Le false divinità che distruggono il mondo

In occasione dell’apertura del primo Sinodo per il Medio Oriente il Pontefice ha proposto una meditazione sugli idoli del nostro tempo, che minacciano l’umanità.Ma chi o cosa sono questi idoli? Vi riporto alcune delle parole del Papa.

CAPITALI ANONIMI NUOVE SCHIAVITÙ

Il sangue dei martiri trasforma il mondo. Anche oggi, in questo momento in cui Cristo deve nascere per il mondo con la caduta degli dei, con il dolore dei testimoni. Pensiamo alle grandi potenze della storia di oggi, pensiamo ai capitali anonimi che schiavizzano l’uomo, che non sono più cosa dell’uomo (…), potere distruttivo che minaccia il mondo

IL DIO FALSO DEL TERRORISMO 

Un’altra forza distruttiva d’oggi?
Il potere delle ideologie terroristiche. Apparentemente in nome di Dio viene fatta violenza, ma non è Dio: sono false divinità che devono essere smascherate, che non sono Dio.



 LA DROGA, BESTIA VORACE E DISTRUTTIVA 

C’è poi la droga, un potere che, come una bestia vorace, stende le sue mani su tutte le parti della terra e distrugge: è una divinità falsa, che deve cadere.

 
L’OPINIONE PUBBLICA FORZA IDEOLOGICA
Un’altra ideologia? Il modo di vivere propagato dall’opinione pubblica: oggi si fa così, il matrimonio non conta più, la castità non è più una virtù e così via. Tutte queste ideologie che si impongono con forza sono divinità. Sono come correnti che dominano tutti e vogliono far scomparire la fede della Chiesa. Ma è la saggezza vera della fede semplice la forza della Chiesa e del retto vivere.

Dal sito della BBC interessanti informazioni sulle religioni

Vi interessa sapere quali ricorrenze celebrano le diverse religioni questo mese o negli altri? Volete provare la vostra conoscenza misurandovi con dei quiz sulle religioni?
Nel sito della BBC ho trovato alcune cose interessanti.
Cliccate sull’immagine per rispondere ai quiz. Avrete modo di misurarvi anche con il vostro inglese.
Non dimenticate di dare un’occhiata anche alle altre proposte.

Mi ha afferrato la mano di Dio

Sono stato con Dio e con il diavolo. Hanno litigato per avermi. Dio ha vinto, io ho preso la sua mano, la migliore. Non ha mai vacillato la mia certezza che Dio mi avrebbe tirato fuori“.
(Mario Sepulveda, uno dei 33 minatori che, dopo 69 giorni, è “riemerso” con gli altri, da 700 metri di profondità  nelle viscere della terra; 13-14 ottobre 2010)

Un’applicazione per creare graffiti

Volete creare dei graffiti? Per evitare multe, piuttosto salate, vi suggerisco di farlo solo online.

Street Art Games from Tate Kids è un’applicazione del Tate Modern, uno dei quattro musei della Tate Gallery di Londra, che permette di realizzare i propri graffiti sulle sue mura esterne. Potete così sperimentare le varie tecniche con cui si realizzano i graffiti.

Vi invito anche a dare  un’occhiata alle altre proposte che trovate nella sezione Tate Kids.
Buon divertimento!

Dislessici famosi

Reduce da un incontro di formazione curato da una collega di una delle scuole in cui insegno, vi propongo alcuni dei video che ci ha fatto vedere, per sensibilizzarci ai problemi dei bambini e ragazzi dislessici, ma anche per scoprire quali grandi talenti possano nascondersi in ognuno di loro, se non hanno avuto la fortuna di incontrare insegnanti ed educatori sensibili e capaci.

Sulla dislessia

Spesso sentiamo parlare di dislessia che è un disturbo che rende estremamente difficile la lettura e la scrittura. I bambini dislessici non sono meno intelligenti, ma proprio perchè fanno più difficoltà a leggere e scrivere, per loro la scuola non è semplice. Ma, avete una vaga idea di cosa vuol dire essere dislessici?
Avevo visto, diverso tempo fa, nel blog di Maria Grazia, alcuni filmati che parlano della dislessia.

Si tratta di 10 video tradotti in italiano e prodotti dalla Eagle Hill School Outreach.
Le problematiche in genere riferibili ai DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento) vengono presentate attraverso una modalità semplice e chiara, utile sia ai docenti, ai genitori, agli stessi compagni di classe digli alunni dislessici. Ci aiutano a conoscere come i bambini e ragazzi interessati da questo problema vivono la realtà scolastica ed il mondo delle loro relazioni.

A immagine di Dio: completiamo il testo

Propongo alle classi prime il testo tratto dal Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica che abbiamo già conosciuto (si tratta del brano che ci spiega cosa vuol dire che l’uomo e la donna sono creati a immagine di Dio). Questa volta dovete ricomporlo, trascinando le parole al posto giusto.

Cliccate sull’immagine.

Un Centro per educare ai mass media

Ho scoperto che a Bellaria Igea Marina esiste un Centro pubblico per educare ai media. Zaffiria, questo è il nome, è Polo specialistico della Provincia di Rimini, agenzia culturale del CET (Centro Educativo Territoriale dei Comuni di Bellaria, Santarcangelo, Verucchio, Poggio Berni e Torriana), è una banca dati nazionale nell’ambito dell’educazione ai mass media, gestisce l’archivio del maestro Alberto Manzi (il “mitico” maestro – me lo ricordo – che dagli schermi della televisione insegnava a leggere e a scrivere). E’ necessario che i nostri giovani si approccino ai mezzi di comunicazione di massa nel modo corretto, per questo Zaffira fa proposte laboratoriali e offre nel suo sito anche contenuti e strumenti utili per chi volesse lavorare sull’educazione ai media.
Cliccando qui potete entrare nel sito di Zaffiria e non mancate di scaricare il simpatico gioco dell’oca, che trovate qui.

Le religioni lanciano un appello al dialogo

Durante i primi giorni di Ottobre, a Barcellona erano riuniti i rappresentanti di diverse religioni, per il meeting che la Comunità di Sant’Egidio organizza ogni anno, dopo quell’evento memorabile che fu l’incontro di Assisi. Vi ricordate? Mi riferisco alla Giornata di Preghiera che vide nel 1986 la città del Poverello illuminarsi dei colore delle diverse vesti dei rappresentanti delle religioni del mondo. Da ormai 25 anni Sant’Egidio ha promosso incontri, in molte città europee e mediterranee,  perchè lo spirito di fraternità di quei giorni potesse continuare e rinnovarsi. Quest’anno è toccato a Barcellona essere la capitale del dialogo tra le diverse fedi e religioni. “Le religioni – ha detto Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio – possono innervare la coscienza di un mondo come casa comune dei popoli”.

Vi propongo l’appello inviato dai partecipanti a questo meeting.

Uomini e donne di reli­gione diversa, prove­nienti da tante parti del mondo, ci siamo riuniti a Bar­cellona, in una terra che celebra con l’arte la bellezza della fami­glia di Dio e della famiglia dei popoli, per invocare dall’Altissi­mo il grande dono della pace.
Alle nostre spalle sta un decen­nio difficile. È stato un tempo in cui il mondo ha creduto più nel­la contrapposizione e nel con­flitto che nel dialogo e nella pa­ce. Abbiamo presenti le paure di tanti uomini e donne in molte parti del mondo, il dolore di guerre che non hanno portato la pace, le ferite inferte dal ter­rorismo, il malessere di società colpite dalla crisi del lavoro e dall’incertezza del futuro, la sof­ferenza di tanti poveri che bus­sano a un mondo più ricco e che trovano, spesso, porte chiuse e diffidenza.

Il nostro mondo è disorientato dalla crisi di un mercato che si è creduto onnipotente, e da una globalizzazione a volte senz’a­nima e senza volto. La globaliz­zazione è invece un’occasione storica. Unisce mondi lontani, ma deve trovare un’ispirazione generosa. Si è accompagnata in­vece alla paura, alla guerra, alla chiusura verso l’altro, al timore di perdere la propria identità.
Si deve aprire un nuovo decen­nio in cui il mondo globalizzato diventi una famiglia di popoli. Questo mondo ha bisogno di a­nima. Ma soprattutto ha biso­gno di pace. La pace è il nome di Dio. Non è qualcosa di su­perficiale.
Viene dal profondo di ogni tradizione religiosa. Chi usa il nome di Dio per odiare e umiliare l’altro abbandona la religione pura. Chi invoca il no­me di Dio per fare la guerra e per giustificare la violenza va contro Dio. Nessuna ragione o torto subito giustificano mai l’e­liminazione dell’altro. Dal profondo delle nostre identità religiose e da storie diverse, dal­la preghiera vissuta gli uni ac­canto agli altri, possiamo dire al mondo: abbiamo bisogno di vi­vere insieme un destino comu­ne. Le religioni testimoniano che esiste un destino comune dei popoli e degli uomini. Que­sto destino si chiama pace.
Attraverso il dialogo si realizza quel destino comune che è la pace. Il dialogo è la via per ri­trovarlo e costruirlo. Protegge o­gnuno di noi e mantiene uma­ni in un tempo di crisi. Il dialo­go non è ingenuità. È la capa­cità di vedere lontano anche quando tutti guardano solo vi­cino e, per questo, si sentono so­li, rassegnati, spaventati. Il dia­logo non indebolisce, ma raffor­za. È la vera alternativa alla vio­lenza. Niente è perduto con il dialogo. Tutto diventa possibile, anche immaginare la pace. In una società in cui sempre più gente diversa vive insieme, è ne­cessario imparare l’arte del dia­logo. Non indebolisce l’identità di nessuno e fa riscoprire il me­glio di sé e dell’altro. Le nostre società hanno bisogno di impa­rare di nuovo l’arte di vivere in­sieme.

Dopo queste giornate siamo sempre più convinti che un mondo senza dialogo non è un mondo migliore. Abbiamo bi­sogno di pace e non c’è pace senza dialogo. La pace è il dono più grande di Dio. La pace ha bi­sogno di preghiera. Nessun o­dio, nessun conflitto, nessun muro può resistere alla pre­ghiera, all’amore paziente che si fa dono e perdono, mentre e­duca in radice a costruire un mondo in cui non tutto è mer­cato e quello che conta non si compra e non si vende.
Vogliamo entrare nel decennio che si apre con la forza dello Spi­rito, per creare un tempo di spe­ranza per il mondo. C’è bisogno di speranza. Ma noi abbiamo speranza. La nostra speranza viene da lontano e guarda al fu­turo. Un destino comune è l’u­nico destino possibile. Che que­sto possa essere il decennio del­la pace, del dialogo e della spe­ranza”.

Chiara "Luce" Badano

Era un 7 ottobre di 20 anni fa quando moriva la diciannovenne Chiara Badano. Una malattia, di quelle che chiamiamo brutte, la portò via ai genitori, ma le sue ultime parole furono queste: “Mamma, sii felice, perchè anche io lo sono. Ciao.”.
Il 25 settembre il Papa l’ha dichiarata beata, perchè Chiara Luce visse la sua fede con gioia e disponibilità, cercando di mettere sempre Dio al primo posto. Visse la malattia come un dono per il bene di molti e con la certezza dell’amore smisurato di Dio.
Faccio fatica a parlare dei santi, specialmente quando sono così vicini a noi nel tempo e così giovani. C’è sempre qualcuno che ridicolizza, non capisce, che ritiene superstizione questo abbandonarsi a Dio, come fu per Chiara Luce.
Non fu rassegnazione la sua, ma un cammino di fede che la portò a vivere con pienezza la sua vita, se pur breve. La fede non toglie nulla, ma permette di andare contro corrente, risalire le rapide (gli “inciampi” della vita) per arrivare alla sorgente (Dio).
Vi rimando al sito ufficiale per conoscere meglio la figura di questa giovane del nostro tempo.