All Saints Party

Un’alternativa ad Halloween. Vi farà forse sorridere e penserete che la proff non è al passo con i tempi.
Vi dico allora che sono in buona compagnia. Leggete quanto affermava, proprio alla vigilia del 1 novembre, il filosofo Cacciari, a quel tempo sindaco di Venezia, al giornalista Paolo Conti (cliccando qui, trovate il testo completo):
Perché no a Halloween, professor Cacciari? «Semplicemente perché non possiede alcun collegamento con la cultura italiana, con le vere feste delle nostre radici. Certo, mi sembra che la potenza mediatica americana riesca a imporre benissimo nel resto del mondo anche un appuntamento come Halloween. Viene da dire: è la globalizzazione, amico mio. Ma noi possiamo ribattere: l’Italia è la patria di una meravigliosa tradizione come il Carnevale. Venezia dal ’400 vanta il più straordinario appuntamento carnevalesco dell’intera Europa, imitato con fatica in tutto il mondo. E quindi possiamo permetterci il lusso di dire no a Halloween, nella nostra città non si festeggia, grazie mille… ». Il filosofo sindaco di Venezia se la prende anche con altre festività da calendario: «Halloween alla fine è una delle tante feste finte, fintissime, inventate a puri scopi commerciali. Basta guardare le vetrine piene di oggetti tutti uguali per Halloween. Mi viene in mente la festa della mamma, del papà, dei nonni, e chi più ne ha più ne metta. Roba che fino a qualche decennio fa non esisteva ed è stata imposta artificialmente solo per far soldi». Cosa non le piace, a parte l’aspetto commerciale, della festa delle Streghe? «L’aspetto tenebroso, demoniaco, mortuario, quasi di decomposizione… Qui c’è il teschio, non il puer aeternus, allegro e sorridente, che è il simbolo del Carnevale».
Eccovi allora il vero senso della notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre: è la festa di Tutti i Santi.

Ripassiamo la Riforma Protestante

Per verificare quanto avete imparato nel lavoro di gruppo in classe, vi propongo questo gioco.
Buon divertimento!
PS: non dimenticate di andare a rivedere quello che non sapete!!!
Come al solito, cliccate sull’immagine per avviare l’attività.

Il Padre nostro

E’ la preghiera  per eccellenza del cristiano e una sorta di vademecum per vivere da cristiani. Già Tertulliano, un padre della Chiesa che vive nel II secolo, lo definiva una sintesi dell’intero Vangelo. Per Cipriano, vescovo di Cartagine nel III secolo, nel Padre nostro sarebbero rappresentati gli elementi fondamentali del cristianesimo. Gregorio di Nissa, dottore della Chiesa del IV secolo, vedeva in questa preghiera un aiuto a vivere in modo giusto e appropriato, così da giungere all’essenza della propria umanità. Vedete, persone ben più autorevoli della vostra proff, affermano quello che avete sentito a scuola.
Per aiutarvi a conoscere un po’ di più questa preghiera, vi ricordo che la Chiesa primitiva, quella cioè dei primi secoli, raccomandava ai cristiani di pronunciarla tre volte al giorno. La Didachè, detta anche Dottrina dei dodici apostoli e risalente al 100 circa, scorgeva nel Padre nostro la via per una vita giusta: attraverso la preghiera, lo spirito di Gesù poteva fluire nel cuore umano.
Del Padre nostro abbiamo due versioni: una la si trova nel Vangelo secondo Matteo, l’altra in quello secondo Luca. Sembra che sia stato proprio quest’ultimo a riportare più fedelmente le parole di Gesù, mentre in Matteo ci sarebbe già un’interpretazione teologica ed una stesura più poetica.
Vi lascio le due versioni del Padre nostro:

Mt 6, 9-13
Voi dunque pregate così:

 Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.

Lc 11,2-4
Ed egli disse loro: “Quando pregate, dite:

Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione”.

Puoi ascoltare i post di profrel grazie a ReadSpeaker

Non so ci avete fatto caso, ma adesso, prima di ogni post trovate questa immagine

Di che si tratta? E’ grazie a maestro Roberto (www.robertosconocchini.it) che ho scoperto una nuova funzionalità per il blog, quella cioè di ascoltare il testo di ogni articolo.
E’ bastato registrarmi ed ora usufruisco della versione gratuita che, ovviamente, ha delle limitazioni rispetto a quella a pagamento, ma a me va bene così.
Spero di aver fatto cosa gradita anche ai miei alunni con difficoltà nella lettura, o a quelli un po’ più pigri o indaffarati che così, in altre faccende affacendati, potranno comunque ascoltare gli articoli.

Il rosario

Forse non lo sapete, ma il rosario sta diventando un oggetto di moda. Nel sito del collega Cesar leggo che la cantante Shakira lo indossa, così come altri personaggi pubblici.
Il collega Loris ha pubblicato un interessante post sul rosario. Cliccando qui trovate la spiegazione di cosa sia il rosario, come utilizzarlo per la preghiera e se altre religioni utilizzano corone simili.
Nel video vi viene mostrato come costruire un rosario.

I martiri di Tibhirine

E’ uscito anche in Italia il film “Uomini di Dio”, che è diventato uno dei film più visti dai francesi (oltre due milioni e mezzo di spettatori).
Vi si racconta la vicenda dei sette monaci trappisti trovati decapitati nel monastero di Tibhirine, sulle montagne algerine dell’Atlante. Massacrati, nel maggio 1996, non si sa bene da chi. Forse dal Gia, il gruppo islamico armato che allora alimentava la guerra civile. Forse da un elicottero militare algerino, che avrebbe sparato scambiando i frati rapiti per guerriglieri (di conseguenza, decapitazione e sparizione dei corpi sarebbero state solo un macabro depistaggio). Il regista Xavier Beauvois non descrive il martirio, ma ci racconta le settimane precedenti, quelle in cui i sette monaci decidono di non abbandonare le attività che da anni svolgono in aiuto della popolazione musulmana, malgrado l’incalzare delle violenze e delle minacce. Non è un film sul fanatismo religioso, piuttosto il racconto di una scelta sofferta, difficile, motivata da ciascuno con un personale percorso di fede.
Il regista ci spiega che «il cuore del film è la forza morale di quei monaci, alcuni anziani e malati, che si trovarono di fronte al dilemma se partire o restare. In una situazione di tensione, tra esercito e fondamentalisti ai ferri corti, tra massacri e minacce, loro rimasero. Per testimoniare la parola di Dio, che in quel momento si fece sì per loro carne e sangue. In una società come quella di oggi, in cui nessuno vuol più rinunciare a nulla, l’idea del sacrificio è qualcosa che disturba».
Per due ore il film ci fa vivere dentro il piccolo monastero sperduto tra i monti dell’Algeria assieme ai frati benedettini che pregano e lavorano, fanno il miele e curano le ferite di chi bussa alla loro porta, anche se terrorista, in una quotidiana scelta di pace e tolleranza. Uomini che vivono la loro fede nella semplicità della vita di ogni giorno e che a quella fede si affidano, fino a perdere la vita.
Vi lascio il trailer del film.

Un sondaggio sul cellulare

C’è chi non ne può fare a meno, chi ancora non ce l’ha perchè i genitori tengono duro, chi lo usa per messaggiare, chi invece come calcolatrice, perchè tanto non ha nessuno da chiamare. Sto parlando del cellulare, di quella cosa che mi chiedo come si faceva quando non c’era.
L’ispirazione di inserire nel blog un sondaggio sul cellulare mi è venuta dal Messaggero dei Ragazzi (il link lo trovate a destra della pagina), che ha proposto ad alcuni ragazzi di farne a meno per una settimana.
Che ne dite? Partecipate al sondaggio?
L’esito potrà poi essere oggetto di discussione a scuola.

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Lottiamo contro i mostri

Chi sono i mostri di questo gioco?
Sono l’egoismo, l’intolleranza, il razzismo, e tanto altro ancora che ci impedisce di vivere in pienezza la nostra umanità. Ciò che caratterizza la persona umana nel disegno di Genesi è proprio l’essere stati creati a “immagine di Dio”(vedi il capitolo 1 al versetto 27)e quindi l’essere in grado di amare Dio e il prossimo nella libertà.
Non è facile vivere la fratellanza, il rispetto per l’altro. E’ facile invece perdere la nostra umanità nelle prepotenze, nel pregiudizio, nell’indifferenza. In attesa di approfondire il discorso a scuola, incominciamo a eliminare i mostri del gioco, ma proponiamoci per la vita di essere più attenti a non farci vincere da tutto quello che ci impedisce di vivere come fratelli.
Cliccate sull’immagine per avviare il gioco.
Sarebbe bene, prima di giocare, di rivedere il n. 66 del Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, cliccando qui.