Meno tecniche più sentimenti

Da “Noi genitori & figli”, supplemento di Avvenire, trovo questa presentazione al libro “Amore, sesso & Co.”:
“Ti basta una spiegazione scientifica degli apparati genitali o vuoi capire la tua sessualità?”; va subito al dunque il libro di Rosangela Carù, Monica Pinciroli e Luisa Santoro, tre educatrici lombarde che di sentimenti e sessualità da anni vanno a parlare nelle scuole elementari e medie. E il “dunque” è che i ragazzi provano emozioni e impulsi e spesso non sanno che nome dargli perchè a casa non si parla e le altre fonti di informazione ragionano più sulle “tecniche” che sui sentimenti. Così “Amore, sesso & Co” (In Dialogo, pag 88, euro 7,90) parla di tutto ciò che passa per la mente degli adolescenti, senza moralismi ma anche senza tecnicismi, mettendo in primo piano i sentimenti e le emozioni. Un libro nato dall’esperienza di anni accanto ai ragazzi, in ascolto delle loro domande più profonde e autentiche.
E’ un libro che penso possa piacervi perchè non è solo da leggere, ma da crocettare, personalizzare, completare, con test, interviste, percorsi di storie da scegliere …
Per voi che siete nella fase dell’adolescenza è un aiuto per vivere serenamente, da protagonisti, questa fase della vostra vita.

La regola d’oro

E’ di questi giorni la notizia dell’uccisione di 9 cristiani, tra cui anche bambini, in Pakistan. Purtroppo le persecuzioni contro i cristiani non sono relegate ad un passato lontano (all’epoca dell’Impero romano, per intenderci), ma sono di attualità ancora oggi, in diverse parti del mondo.
L’intolleranza religiosa nasce dall’ignoranza, dalla non conoscenza. La religione, purtroppo, è il pretesto di un gruppo che vuole soggiogare l’altro. Non motivazione teologiche, quindi, alla radice della violenza, ma solo l’obiettivo di cancellare il diverso. Pensate che i cristiani in Pakistan sono appena il 2% della popolazione, che per il 97 % è musulmana. Quale pericolo possono mai rappresentare?!!! Eppure, con la denuncia di blasfemia, vengono fatti oggetto di discriminazione e persecuzione.
Il Papa si è detto profondamente addolorato per quanto sta succedendo ed ha invitato ad intraprendere le vie della pace.
Benedetto XVI ha anche chiesto ad ognuno di rinunciare allo strumento della violenza che causa tante sofferenze ed ha invitato la comunità cristiana del Pakistan a continuare ad impegnarsi per costruire una società caratterizzata dal mutuo rispetto di tutti i suoi membri.
Voglio continuare a sperare in un mondo nuovo, in un’umanità meno dis-umana.
Per questo continuerò a far studiare a voi alunni che in tutte le religioni e culture del mondo esiste una regola che è la sintesi delle leggi morali. Viene chiamata “regola d’oro”, perchè è ciò che di più prezioso ogni religione ha elaborato. Questa regola invita a trattare gli altri come noi stessi, a fare agli altri quello che vorremmo facessero a noi, a considerare gli altri come vorremmo che ci considerassero.
Cliccate qui se volete saperne di più.

Il corpo umano canta la gloria di Dio

Immagino che abbiate sentito la notizia che il Papa ha ricevuto una delegazione degli atleti dei Mondiali di nuoto, che si sono conclusi da poco. Vi riporto alcune parti del suo discorso:
… non è difficile rendersi conto di quanta potenzialità Iddio abbia dotato il corpo umano, e quali interessanti obbiettivi di perfezione esso possa raggiungere. Il pensiero allora va allo stupore del Salmista che, contemplando l’universo, canta la gloria di Dio e la grandezza dell’essere umano. “Quando vedo i tuoi cieli, – leggiamo nel Salmo 8 – opere delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo perchè di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perchè te ne curi? Davvero l’hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato” (vv. 4-5). Come allora non ringraziare il Signore per aver donato il corpo dell’uomo di tanta perfezione, per averlo arricchito di una bellezza e di un’armonia che si possono esprimere in tanti modi!“.
Vi ricordate? Ho avuto già modo di parlarvi di questo salmo, nel post relativo allo sbarco sulla Luna.
Non so se vi rendete conto che il Papa, per fare i complimenti alle nostre nuotatrici e ai nostri nuotatori ha ricordato la grazia e il vigore dei loro corpi, “scomodando” Dio. Vedete, quando i cristiani pensano al corpo, riescono ad andare oltre la tentazione, che un bel corpo può suscitare, per arrivare a ringraziare Dio di tanta bellezza. Di fronte alla banalizzazione del corpo, di cui la nostra epoca è capacissima (pensate alla mercificazione che vediamo in tante occasioni, come in Tv, nelle riviste, nei film, ecc), il Papa ci ricorda che il corpo è invece un valore, non una cosa.
Il cristianesimo, insomma, ci dice che non si può guardare la bellezza di un uomo o di una donna senza pensare a Dio.
Perchè il corpo è segno di una realtà piena di significato.
Possiamo decidere di appartenere alla schiera di chi vede il corpo solo come tentazione e possesso, oppure di chi, invece, riesce a vederci un segno di Dio. Siete perfettamente in grado di comprendere le conseguenze di questi modi diversi di intendere la corporeità.
Non si ama il corpo se viene considerato oggetto da usare solo ed esclusivamente per il proprio piacere. Non si ama il corpo quando la sua cura, il suo benessere, diventa ossessione, come se fosse l’unica fonte della felicità.
Ancora una volta, mi sembra che il cristianesimo, più che limitare l’intelligenza e la libertà dell’uomo, sia una proposta che arricchisce l’orizzonte umano.
Pensateci su!
PS: un’ ultima, ma non meno importante considerazione. Dio ha reso omaggio al corpo umano, facendosi uomo lui stesso. Possiamo continuare a pensare che il corpo possa essere trattato solo come una cosa?!!!

Cristianesimo e sviluppo

Si va sempre più diffondendo l’idea che la religione sia un fattore di freno dello sviluppo umano, tanto da guardare come evento positivo l’emancipazione dell’uomo da Dio. Ma è proprio vero che la religione è in contrasto con il progresso umano? Qualche tempo fa ho letto su Avvenire un editoriale di Giacomo Savek Lodovici, e mi colpiva la sua riflessione sul cristianesimo che definiva, alla luce anche dell’enciclica di Benedetto XVI, di cui vi ho già parlato, un fattore di sviluppo. Altro che palla al piede!
Condivido pienamente questa posizione e provo a elencarvi i perchè, con lo sguardo attento all’enciclica e all’editoriale di cui sopra:
* Il cristianesimo proclama la dignità di ogni essere umano. Questo porta alla sollecitudine e alla solidarietà verso ogni uomo e ogni donna.
* Il cristianesimo bandisce ogni forma di violenza.
Sì, lo so, nel passato i cristiani e gli uomini di Chiesa alla violenza hanno fatto ricorso, ma non c’è nulla nel Vangelo che possa giustificare simili comportamenti. Di questo i cristiani dovranno rendere conto al Padreterno!

* Il cristianesimo proclama la fraternità universale, e non è cosa da poco. La ragione, da sola, può arrivare a pensare all’uguaglianza, ma la fraternità richiede il concetto della figliolanza. Si è fratelli, dicono i cristiani, perchè siamo figli dello stesso Padre.
* Il cristianesimo ha diffuso tra le masse l’idea della grandezza della ragione umana, immagine di quella divina, da impiegare in tutti gli ambiti nel modo migliore possibile.

* Il cristianesimo ha il suo centro e il suo ideale nell’Amore illuminato dalla verità. Proprio questa idea dell’amore ha spinto cristiani di buona volontà a trovare soluzioni al disagio, al degrado e alla povertà. Vi ricordo che le prime organizzazioni di assistenza nascono non per ini
ziativa degli Stati, ma sono frutto della testimonianza di vita dei cristiani.
* Il cristianesimo insiste molto su virtù umane quali la solidarietà, la laboriosità, l’onestà e così via. Tutto questo non contribuisce allo sviluppo materiale ed etico della società?
Il Vangelo non toglie nulla all’uomo, anzi!
Proprio a tal proposito voglio concludere con le parole che Benedetto XVI pronunciò alla sua prima messa da Papa, richiamando alla memoria il suo predecessore, Giovanni Paolo II:

Ancora, e continuamente, mi risuonano nelle orecchie le sue parole di allora: “Non abbiate paura, aprite anzi spalancate le porte a Cristo!” Il Papa parlava ai forti, ai potenti del mondo, i quali avevano paura che Cristo potesse portar via qualcosa del loro potere, se lo avessero lasciato entrare e concesso la libertà alla fede. Sì, egli avrebbe certamente portato via loro qualcosa: il dominio della corruzione, dello stravolgimento del diritto, dell’arbitrio. Ma non avrebbe portato via nulla di ciò che appartiene alla libertà dell’uomo, alla sua dignità, all’edificazione di una società giusta. Il Papa parlava inoltre a tutti gli uomini, soprattutto ai giovani. Non abbiamo forse tutti in qualche modo paura – se lasciamo entrare Cristo totalmente dentro di noi, se ci apriamo totalmente a lui – paura che Egli possa portar via qualcosa della nostra vita? Non abbiamo forse paura di rinunciare a qualcosa di grande, di unico, che rende la vita così bella? Non rischiamo di trovarci poi nell’angustia e privati della libertà? Ed ancora una volta il Papa voleva dire: no! chi fa entrare Cristo, non perde nulla, nulla – assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande. No! solo in quest’amicizia si spalancano le porte della vita. Solo in quest’amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione umana. Solo in quest’amicizia noi sperimentiamo ciò che è bello e ciò che libera. Così, oggi, io vorrei, con grande forza e grande convinzione, a partire dall’esperienza di una lunga vita personale, dire a voi, cari giovani: non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla, e dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il centuplo. Sì, aprite, spalancate le porte a Cristo – e troverete la vera vita. Amen.

Un giorno all’anno, un solo giorno all’anno


Un giorno all’anno, un solo giorno all’anno che si arresti la corsa agli armamenti“. Diceva così, nel 1961, Raoul Follereau, invitando i paesi ricchi a mettere da parte quei soldi risparmiati per aiutare i poveri. Facendo un po’ di conti, sosteneva che con il prezzo di due aerei da bombardamento si potevano sanare tutti i lebbrosi del mondo.
Dal libro di Antonio Socci, I segreti di Karol Wojtyla, leggo che dal 1945 ad oggi sono stati costruiti più di 128 mila ordigni nucleari e sono stati effettuati 2050 test nucleari. Pensate a quanto si spende per un’arma che non potrebbe comunque essere utilizzata, perchè se lo fosse, saremmo tutti perdenti! Con quel fiume di denaro si potrebbero risolvere tutti i problemi sociali ed economici dell’umanità e un discreto benessere sarebbe alla portata di tutti. Eppure la spesa per gli armamenti cresce un po’ dappertutto.
E’ proprio vero, come dice papa Benedetto e come vi ho riportato in un post del blog, che il cuore dell’uomo è inquinato. L’uomo si crede dio. Pensa di essere il padrone del mondo, della vita sua e di quella degli altri. Questo è il peccato dell’uomo, il non voler fare i conti con il Signore della vita.
Una volta, fu chiesto a Giovanni Paolo II quale fosse oggi il più grave pericolo che ci sovrasta. Egli rispose: “il peccato”.