L’adolescenza come tempo di sfide: proposta per il terzo liceo sportivo

Ricordo la mia adolescenza come un tempo di grandi domande e interrogativi. E’ stato anche un tempo di grandi sogni e ideali, pur nell’incertezza di quello che ero e che sarei voluta diventare. Io non so se per gli adolescenti di oggi sia la stessa cosa ma, credo, come dice anche il prof D’Avenia, che l’adolescenza è un tendere a qualcosa: «movimento di ascesa da sé a se stessi, per un impeto scritto nella carne e nello spirito, di cui non si è padroni e per questo paralizza» (da La Stampa, 18 giugno 2015). L’adolescenza è quindi un tempo di sfide.
Lascio la mia proposta per i ragazzi del terzo sportivo.
 

Il problema del male: la proposta per il secondo liceo sportivo

Per costruire un’identità libera e responsabile dobbiamo avere il coraggio di affrontare questioni scomode che ci interrogano e provocano. E’ facile addossare la colpa del male sugli altri, ma noi, come ci poniamo di fronte alle scelte? Il bene comune è qualcosa di cui teniamo conto o prevale solo il proprio interesse e appagamento? Facciamo i conti con la nostra coscienza o preferiamo soffocarla sotto facili pretesti? Possiamo pensare a dei valori e principi assoluti o è bene tutto quello che ci fa comodo o che la maggioranza decide come tale? Abbiamo mai pensato che la libertà, quella vera, richiede fatica e coraggio e, soprattutto l’impegno per costruire il bene?
Queste sono le domande che fanno da cornice al percorso di apprendimento proposto.

La prima proposta didattica per la classe prima: il nome di Dio

Con questa proposta didattica vorrei aiutare gli alunni a riflettere sulla necessità del rispetto dell’altro per una convivenza civile, pacifica e solidale. Non si può utilizzare il nome di Dio per giustificare alcun tipo di violenza o imposizione. Il primo comandamento dà il divieto di strumentalizzare, manipolare il nome di Dio per ragioni che vanno contro Dio e contro l’uomo: ecco perché la violenza nel nome di Dio è una bestemmia.
Tanto nel Cristianesimo, come nell’Islam Dio è presentato come misericordioso, clemente, pietoso. Compito dei credenti è allora presentare questo volto di misericordia nel loro impegno per la pace, il dialogo, la fraternità. Generando misericordia nei comportamenti di ogni giorno ogni uomo o donna di buona volontà realizza la propria umanità e come credente testimonia di essere veramente vicino a Dio.

La prima proposta per la classe terza: Credenti in dialogo

Come sviluppare un’identità capace di accoglienza, confronto, dialogo?
Credo che senza conoscenza non ci possa essere né accoglienza né dialogo. L’ignoranza crea muri e i preconcetti ostacolano l’incontro.
Questa proposta didattica vuole sollecitare negli studenti delle classi terze un atteggiamento di curiosità verso le diverse religioni in un’ottica di accogliente confronto e dialogo. I documenti con cui i ragazzi si confronteranno offriranno l’occasione per scoprire che ci si può accogliere nonostante le differenze. La via della pace è possibile anche tra i credenti delle diverse religioni.

La prima proposta per la classe seconda: Tempi e luoghi dell’incontro con Dio

Nei nostri paesi sono ancora vive diverse tradizioni religiose: la festa del patrono, la processione del Venerdì Santo, Presepi viventi e altro ancora. La religiosità della gente della nostra terra è anche espressa dalle tante chiese presenti nel territorio e che oggi, purtroppo, per la maggior parte sono chiuse, quando non crollate, a causa del terremoto dell’anno scorso.
Le persone, anche quando sono lontane dalla pratica religiosa, provano attaccamento per questi luoghi e per queste tradizioni. Fanno parte della cultura in cui sono cresciuti.
Luoghi di culto e tradizioni religiose si trovano in ogni parte del mondo e in ogni epoca storica. Gli esseri umani hanno espresso ed esprimono così il loro legame con il divino.
Questa proposta didattica vuole offrire un contributo alla conoscenza del luoghi di culto e dei riti, in particolar modo delle religioni monoteiste, in un’ottica di rispetto e dialogo. L’ignoranza è la radice di ogni incomprensione e chiusura.

Togliere l’opaco dagli occhi dei nostri alunni

Bella sfida per noi insegnanti riuscire a infondere passione negli studenti!
Bella sfida interessarli, suscitare in loro il desiderio di imparare.
 A volte (anche molte volte) mi sento del tutto inadeguata, ma se non fosse per questa speranza (risvegliare anche in uno solo di loro questo desiderio) non potrei fare questo “mestiere”.
L’ottimismo dovrebbe essere esercizio quotidiano per un insegnante. Altrimenti l’opaco rimane nei nostri occhi e in quelli degli alunni.
Che il Signore mi doni oggi, ed ogni giorno, uno sguardo luminoso e pieno di calore per sciogliere le nebbie dagli occhi degli alunni che mi sono stati affidati. Amen.

Non fate cose “terra terra”

Per me è sempre motivo di gioia incontrarmi con i giovani. In questo giorno vi dico: per favore, tenete viva la gioia, perché è segno del cuore giovane, del cuore che ha incontrato il Signore. E se voi mantenete viva questa gioia con Gesù, nessuno ve la può togliere, nessuno (cfr Gv 16,22)!
Ma, nel dubbio, vi consiglio: non lasciatevela rubare, abbiate cura di tale gioia che tutto unifica nel sapersi amati dal Signore. Perché, come abbiamo detto all’inizio, Dio ci ama… com’era? (rispondono: «Dio ci ama con cuore di Padre»). Di nuovo! («Dio ci ama con cuore di Padre”). E questo è il principio della gioia. Il fuoco dell’amore di Cristo rende traboccante questa gioia ed è sufficiente per incendiare il mondo intero.
Che cosa dunque potrebbe impedirvi di cambiare questa società, come volete fare? Non temete il futuro! Osate sognare grandi cose! A questo grande sogno, oggi vi voglio invitare. Per favore, non fate cose “terra terra”, no: volate in alto e sognate grandi cose! Voi giovani avete una speciale sensibilità per riconoscere la sofferenza degli altri; è interessante: voi vi rendete conto subito. Il volontariato del mondo intero si nutre di migliaia di voi che siete capaci di mettere a disposizione il vostro tempo, di rinunciare alle vostre comodità, a progetti centrati su voi stessi, per lasciarvi commuovere dalle necessità dei più fragili e dedicarvi a loro. Ma può anche succedere che siete nati in ambienti dove la morte, il dolore, la divisione sono penetrate tanto a fondo da lasciarvi quasi nauseati e come anestetizzati dal dolore: per questo vi voglio dire: lasciate che le sofferenze dei vostri fratelli colombiani vi facciano muovere! E aiutate noi anziani a non abituarci al dolore e all’abbandono. Abbiamo bisogno di voi, aiutateci a non abituarci al dolore e all’abbandono.

Papa Francesco ai giovani di Bogotà (settembre 2017)

Una canzone per cominciare: Io credo

Ci sono canzoni che mi fanno nascere il desiderio di condividerle con gli alunni perché offrono spunti di riflessione su cui potersi confrontare. “Credo“, cantata da Giorgia, è una di queste.
Il testo parla del coraggio della fede, della possibilità di far sì che i dolori non ti annientino ma ti aiutino a crescere (rivelando a te stesso chi sei veramente), dell’amore verso cui tutti tendiamo e che dà senso alla vita.
L’uomo è per sua natura credente perché, indipendentemente che si riconosca in una religione o meno, vive la sua vita all’insegna della fede: nelle relazioni con gli altri, nell’amicizia, nell’amore, nella possibilità di farcela…. La fede, in un certo senso, è una delle modalità di conoscenza che caratterizza noi umani e che ci dà la forza di andare avanti.
Penso che questa canzone possa essere di buon auspicio per l’anno che ci attende. La fiducia che nutriremo gli uni negli altri sarà l’ingrediente indispensabile per un buon rapporto tra di noi e per aprirci ad un sapere, quello religioso, che ci permetterà di guardare al mondo con meno superficialità e più passione. La passione che solo un “credo” può dare.

Il testo della canzone

Cancellerò il passato
per non tornare indietro
Mentre riguardo in uno specchio i segni di chi ero
È il tempo del risveglio
risalgo dal profondo
Dopo aver fatto a pugni con me stessa credo

E credo nelle lacrime
che sciolgono le maschere
credo nella luce delle idee
che il vento non può spegnere

Io credo in questa vita, credo in me
Io credo in una vita, credo in te
Io credo in questa vita, credo in me

Credo nell’universo
nascosto in uno sguardo
Nella magia del tempo
che scandisce un cambiamento
E resterà il ricordo
ma non sarà un tormento
Dopo aver fatto un patto
col mio ego credo

E credo nelle lacrime
che sciolgono le maschere
Credo nella luce delle idee
Che il vento non può spegnere

Io credo in questa vita credo in me
Io credo in una vita credo in te
Io credo in questa vita credo in me
E credo in un amore che
Vince sempre sulle tenebre
Io credo in una vita credo in te

Sono consapevole
Che non cambiano le regole
Ma credo in un amore che
Vince sempre sulle tenebre

Credo ancora in un bacio che parte
E il cuore che batte
Uomini e macchine
L’inizio e la fine
La vita e la morte
Ancora rinascere
Come le stelle
Tra l’arte il disordine
E un giro di anime
Siamo satelliti
Intorno all’amore
Intorno all’amore
Credo

E credo nelle lacrime
che sciolgono le maschere
Credo nella luce delle idee
Che il vento non può spegnere

Io credo in questa vita, credo in me
Io credo in una vita, credo in me
Io credo in questa vita, credo in te

L’augurio ai miei studenti per questo nuova anno scolastico

Se non trovate bellezza a scuola siete per metà spacciati, perché passerete la metà delle vostre ore di veglia dietro a banchi e libri, e saranno ore sprecate, buttate via, nell’età vostra fatta per sperare oltre ogni speranza, con un eccesso che è tipico dell’adolescenza.
Un ragazzo, stufo della noia a cui lo costringeva l’ambiente in cui era cresciuto, sentendosi chiamato a grandi cose, decise di scappare di casa e scrisse una lettera a suo padre in cui diceva: “Preferisco essere infelice che piccolo, e soffrire piuttosto che annoiarmi”. La fuga fallì, ma rimase la sostanza di quella ribellione che lo portò a diventare il nostro più grande poeta moderno: Giacomo Leopardi. Questo vi auguro per quest’anno, essere disposti a rispondere a quella chiamata al compimento piuttosto che annoiarvi, affrontando anche difficoltà e fatiche pur di non accontentarvi di una vita piccola, piena di alibi e vittimismo.
Quando sentirete il vostro nome all’appello del primo giorno di scuola, ricordatevi che siete lo strumento indispensabile, qualsiasi esso sia, di un’orchestra chiamata a suonare lo spartito del futuro.
Tratto da A. D’Avenia, Lettera ai ragazzi che cominciano un nuovo anno scolastico