Saluti alla 3^D

Cari ragazzi, anche con voi si è concluso un percorso. Come per la 3^C, ho scelto di lasciarvi qualcosa su cui riflettere. Si tratta di un brano tratto dall’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, uno dei libri che hanno accompagnato la mia adolescenza.

“Credete che il vostro occhio abbracci un ampio orizzonte; forse, in verità non fate che guardare l’interno della vostra tinozza. Non vi potete sollevare fino all’orlo e vedere il mondo esterno delle cose, e allo stesso tempo vedere voi stessi. Siete sommersi nella tinozza di voi stessi: tabù, regole, apparenze sono le doghe della vostra tinozza. Pensate che il vostro sguardo spazi per un vasto orizzonte, forse, ma in realtà state solo guardando nell’interno della vostra tinozza.
Rompete e spezzate l’incantesimo di credere che la tinozza sia la vita!
E che voi conosciate questa vita!”.

Sono certamente molti gli impedimenti che ci permettono di essere veramente liberi. Molte volte la superficialità è una delle doghe che ci impedisce di prendere sul serio le cose, di cercare la verità, di guardare un po’ più in là di noi stessi. Ricordate: LA VOSTRA TINOZZA NON E’ LA VITA!

Saluti alla 3^C

Oggi è stato l’ultimo giorno di lezione e attraverso questo post vi voglio salutare lasciandovi qualcosa di vostro e qualcosa che ho scelto appositamente per voi.
Inserisco quanto realizzato con wordle da antonio, giulia, giacomo e in gruppo da gaia, enxhi e laura. Si tratta di una raccolta, per parole-chiave, degli argomenti che maggiormente hanno colpito i vostri compagni durante questo anno scolastico.

E adesso tocca a me.
Ho letto queste parole di don Primo Mazzolari e mi siete venuti in mente, uno ad uno.
Ve le lascio come ricordo di questo trienno trascorso insieme.

“Sono libero
quando accetto la libertà degli altri.
Sono libero
quando riesco a essere persona.
Sono libero
se la mia unica legge è l’amore.
Sono libero
quando credo che Dio è più grande
del mio peccato.
Sono libero
quando solo l’Amore riesce a incantarmi.
Sono libero
se mi accorgo che ho bisogno degli altri.
Sono libero
se solo la verità può farmi cambiare strada.
Sono libero
se posso rinuciare ai miei diritti”.

Auguri ragazzi.
Che possiate innamorarvi di questo modo di essere liberi!

Dieci Parole


Nel libro dell’Esodo, Dio, dopo aver liberato il suo popolo dalla schiavitù d’Egitto, dona il Decalogo, la Legge che sigla l’Alleanza tra Dio e l’uomo. Si tratta di Dieci Parole che non vanno intese come un elenco di rigide norme da osservare alla lettera, ma piuttosto come un insieme di valori che Dio propone all’uomo. Valori che esprimono il senso autentico dei rapporti che l’uomo deve instaurare con Dio, con gli altri, con se stesso e con la natura, per vivere bene, per realizzarsi sia come uomo, sia come figlio di Dio.
Queste Dieci Parole sono importanti ancora oggi per la nostra società, in quanto riassumono tutto ciò che ci permette di vivere insieme: l’amore, il rispetto per la vita, la verità, la giustizia. I Comandamenti, in fondo, garantiscono i diritti della persona.
Eppure oggi, ai Comandamenti e a tutto ciò che ha a che fare con precetti di carattere religioso si guarda con sospetto, come se i valori religiosi non fossero anche umani, anzi, come se costituissero una minaccia alla laicità. Eppure i nostri ordinamenti sono pieni di precetti e valori che hanno un’origine religiosa. L’editoriale di Carlo Cardia, pubblicato su Avvenire di oggi, insiste sulla pericolosità di un certo pensiero che guarda come terribile sciagura la “contaminazione” tra religione e società. L’idea di una religiosità del tutto aliena dalla razionalità è assolutamente estranea al cristianesimo, che non vuole imporre nulla, ma che sul dibattito sui valori, proprio in ragione della laicità (che intendo come apertura e non chiusura), chiede di poter dire qualcosa.
Ovviamente i precetti religiosi non si possono imporre a livello civile, ma scelte e posizioni razionali non possono ignorare orientamenti ideali, religiosi ed etici.
Io non credo che la legge debba solo permettere che ciascuno si comporti come meglio crede, perchè se così fosse, non ci sarebbero ragioni per impedire nessun tipo di comportamento: io faccio una scelta, non intendo imporla a nessuno, quindi, tu Stato non me la devi impedire, ma devi garantire questa mia libertà.
Non potrebbe esserci il rischio che, adottando queste posizioni, la società si disgreghi?
Una libertà senza valori, che libertà sarebbe? non diventerebbe più simile all’arbitrio, all’egoismo?
E se con i valori dobbiamo confrontarci, chi deve decidere che su certi temi qualcuno possa esprimersi e qualcun altro no? L’editoriale di Cardia conclude dicendo: ” Un corretto rapporto tra religione, razionalità, diritto, si sviluppa se si discute apertamente, senza preclusioni, la sostanza dei problemi da affrontare e risolvere”. Queste parole le sento anche mie, perchè è soltanto con il coraggio del confronto che anche le società, come singolarmente ognuno di noi, possono crescere.

Crescere in umanità


Nell’intimo di ogni persona è presente la coscienza morale che è un giudizio della ragione che, al momento opportuno, ingiunge all’uomo di compiere il bene ed evitare il male. Grazie ad essa la persona umana percepisce la qualità morale di un atto da compiere o già compiuto, permettendole di assumerne la responsabilità. Quando ascolta la coscienza morale, l’uomo prudente può sentire la voce di Dio che gli parla. Ovviamente la coscienza deve essere informata, educata, guidata alla scoperta della verità.
Cari ragazzi, non perdete l’occasione di informarvi, di chiedervi il perchè delle cose, di ascoltare persone autorevoli e sinceramente desiderose del vostro bene. Pregate anche! Se si vive nella falsità, nella menzogna e nella superficialità, il giudizio sulla bontà o meno di una certa azione si fa più difficile. La crescita in umanità è un cammino certo difficile e pieno di ostacoli, ma meraviglioso, proprio per il traguardo. Non credo che il vostro obiettivo sia una vita dis-umana. Abbiate allora il coraggio di “non conformarvi alla mentalità di questo tempo” (Rm 12,2), ma di impegnarvi per un mondo più giusto, più vero, meno dis-umano.
Perchè le riflessioni sulla coscienza che abbiamo fatto in questi giorni rimangano ancora per un po’, ho inserito la tagcloud del brano della Gaudium et Spes (n. 16) analizzato in classe.

Eccomi Qua

Comincio questa avventura nel mondo del virtuale, perchè un’ora d lezione non mi basta. Penso di affidare a queste pagine riflessioni, proposte di attività e tutto quello che potrà aiutare me ed i miei alunni a continuare, al di fuori dell’aula e oltre la lezione, il dialogo educativo.