Io vorrei sperare che tutti rispondano di no, perché sono certa che il nostro cuore, il cuore di ogni essere umano, desidera altro.
Il video (da lì sono partita) ci fa vedere che il desiderio di bene che abbiamo ha un nome: Dio.
E quando facciamo il bene Dio lo incontriamo per davvero e nel mondo in cui viviamo si realizza un pezzetto di Paradiso.

.

Chi siamo? Da dove veniamo?

Ne abbiamo parlato in questi giorni, riflettendo sulle tragedie alimentate dall’idea della razza pura o della superiorità di un’etnia sull’altra.
Se veramente prendessimo consapevolezza che negli esseri umani sono di più gli elementi che li accomunano da quelli che li dividono, il nostro modo di porci di fronte alla “diversità” sarebbe senz’altro diverso.
Il messaggio biblico e cristiano ci invita a vedere in noi e negli altri l’immagine di Dio e a riconoscersi fratelli, in quanto figli di uno stesso Padre.
E, in effetti, una sorta di fratellanza genetica ci può unire a popoli molto lontani e diversi da noi. E’ quanto hanno potuto sperimentare alcune persone che si sono sottoposte ad una analisi del DNA per mappare il loro profilo genetico.

In conclusione, il nostro stesso DNA ci costringe a ritrovare le nostre radici dove meno ce lo aspettiamo, e ci ricorda che siamo più uniti di quanto pensiamo. Fratelli, direbbe Gesù.