La crisi dell’umanità

Siamo cresciuti, per lo meno io, con l’illusione che il progresso fosse un percorso lineare e inarrestabile, a meno di sciagurate scelte umane.
Ho visto la mia quotidianità arricchita da soluzioni tecnologiche che, da bambina, mi potevo solo immaginare guardando i cartoni animati dei Pronipoti.
La cosa strana, però, è che all’evoluzione della tecnologia non è seguita una pari evoluzione dell’uomo. Rimaniamo infatti ancorati agli antichi vizi (potere, corruzione, disprezzo dell’altro, egoismo, ecc…) ed anzi, per certi aspetti, a sentire le notizie dai vari TG, mi pare che stiamo precipitando in una fase di regresso spaventoso.
Di regressione del pensiero e della coscienza parla anche Morin (vedi Avvenire del 27/06/2017) che sottolinea come la crisi che stiamo vivendo non è solo di carattere economico ma è «una crisi dell’umanità che non riesce a essere umanità».
Credo che anche il caso del piccolo Charlie sia espressione di questo triste declino dell’umano, come l’indifferenza od ostilità con cui guardiamo ai flussi di gente disperata che preme alle coste del sud dell’Europa.
So che è tempo di vacanza, ma che non sia l’umano, quel briciolo di umano che è ancora in noi, ad andare in ferie.