Yo Teach! – Una grande alternativa a TodaysMeet

Vi presentai molto tempo fa Todays Meet un servizio completamente gratuito per ospitare discussioni via back-channel. Mi è venuto in mente di “rispolverare” questa funzione per i ragazzi del Liceo. Avete presente quando cercate una cosa inutilizzata da tempo e che in questo momento, proprio adesso, vi sarebbe utile? E vi è mai capitato che non la riuscite a trovare, o vi ricordate di averla buttata, in uno di quei momenti, che definirei devastanti, in cui decidete di liberarvi di tutte le cianfrusaglie? Beh, io mi sono sentita così, quando ho scoperto che Todays Meet è stato chiuso a giugno.
Partita la ricerca all’alternativa mi sono imbattuta in Backchannel Chat e Yo Teach. Quest’ultimo mi ha incuriosito in quanto ne ho trovato la recensione nel sito di Richard Byrne  https://www.freetech4teachers.com. 
Yo Teach! consente di creare spazi di backchannel online per facilitare le discussioni.
Per iniziare su Yo Teach! si va al sito e si dà un nome alla room. Questo già potrebbe di per sé bastare ma sarebbe meglio attivare la funzione admin, la funzione password e selezionare “avoid search”. L’opzione “evita la ricerca” nasconderà la room dai risultati di ricerca in modo che le persone non possano trovarla senza che venga loro fornito l’URL diretto. La funzione password consente di impostare una password che deve essere inserita prima che gli studenti possano partecipare alla chat. La funzione di amministrazione di Yo Teach! consente di disattivare o rimuovere gli studenti da una discussione, eliminare la stanza e visualizzare le statistiche sull’utilizzo della stanza. La funzione di amministrazione che rivela le statistiche mostrerà i nomi dei partecipanti e quanto sono stati attivi nella Yo Teach! room.
Per partecipare, lo studente va all’URL che contraddistingue la room, inserisce il nome e la password della room. È comunque possibile utilizzare Yo Teach! senza impostare la password.
Gli studenti possono digitare note e domande per apparire nella chat. Ma la funzionalità più interessante di Yo Teach! è l’opzione che consente agli studenti di disegnare su una lavagna e visualizzare i disegni nella chat.
Utilizzerò Yo Teach! per invitare i miei studenti ad una discussione su una tematica che proporrò loro, come avevo già fatto con Todays Meet.
Speriamo bene!

Disconnessi si può

Impresa “epica” per 429 studenti che hanno partecipato al progetto Challenge4me. Di che si tratta?
Vi riporto in parte l’articolo di Paolo Ferrario, che lo racconta su Avvenire del 30 marzo.

Per tre giorni (il 5, 6 e 7 marzo) sono stati sfidati a spegnere lo smartphone e a scollegarsi da Internet, prendendo parte a uno tra i primi esperimenti sociali del genere in Italia.
Il campione era composto da studenti che, in media, hanno ricevuto il primo cellulare a 11 anni e lo utilizzano per almeno cinque ore al giorno (con punte anche di 10 ore per il 6% degli intervistati).
Il 54% non spegne mai il telefono durante la giornata e il 67% lo tiene acceso anche mentre dorme. Eppure, il 71% degli alunni (304 su 429) ha dichiarato di aver superato la prova, riuscendo a stare senza cellulare e collegamento Internet per i tre giorni della prova. Il 75%, inoltre, ha superato «molto bene» il disagio della disconnessione e il 78% ha detto di «stare bene» anche senza cellulare. Risposte forse impensabili prima dell’esperimento. […]
«È stata un’esperienza molto liberatoria », ha commentato Giulia, della 5G dell’Istituto superiore “Primo Levi” di Vignola, mentre Alami, del “Cavazzi-Sorbelli” di Pavullo, ha rappresentato alla platea lo «stupore» degli amici. «Non credevano ce la facessi e, invece, ci sono riuscita», ha sottolineato con orgoglio la studentessa. E se Davide, della 1F del “Marconi” di Pavullo ha «riscoperto il dialogo e le passeggiate con gli amici», Maria Giulia, primina del Liceo di Pavullo, ha «dedicato più ore alla lettura e alla chitarra », scoprendo quanto tempo va, invece, «sprecato sui social», che ora, dopo l’esperimento, usa in «modo più consapevole».
Non tutti i ragazzi, però, ce l’hanno fatta, perché anche soltanto tre giorni senza connessione, per tanti può essere (ancora) un’impresa fuori portata. Così è stato per Elena, della 3^ del “Paradisi” di Vignola, che ha comunque voluto raccontare all’assemblea il proprio, parziale “fallimento”. «Dopo un giorno e mezzo ho riaperto la busta», ha detto, sottolineando la «difficoltà» della sfida. «Per me, perennemente connessa, è stato comunque un successo. perché ho capito che, anche se per un brevissimo periodo, posso farne a meno», ha aggiunto la giovane.
Anche Kevin della IV^ dello “Spallanzani” di Vignola, ha gettato la spugna, prendendo, così, consapevolezza di «essere dipendente » dalla tecnologia. Una sindrome direttamente legata al benessere della persona. Tra i risultati dell’esperimento, c’è anche la misurazione del livello di ansia generato dal vivere sempre connessi.
Così, i ricercatori che hanno analizzato i questionari, hanno scoperto che tra gli studenti del gruppo sperimentale, il livello di ansia è passato da 35.7 punti del primo giorno senza cellulare, al 33.3 del secondo per scendere al 30.8 del terzo giorno. Di contro, il bisogno di relazionalità si è mantenuto alto (intorno a 35.5 punti) nei primi due giorni, quando i ragazzi sono stati “costretti” a relazioni reali, mentre è sceso al 34.6 il terzo giorno, alla riapertura delle buste.

«Stare senza cellulari e connessione si può e fa pure bene – ha commentato Eugenio Garavini, presidente Lions Club di Vignola –. Per questo, da qui vogliamo lanciare la proposta di una Giornata nazionale della disconnessione, invitando giovani e adulti a disconnettersi dai social per connettersi con sé stessi e con gli altri».

La domanda non può che sorgermi spontanea: e noi? riusciremmo a essere così virtuosi?