Rimanere umili 😉
La ragazza sempre in ritardo e la sua battaglia domestica
Il sorriso di Dio
Per cominciare
Un video per cominciare questo nuovo anno.
Impareremo on Biteable.
Il mio saluto ai ragazzi delle medie
Rivolgo il mio pensiero ai ragazzi con i quali ci stiamo per salutare, con la speranza di poterci rivedere a settembre tutti più riposati e fiduciosi per il futuro. Ho scelto alcune frasi di papa Francesco che saranno consegnate in modo casuale (ma al caso io non credo più di tanto) ad ognuno di loro. Ogni ragazzo farà girare la ruota e il numero che uscirà corrisponderà alla “sua” frase.
Volete provare anche voi? Girate la ruota e cercate la vostra frase.
e trovate la frase che corrisponde al numero uscito
La montagna fa scuola
Poiché sono sempre più convinta che dobbiamo educarci al bello e alla verità di ciò che siamo, vi riporto alcuni passi dell’articolo di PAOLO FERRARIO che ho letto su Avvenire del 17 febbraio e che racconta di una bella iniziativa attivata da una scuola.
La prima volta si sono persi nel bosco, tornando a casa, a sera inoltrata, stanchi, fradici e infangati, ma «felici come non li avevamo mai visti al rientro da scuola», hanno raccontato i genitori. Dai quali si aspettava magari un rimbrotto e non certo complimenti e, men che meno questa richiesta: «Lo farete ancora, vero? ». Quella prima volta, sul finire dell’autunno del 2007, rimarrà una pietra angolare del progetto “Le classi delle montagne”, promosso dal professor Stefano Piana: «Dovevamo imparare a orientarci nel bosco e abbiamo clamorosamente fallito. Ma abbiamo raggiunto un altro obiettivo, ancora più bello perché inaspettato: quel giorno abbiamo fatto nascere il gruppo classe».
A più di dieci anni di distanza, quando lo racconta si commuove ancora un poco, questo insegnante di Lettere della scuola media “Alice Noli” di Campomorone, alle porte di Genova, che è riuscito a tenere insieme le sue due grandi passioni, la montagna e la scuola, portando i suoi studenti a far lezione per vette e sentieri.
Avviato un po’ sottotraccia, il piano è diventato strutturale nell’anno scolastico 2013-2014, con tanto di Progetto educativo- didattico e la firma di un protocollo con il Club alpino italiano e il patrocinio della Regione Liguria e dei Comuni di Genova e territori limitrofi. Nei primi quattro anni, ha coinvolto quattro classi (prima, seconda e terza media) per un totale di 94 alunni, più altri 72 l’anno scorso. Quest’anno un ulteriore salto di qualità, con la firma di un protocollo d’intesa con la Croce Rossa e il Soccorso alpino, per favorire la partecipazione alle escursioni anche a cinque alunni disabili, facendo delle “Classi delle montagne” un potente fattore di integrazione e inclusione.
[…] Un lavoro, quello di comprendere, farsi prossimo e compagno di strada, di sostenersi l’un l’altro lungo il cammino, che la montagna, per certi versi facilita, ed è anche per questo che il professor Piana l’ha eletta a “classe”, senza pareti, né banchi o lavagna, ma non per questo meno adatta a formare la personalità degli adolescenti che gli sono affidati.
Così sono nate le escursioni delle “Classi delle montagne”, che dopo aver salito le cime sopra Genova, hanno visitato il Gran Paradiso e l’Adamello, il Renon e il Parco dello Stelvio […].
«Per i ragazzi la montagna è davvero maestra di vita, perché mette ciascuno e il gruppo di fronte a ciò che vuole diventare », sottolinea il professor Piana. Che, proprio perché queste escursioni non sono “gite” ma «scuola a tutti gli effetti», quando il sentiero spiana e il respiro si fa meno affannato, si affianca a qualche ragazzo e comincia anche a interrogare.
Al termine di ogni uscita, ciascuno compila il “Quaderno delle escursioni”, che gli studenti di terza porteranno anche all’esame. Su quello di Elisa, per esempio, si legge che in montagna si «impara a rispettare la natura e a sopportare la fatica di scalare una cima, crescendo insieme», mentre Tabitha annota entusiasta: «Mi piace camminare e mi piace ancora di più farlo insieme ai miei amici ». «La scuola si può farla anche fuori dalla scuola », aggiunge, quasi incredulo, Mirko e Marta conferma: «La montagna forma la classe e l’amicizia tra i compagni, migliora le relazioni con i professori».
E così anche la fatica dell’ascesa, che non è risparmiata ai ragazzi, si sopporta meglio, come osserva Marta: «Il percorso è ancora lungo, nuove avventure e nuove fatiche ci aspettano, ma non vediamo l’ora di camminare ancora insieme».
Il decalogo alla rovescia per fallire in questo anno scolastico
Un preside alcuni anni fa indirizzò questi consigli ai suoi studenti:
1 Considerate sempre i docenti vostri nemici
2 Durante le noiose ore di lezione, usate il vostro smartphone
3 Siccome la scuola è lunga, prendetevela con comodo, prendetevi pure qualche minuto in più al mattino, qualche minuto in più all’intervallo
4 Studiate solo il giorno prima delle verifiche, due se volete esagerare, e se poi non siete pronti, state a casa
5 Evitate di fare i compiti a casa, fior di pedagogisti vi dicono che sono inutili, tutt’al più copiateli la mattina stessa
6 Durante le verifiche copiate le risposte: è più semplice che rimettersi a studiare da capo tutte le volte
7 Non accettate voti e consegne, trattate fino allo sfinimento o vostro o dei prof
8 Cercate di evitare il più possibile i colloqui dei vostri genitori con i prof: tanto, si sa, non si capiscono
9 Fin da subito togliete valore al registro elettronico (non è aggiornato, non funziona, i prof non lo sanno usare…)
10 …e soprattutto, quando non sapete più cosa dire, urlate: “Adesso vado dal preside”
Bello, direte voi. Finalmente uno che ci capisce….
Però, ATTENZIONE! Ho dimenticato di dirvi che questo decalogo “alla rovescia” era accompagnato dalla seguente avvertenza:
PS: il preside in questione si chiamava Maurizio Lazzarini (è morto alla fine di questo agosto).
Io spero che la sua provocazione possa pungolarvi e farvi riflettere su ciò che vale la pena fare per riuscire a scuola e nella vita.
Meditate gente, meditate!
Anime viaggianti
Eccoci. Inizia un nuovo anno scolastico.
Come ogni settembre, da trenta anni a questa parte, incontrerò classi nuove e rivedrò “vecchi” alunni. Come ad inizio di ogni anno, mi troverò a ricordare agli studenti il perché staremo insieme e cercherò di far percepire quanto ognuno di loro sia importante, perché questo nostro incontrarci non è a caso e dovrebbe diventare occasione di crescita umana per tutti noi.
Crescere umanamente: questo è il compito che abbiamo, ed il mondo oggi come ieri ha bisogno di uomini e donne che siano espressione di un’umanità bella e vera.
Siamo, come dice una canzone, anime viaggianti in cerca di ideali, perché, come scriveva Dante, siamo nati per la virtù e la conoscenza.
Certamente questo viaggio verso la riuscita umana è faticoso perché (ricordo ancora i versi di questa canzone) i nostri cuori non sono pienamente liberi, ma prigionieri. Di che? Qui la canzone rimane sul vago, ma posso immaginare, come lo immaginate senz’altro anche voi, quali siano le catene che ci imprigionano, che ci portano a non essere liberi veramente ma ad assumere comportamenti spesso ridicoli e disarmanti.
Un altro mondo è possibile, sentiamo dire in questa misteriosa canzone. E di questo mondo “altro” noi tutti sentiamo il desiderio. Pensate: niente più guerre, odio, povertà.
Siamo anime viaggianti perché sentiamo che la vita è un cammino verso una pienezza che ancora non ci appartiene ma che può diventare nostra. Per questo dobbiamo interrogarci ed evitare di incamminarci in avventure che non portano da nessuna parte.
Questo viaggio alla ricerca di noi stessi e del senso da dare alla vita lo faremo anche attraverso tante testimonianze di coloro che, prendendo spunto da un libro che ho letto questa estate, definirei “avventurieri dell’eterno”.
Un altro mondo possibile c’è e lo sto cercando insieme a te, anzi insieme a voi.
Buon principio a tutti noi.
Ah, dimenticavo. Se volete ascoltare la canzone a cui ho fatto riferimento, cliccate sull’immagine.