Tra fede e non fede

C’è chi vede nella fede un impiccio, una zavorra che impedisce all’uomo di esercitare in pienezza la libertà, c’è chi invece…
Così rispose un vescovo italiano, noto teologo, ad un giovane che gli si presentò dichiarando…

Tra fede e non fede

Vivere a impatto zero

Mi ha colpito l’esperimento di Colin Beavan, giornalista che scrive di temi legati all’ambiente per giornali come l’Esquire e il New York Times.
Un giorno di gennaio in una New York con un’ improbabile temperatura di 22 gradi, il signor Colin decise di darsi da fare in prima persona per vivere in maniera eco-sostenibile. Nel cuore della Grande Mela, Colin e la sua famiglia (moglie e figlia) hanno incominciato a vivere a “impatto zero”, cioè hanno gradualmente eliminato detersivi, ascensori, mezzi pubblici, cibo confezionato, aria condizionata, televisione, carta igienica. Questo esperimento è diventato un libro e poi un documentario, ma ciò che mi sorprende è che vivendo come se la rivoluzione industriale non ci fosse mai stata, si risparmiano soldi (e su questo non c’erano dubbi), ma soprattutto si guadagna in felicità.
Se ci pensiamo bene la nostra è una società drogata (in senso ampio, intendo), perchè non riesce più a fare a meno di cose che sono del tutto inutili o non necessarie per la nostra felicità. C’è sicuramente un limite al di sotto del quale la vita si fa miserabile, ma il possedere tante cose, o il desiderare di averle non fa di noi delle persone felici. Sentite cosa dice il signor Colin: “La mia è la storia di uno stupido che si è stufato di sentirsi dire “fai schifo” dalla pubblicità e di passare da un giocattolo all’altro per stare un po’ meglio. Siamo noi a decidere cosa rende migliore la vita. Che differenza può fare una persona sola? Assolutamente nessuna, se non ci si prova”(Dal Resto del Carlino di domenica 16 maggio 2010).

una questione di scatole

Ognuno ha la sua croce….

Quante volte ci sarà capitato di sentire questa espressione: “E’ proprio vero, ognuno ha la sua croce”, per indicare che in fondo siamo nati per soffrire e che, chi più, chi meno, abbiamo tutti i nostri grattacapi.
La croce è quindi vista come qualcosa di scomodo, qualcosa da cui liberarsi. Eppure, come ha detto il Papa al termine della Via Crucis del Venerdì Santo, l’amore di Dio sulla Croce è l’unica forza capace di cambiare il mondo, di trasformare la morte in vita, il tradimento in amicizia, l’odio in amore.
Qualche giorno fa mi è arrivata per e-mail questa storia a vignette. Ve la propongo, come ulteriore invito a riflettere sul mistero della croce.

Non ci credo

Il piano di Dio è misterioso, ma la sua volontà di salvare tutti è certa. Per lo meno per chi ci crede.
Una vignetta per sorridere.

Non ci credo


Il bene è contagioso

Ho letto su Avvenire che gli scienziati dell’University of California a San Diego e dell’ateneo di Harvard hanno condotto un esperimento di cooperazione, in cui si dava del denaro ad alcuni volontari, liberi di cederlo o meno agli altri. Sapete qual è stato il risultato?
Di fronte a una buona azione anche gli altri si mostrano generosi, e anche a distanza di tempo. Le buone azioni, insomma, sono “contagiose”, si diffondono a  ondate, e i pochi che fanno bene generano una cascata che influisce sulle vite di centinaia di altre persone. Per una volta tanto, concludeva il servizio di Avvenire, la scienza ci rincuora e ci dà una direzione. Di cui la società odierna sembra avere più che mai bisogno…
Peccato che… leggete la vignetta.

Bene "contagioso"