Classi seconde: un gioco per ripassare
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Il Vangelo di oggi ci fa quasi rabbrividire:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte».
Ci stiamo forse avvicinando alla fine? Gli eventi di questi ultimi giorni, la crisi economica, lo scioglimento dei ghiacci, i venti di guerra, neanche tanto lontani da noi….
“Mi sa tanto, prof, che i Maya c’hanno ragione”.
Guardo gli occhi indagatori e spauriti del mio alunno e provo un’infinita tenerezza. Certo che ai nostri ragazzi facciamo respirare un’aria pesante! Il telegiornale è quasi da vietare ai minori e così le trasmissione del pomeriggio, che una volta era della “tivvù dei ragazzi”.
No. Il Vangelo di oggi non rinforza il ghigno sadico dei profeti di sventura:
«… Alzatevi, guardate in alto e lontano, perché la vostra liberazione è vicina».
Finchè rimango schiacciato nella materialità divento preda dell’ansia e della paura, ma se ho il coraggio di alzare lo sguardo al cielo e di vederlo con occhi diversi, mi scopro parte di un progetto che mi supera, che dà senso e sapore alla mia vita. Non sono qui per caso e la mia fame di giustizia, di pace, di bellezza, di verità ha un senso, ha un “destino”: «…allora vedranno il Figlio dell’uomo venire con grande potenza e gloria».
Questo mondo porta in sé un altro mondo: un mondo più buono e più giusto, dove Dio viene e regnerà per sempre.
Non c’è da aver nessuna paura se siamo gente dalla vita verticale: il “Cielo” non ci è nemico, ma nel Figlio di Dio che si fa uomo incontra la nostra umanità e la fa redenta, la innalza, le dà nuova vita.
Buon inizio di Avvento a tutti!
«La fede permette un sapere autentico su Dio che coinvolge tutta la persona umana: è un “sàpere”, cioè un conoscere che dona sapore alla vita, un gusto nuovo d’esistere, un modo gioioso di stare al mondo. La fede si esprime nel dono di sé per gli altri, nella fraternità che rende solidali, capaci di amare, vincendo la solitudine che rende tristi. Questa conoscenza di Dio attraverso la fede non è perciò solo intellettuale, ma vitale. È la conoscenza di Dio-Amore, grazie al suo stesso amore. L’amore di Dio poi fa vedere, apre gli occhi, permette di conoscere tutta la realtà, oltre le prospettive anguste dell’individualismo e del soggettivismo che disorientano le coscienze. La conoscenza di Dio è perciò esperienza di fede e implica, nel contempo, un cammino intellettuale e morale: toccati nel profondo dalla presenza dello Spirito di Gesù in noi, superiamo gli orizzonti dei nostri egoismi e ci apriamo ai veri valori dell’esistenza».
(Benedetto XVI, nell’udienza di mercoledì 21/11/2012)
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