NO, LA MELA NO😒

Il racconto del peccato originale non identifica il frutto proibito con la mela. Lo dico e ridico, ma tanto qualcuno ci casca sempre (anche la pubblicità🙄). 
Leggete cosa ho travato nella pagina Facebbok della Comunità ebraica di Roma (ndr il testo è adattato)

La Torà non rivela l’identità del frutto proibito nel Giardino dell’Eden – dicono i nostri Maestri – per timore che si potesse pensare: “Questa è la specie di frutta che portò la morte nel mondo”. 
I commentatori hanno formulato diverse opinioni su questo tema basate su vari indizi che si trovano nella Torà. Forse era grano, oppure uva (secondo lo Zohar – “Il libro dello Splendore”, testo scritto in un fiorito aramaico classico nella Spagna del XIII secolo – Noè piantò dell’uva appena uscì dall’Arca come riparazione del peccato del frutto proibito), fichi (secondo alcuni commentatori c’è un legame perché il fico servì come vestiario perché usato da Adamo ed Eva per coprirsi: “Tramite ciò con cui sono caduti in basso,sono stati rettificati”). Oppure ancora, il cedro, che in ebraico è chiamato “perì etz hadar” (il frutto dell’albero bello) collegato con l’albero della conoscenza del bene e del male che era di bel aspetto, oppure le noci.
Ma allora perché si è sempre detto che fosse la mela? Forse trae origine dalla parola latina malum, che significa “malvagio”, collegata all’altro termine latino malum preso in prestito dal greco che significa mela.