L’Osservatore Romano e i Simpson

Mai avrei pensato che gli irriverenti e a volte antipatici Simpson potessero suscitare l’interesse di un giornale autorevole quale l’Osservatore Romano (il quotidiano vaticano), che è arrivato a dire che è possibile ritrovare in loro le tracce di un pensiero teologico.
Vi riporto una parte dell’articolo di Luca M. Possati:
“Perché tra i tanti temi che entrano in gioco nella vita della scanzonata comunità di Springfield quello di Dio, e del rapporto tra l’uomo e Dio, è uno dei più importanti (e più seri). Dalle interminabili prediche del reverendo evangelico Lovejoy – alle quali corrispondono regolarmente i sonni di Homer nei banchi in prima fila – al radicalismo ingenuo di Flanders e dei suoi figli biblisti maniacali, fino ai monologhi dei protagonisti che si rivolgono direttamente all’Altissimo. Anche se, in linea con lo stile della serie, non mancano i riferimenti pungenti alla confusione religiosa e spirituale dei nostri tempi, come quando Homer in preda al panico si chiede:”Ma Marge, e se avessimo scelto la religione sbagliata? Ogni settimana faremmo solo diventare Dio più furioso!”. Specchio insieme dell’indifferenza e della necessità che l’uomo moderno prova nei confronti del sacro, Homer trova in Dio il suo ultimo rifugio, anche se a volte ne sbaglia clamorosamente il nome:”Di solito non sono un uomo religioso, ma se tu sei lassù, salvami… Superman!”.
Errori di percorso, perché in realtà i due si conoscono bene. In un episodio, mentre la sua casa sta bruciando e Springfield è minacciata dai demoni, Homer decide di chiedere udienza proprio a Lui. Una scala mobile tra le nuvole lo porta al Suo ufficio, dove campeggia, in bella mostra sulla scrivania la scritta: I believe in Me.

L’Europa, l’Africa, i Paesi del Terzo mondo: diamo un po’ di numeri

  • In Europa, oltre la metà della popolazione adulta è in sovrappeso. Nel mondo oltre un miliardo di persone vive con meno di un dollaro al giorno. Ogni giorno i morti per fame sono 24.000.
  • Un cittadino americano consuma circa 1700 metri cubi di acqua all’anno; un italiano 1200; un africano, in media, 250. Un miliardo e quattrocento milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile.
  • Nei paesi sviluppati sotto i 5 anni muore un bambino ogni 200. In alcuni stati africani uno ogni 5. Da noi tutti i parti sono assistiti; nell’Asia Meridionale solo il 40%.
  • In Italia l’obbligo scolastico (diritto/dovere) è previsto per tutti fino a 18 anni; nei paesi meno sviluppati una bambina su due non frequenta la scuola elementare; oltre 150 milioni di ragazzi lavorano in condizioni rischiose, alcune decine di milioni vivono per strada, 8 milioni sono costretti alla schiavitù, un milione è detenuto, 250.000 sono arruolati come soldati….
  • In Europa nel 2007 sono morte di AIDS 12.000 persone; nel resto del mondo più di 2 milioni. Dodici milioni di ragazzi africani sono orfani a causa di questa epidemia. (Fonte: dossiercatechista, rivista della ELLEDICI)

Certamente questi numeri non possono lasciarci indifferenti. Crescere significa anche riconoscere che possiamo fare qualcosa per migliorare le condizioni degli altri. Abbiamo mai pensato a quello che possiamo fare? Mai sentito parlare di adozione a distanza, di volontariato, di Commercio equo e solidale, di Banco Alimentare?

La pace, il peccato, il racconto di Genesi 3

Il tema della pace, su cui stanno lavorando le classi terze, ci ha portato ad approfondire il discorso sul peccato. Quanti conflitti, quanta ingiustizia, quanta prepotenza! Perchè il mondo non conosce la pace? perchè è così difficile vivere in armonia con noi stessi e gli altri? Il male è sicuramente una provocazione alla fede, ma è anche una realtà con la quale a fatica facciamo i conti. Il senso del peccato oggi sembra essersi affievolito; se una volta, quando ero piccola io, tante cose erano peccato, oggi sembra invece che il peccato non esista più (della serie, “sono solo ragazzate”). Eppure non viviamo in pace, come ci dice anche la vignetta di Linus.

Mentre ci stiamo avvicinando al Natale, una seria riflessione sul mistero della venuta del Figlio di Dio sulla Terra è necessaria. Natale è più che una festa del “vogliamoci bene“; il mistero dell’incarnazione porta i cristiani a riflettere sull’immenso amore che Dio ha per ogni uomo, ma anche sulla tragedia del peccato. Dio si è fatto uomo perchè Cielo e Terra potessero incontrarsi di nuovo, perchè al “no” di Adamo si sostituisse il “sì” di Gesù, e attraverso di lui ognuno di noi potesse dire “sì” a Dio.
Gesù risorto saluta gli apostoli con la parola “Shalom”, che vuol dire pace. Il saluto ebraico shalom aleheim significa “la pace sia sopra di voi”, a ricordare che la pace è un traguardo che sta sopra di noi, in Dio.
La pace portata da Gesù è vicinanza con Dio e per avere la sua pace è necessario lottare contro le nostre cattive inclinazioni e abitudini. Ma i cristiani sanno che di fronte a questo impegno non siamo soli, perchè Dio è venuto ad abitare in mezzo a noi.
Inserisco in questo post la scheda da me predisposta per facilitare negli alunni la lettura e l’analisi del racconto del peccato originale.
 

La religione è un fatto scomodo?


Confesso, e non me ne vogliate, di non amare molto il calcio. Non ho seguito quindi la finale della Confederation Cup tra Brasile e Usa, ma ho visto al telegiornale le immagini dei calciatori brasiliani in preghiera, dopo la vittoria. Mi sono persa invece le canottiere di Kakà e Lucio, che a vittoria ottenuta sono state fatte vedere sollevando la maglia gialla della tenuta ufficiale. Cosa c’era scritto in quelle canottiere? non parolacce o bestemmie, ma “I belong to Jesus” (“io appartengo a Gesù”) in quella di Kakà e “I love (dove il love era un cuore rosso) Jesus” in quella di Lucio.
Ho letto che la Federcalcio danese ha chiesto alla Fifa di comminare punizioni esemplari perchè il fatto non torni a ripetersi, che cioè non sia più permesso nei campi di calcio, anche a partita terminata, di dare spazio a manifestazioni religiose.
Ma la religione deve essere solo un fatto da relegare alla sfera privata?
La questione è complessa, e a quanto pare, come vedrete nella vignetta che allego, con Linus e Lucy protagonisti, noi, poveri mortali, non riusciamo a parlare di religione con animo sereno e troppe volte siamo prevenuti di fronte al fatto religioso.
Varrà la pena ragionarci su?!!!

La libertà muore …anche in una sigaretta


Siamo portati a pensare che la libertà sia fare tutto ciò che si vuole. Quanto sbagliamo!!!
La vera libertà la si ottiene solo nel momento in cui riusciamo a conoscerci un po’ di più, nei nostri punti di forza e in quelli di debolezza, e siamo disposti a metterci in gioco per realizzare al meglio la nostra vita insieme agli altri.
La libertà muore quando non c’è “respons-abilità”, quando cioè non diamo “risposte-abili” ai vari problemi.
Quanti ragazzi, ad esempio, pensano di essere liberi perchè fanno tutto ciò che passa loro per la testa, sempre che una testa ce l’abbiano!
Così si pensa di essere ganzi perchè si ha una sigaretta tra le mani. Eppure studi sempre più rigorosi ci dicono che, per cadere nella trappola del fumo, bastano due mesi e mezzo, anche se si accende una sigaretta non tutti i giorni e non si aspira il fumo. Alla faccia della libertà!!!
E’ proprio vero come dice Sri Aurobindo Ghosh, pensatore indiano morto nel 1950, che “Il mondo intero aspira alla libertà, eppure ognuno di noi ama le sue catene“.
Per rifletterci su con il cuore meno pesante, vi lascio questa vignetta, trovata in www.mondoerre.it una rivista per ragazzi che vi invito a conoscere.

Saluti alla 1^B dell’IC "Strampelli"

Per salutarvi vi lascio una vignetta di Mafalda.
Mafalda è un personaggio di Quino famosa per l’arguzia, la simpatica irriverenza, l’impegno sociale.
In questa vignetta ci vuol dire che i buoni propositi devono diventare realtà. Si dice che l’inferno sia proprio lastricato di buone intenzioni.
Durante queste vacanze fate dei buoni progetti per il prossimo anno scolastico e impegnatevi a realizzarli. Ma, soprattutto, cercate di mettercela tutta per diventare delle “belle” persone.
Buone vacanze a tutti!

Saluti alla 2^A


Saluto anche voi, ragazzi, lasciandovi una vignetta con Linus e Charlie Brown.
Approfitto dei saluti per inserire i lavori inviati da Melody, Marta, i due Filippo e Rodrigo. Un grazie anche a tutti gli altri, in particolare Livia, Valeria, Ilenia, MariaFrancesca e Giorgio, i cui lavori, purtroppo sono persi nella pennetta per sempre.