Insegnami ad usare bene il tempo

Dio mio,
insegnami ad usare bene il tempo che tu mi dai
e ad impiegarlo bene, senza sciuparne.
Insegnami a prevedere senza tormentarmi,
insegnami a trarre profitto dagli errori passati,
senza lasciarmi prendere dagli scrupoli.
Insegnami ad immaginare l’avvenire
senza disperarmi che non possa essere
quale io l’immagino.
Insegnami a piangere sulle mie colpe
senza cadere nell’inquietudine.
Insegnami ad agire senza fretta,
e ad affrettarmi senza precipitazione.
Insegnami ad unire la fretta alla lentezza,
la serenita’ al fervore, lo zelo alla pace.
Aiutami quando comincio,
perche’ e’ proprio allora che io sono debole.
Veglia sulla mia attenzione quando lavoro,
e soprattutto riempi Tu i vuoti delle mie opere.
Fa’ che io ami il tempo
che tanto assomiglia alla Tua grazia
perche’ esso porta tutte le opere alla loro fine
e alla loro perfezione
senza che noi abbiamo l’impressione
di parteciparvi in qualche modo.

Jean Guitton

L’essenziale

Ho sentito qualche giorno fa questa canzone dei Tiromancino e sono rimasta colpita dal testo, che vi propongo.

Nella vita comunque paghi per le scelte sbagliate
per quelle occasioni mancate
che non ti fanno dormire
ma ti sanno ferire
con ostinazione
attraverso i ricordi
di fatti e persone.

Ogni giorno ci porta notizie del tempo passato
e accende le luci su un volto che hai amato.

E’ l’eterna ripresa di una scena sospesa.

L’essenziale è riuscire ad avere qualche cosa di buono da fare
o almeno da dire
per non restare a guardare.
L’essenziale è provare a dare il meglio
perchè a dare il peggio c’è sempre tempo.
E infatti come vedi è tornato l’inverno…

Cosa stava per succedere, cosa stavo per prendere
ma ormai non accadrà
no, non succederà
e non saprò mai come sarebbe stato se quel giorno d’estate
io non mi fossi fermato,
se quell’amore negato non si fosse perduto.

Ogni giorno mi porta notizie di quanto ho sbagliato
e accende le luci su un volto che ho odiato.

E’ l’eterna ripresa di una scena sospesa.

L’essenziale è provare a fare in modo di avere sempre qualcosa in cui credi
da inseguire
per non restare a piedi.
L’essenziale è riuscire a dare forma anche a quello che ti sembra assurdo
e se pensi al futuro
non tutto è perduto.

Che vuol dire che l’uomo è a immagine di Dio?

Che vuol dire prof che l’uomo è a immagine di Dio?
Rispondo a tutti citando un passo del Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica:
“L‘uomo è creato a immagine di Dio nel senso che è capace di conoscere e di amare, nella libertà, il proprio Creatore. È la sola creatura, su questa terra, che Dio ha voluto per se stessa e che ha chiamato a condividere, nella conoscenza e nell’amore, la sua vita divina. Egli, in quanto creato a immagine di Dio, ha la dignità di persona: non è qualcosa, ma qualcuno, capace di conoscersi, di donarsi liberamente e di entrare in comunione con Dio e con le altre persone” (Compendio del CCC, 66).
E’ chiaro che non stiamo parlando di una somiglianza fisica, perchè per “uomo” la Bibbia intende l’essere umano, cioè l’uomo e la donna.
Essere a immagine di Dio significa allora essere portatori di una dignità che va riconosciuta, non concessa. Quindi uomini e donne, bianchi e neri, extracomunitari o italiani, giovani o vecchi, sani o malati, ecc., meritiamo rispetto e dobbiamo sentirci responsabili gli uni verso gli altri, nella costruzione di un mondo più giusto.
Come ebbe a dire il futuro Papa Benedetto XVI, “La dignità dell’uomo non è qualcosa che si impone ai nostri occhi, non è misurabile né qualificabile, essa sfugge ai parametri della ragione scientifica o tecnica; ma la nostra civiltà, il nostro umanesimo, non hanno fatto progressi se non nella misura in cui questa dignità è stata più universalmente e più pienamente riconosciuta a sempre più persone” (Card. Joseph Ratzinger, Discorso al Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, 28 novembre 1996).

Gli obiettivi del Millennio sono ancora lontani

Nel 2000 i Paesi ricchi avevano preso questa decisione: entro 15 anni si doveva risolvere il dramma del Sud del Mondo, straziato da fame, guerre, violenze e malattie. Erano stati individuati 8 traguardi fondamentali:

Eliminare la fame    1. Eliminare la povertà estrema e la fame
    Il traguardo: dimezzare, entro il 2015, la percentuale di persone che vivono con meno di un   dollaro al giorno e di persone che soffrono la fame.
    

istruzione primaria

    2. Raggiungere l’istruzione primaria universale
    Il traguardo: assicurare, entro il 2015, che in ogni luogo i bambini e le bambine siano in grado  di portare a termine un ciclo completo di istruzione primaria.

uguaglianza di genere    3. Promuovere l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne
    Il traguardo: eliminare la disuguaglianza di genere nell’istruzione primaria e secondaria preferibilmente entro il 2005 e a tutti i livelli di istruzione entro il 2015.

mortalità infantile      4. Diminuire la mortalità infantile
      Il traguardo: ridurre di due terzi, entro il 2015, il tasso di mortalità infantile al di sotto dei cinque anni d’età.

salute materna             5. Migliorare la salute materna
    Il traguardo: ridurre di tre quarti, entro il 2015, il tasso di mortalità materna.
               

combattere malattie     6. Combattere l’HIV/AIDS, la malaria e le altre malattie
     Il traguardo: arrestare, entro il 2015, e invertire la tendenza alla diffusione dell’HIV/AIDS, della malaria e di altre malattie, quali la tubercolosi.

sostenibilità ambientale                  7. Assicurare la sostenibilità ambientale
     Il traguardo: integrare i principi di sviluppo sostenibile nelle politiche e nei programmi dei  paesi, arrestare la perdita delle risorse ambientali, dimezzare il numero di persone che non  hanno accesso all’acqua potabile.

sviluppo sostenibile      8. Sviluppare un partenariato globale per lo sviluppo sostenibile
     I 189 stati membri delle Nazioni Unite che nel 2000 hanno sottoscritto la Dichiarazione del Millennio si sono impegnati a costruire un partenariato per lo sviluppo sostenibile, attraverso politiche e azioni concrete volte ad eliminare la povertà: la cooperazione allo sviluppo, un commercio internazionale che risponda ai bisogni dei paesi poveri, la riduzione e la cancellazione del debito dei paesi più poveri, il trasferimento di tecnologie.
(fonte: Campagna delle Nazioni Unite per gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio – Italia)

Alla scadenza mancano ancora 4 anni e tre mesi, e i traguardi continuano ad essere lontani.
Il tempo stringe, e i poveri invece di diminuire aumentano. Nel 2009 erano ben 64 milioni in più dell’anno precedente. E alla fine di questo anno?

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