Saluti alla 2^C e alla 2^D

L’ora di questa mattina non è bastata per finire i lavori che ci eravamo proposti e che avrei voluto mettere nel blog. In attesa di quelli che eventualmente manderete, approfitto per salutarvi con una frase di don Lorenzo Milani sulla scuola:

“La scuola è l’unica differenza che c’è tra gli uomini e gli animali. Il maestro dà al ragazzo tutto quello che crede, ama e spera. Il ragazzo crescendo ci aggiunge qualcosa di suo e così l’umanità va avanti. Gli animali non vanno a scuola. Le rondini fanno il nido uguale da millenni”.

Saluti alla 3^D

Cari ragazzi, anche con voi si è concluso un percorso. Come per la 3^C, ho scelto di lasciarvi qualcosa su cui riflettere. Si tratta di un brano tratto dall’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, uno dei libri che hanno accompagnato la mia adolescenza.

“Credete che il vostro occhio abbracci un ampio orizzonte; forse, in verità non fate che guardare l’interno della vostra tinozza. Non vi potete sollevare fino all’orlo e vedere il mondo esterno delle cose, e allo stesso tempo vedere voi stessi. Siete sommersi nella tinozza di voi stessi: tabù, regole, apparenze sono le doghe della vostra tinozza. Pensate che il vostro sguardo spazi per un vasto orizzonte, forse, ma in realtà state solo guardando nell’interno della vostra tinozza.
Rompete e spezzate l’incantesimo di credere che la tinozza sia la vita!
E che voi conosciate questa vita!”.

Sono certamente molti gli impedimenti che ci permettono di essere veramente liberi. Molte volte la superficialità è una delle doghe che ci impedisce di prendere sul serio le cose, di cercare la verità, di guardare un po’ più in là di noi stessi. Ricordate: LA VOSTRA TINOZZA NON E’ LA VITA!

Saluti alla 2^E

iUn saluto anche a voi, che non incontrerò più, per questo anno, in aula.
Giornata caldissima oggi, anche nell’aula computer, dove avete lavorato per sintetizzare gli argomenti che più vi hanno colpito in questo anno scolastico appena concluso. Non siete riusciti tutti a permettermi di salvare nella pennetta i vostri lavori (per la verità non tutti siete riusciti a finirli in tempo).
Inserisco nel post quelli che ho raccolto, realizzati da Mattia, Davide, Matteo insieme con Dhana, da Francesca, Agnese e Valentina in gruppo, così come Laura, Sara e Cristina.
Alcuni di voi hanno fatto errori di ortografia. Attenti, per le prossime volte. Mettiamola comunque così: il caldo era tanto da mandare in tilt il cervello!
Buone Vacanze!
PS: mi raccomando, chi sa di non aver fatto abbastanza durante questo anno, e non sto parlando solo di IRC, veda di approfittare dell’ estate per colmare qualche lacuna.

Saluti alla 3^C

Oggi è stato l’ultimo giorno di lezione e attraverso questo post vi voglio salutare lasciandovi qualcosa di vostro e qualcosa che ho scelto appositamente per voi.
Inserisco quanto realizzato con wordle da antonio, giulia, giacomo e in gruppo da gaia, enxhi e laura. Si tratta di una raccolta, per parole-chiave, degli argomenti che maggiormente hanno colpito i vostri compagni durante questo anno scolastico.

E adesso tocca a me.
Ho letto queste parole di don Primo Mazzolari e mi siete venuti in mente, uno ad uno.
Ve le lascio come ricordo di questo trienno trascorso insieme.

“Sono libero
quando accetto la libertà degli altri.
Sono libero
quando riesco a essere persona.
Sono libero
se la mia unica legge è l’amore.
Sono libero
quando credo che Dio è più grande
del mio peccato.
Sono libero
quando solo l’Amore riesce a incantarmi.
Sono libero
se mi accorgo che ho bisogno degli altri.
Sono libero
se solo la verità può farmi cambiare strada.
Sono libero
se posso rinuciare ai miei diritti”.

Auguri ragazzi.
Che possiate innamorarvi di questo modo di essere liberi!

I comandamenti

In questo post inserisco alcuni dei tagcloud realizzati dai ragazzi della 3^B che, divisi in gruppi, si sono cimentati con Wordle. Utilizzando questo strumento i ragazzi hanno raccolto le parole-chiave incontrate nell’unità sui Comandamenti.


Dieci Parole


Nel libro dell’Esodo, Dio, dopo aver liberato il suo popolo dalla schiavitù d’Egitto, dona il Decalogo, la Legge che sigla l’Alleanza tra Dio e l’uomo. Si tratta di Dieci Parole che non vanno intese come un elenco di rigide norme da osservare alla lettera, ma piuttosto come un insieme di valori che Dio propone all’uomo. Valori che esprimono il senso autentico dei rapporti che l’uomo deve instaurare con Dio, con gli altri, con se stesso e con la natura, per vivere bene, per realizzarsi sia come uomo, sia come figlio di Dio.
Queste Dieci Parole sono importanti ancora oggi per la nostra società, in quanto riassumono tutto ciò che ci permette di vivere insieme: l’amore, il rispetto per la vita, la verità, la giustizia. I Comandamenti, in fondo, garantiscono i diritti della persona.
Eppure oggi, ai Comandamenti e a tutto ciò che ha a che fare con precetti di carattere religioso si guarda con sospetto, come se i valori religiosi non fossero anche umani, anzi, come se costituissero una minaccia alla laicità. Eppure i nostri ordinamenti sono pieni di precetti e valori che hanno un’origine religiosa. L’editoriale di Carlo Cardia, pubblicato su Avvenire di oggi, insiste sulla pericolosità di un certo pensiero che guarda come terribile sciagura la “contaminazione” tra religione e società. L’idea di una religiosità del tutto aliena dalla razionalità è assolutamente estranea al cristianesimo, che non vuole imporre nulla, ma che sul dibattito sui valori, proprio in ragione della laicità (che intendo come apertura e non chiusura), chiede di poter dire qualcosa.
Ovviamente i precetti religiosi non si possono imporre a livello civile, ma scelte e posizioni razionali non possono ignorare orientamenti ideali, religiosi ed etici.
Io non credo che la legge debba solo permettere che ciascuno si comporti come meglio crede, perchè se così fosse, non ci sarebbero ragioni per impedire nessun tipo di comportamento: io faccio una scelta, non intendo imporla a nessuno, quindi, tu Stato non me la devi impedire, ma devi garantire questa mia libertà.
Non potrebbe esserci il rischio che, adottando queste posizioni, la società si disgreghi?
Una libertà senza valori, che libertà sarebbe? non diventerebbe più simile all’arbitrio, all’egoismo?
E se con i valori dobbiamo confrontarci, chi deve decidere che su certi temi qualcuno possa esprimersi e qualcun altro no? L’editoriale di Cardia conclude dicendo: ” Un corretto rapporto tra religione, razionalità, diritto, si sviluppa se si discute apertamente, senza preclusioni, la sostanza dei problemi da affrontare e risolvere”. Queste parole le sento anche mie, perchè è soltanto con il coraggio del confronto che anche le società, come singolarmente ognuno di noi, possono crescere.

Crescere in umanità


Nell’intimo di ogni persona è presente la coscienza morale che è un giudizio della ragione che, al momento opportuno, ingiunge all’uomo di compiere il bene ed evitare il male. Grazie ad essa la persona umana percepisce la qualità morale di un atto da compiere o già compiuto, permettendole di assumerne la responsabilità. Quando ascolta la coscienza morale, l’uomo prudente può sentire la voce di Dio che gli parla. Ovviamente la coscienza deve essere informata, educata, guidata alla scoperta della verità.
Cari ragazzi, non perdete l’occasione di informarvi, di chiedervi il perchè delle cose, di ascoltare persone autorevoli e sinceramente desiderose del vostro bene. Pregate anche! Se si vive nella falsità, nella menzogna e nella superficialità, il giudizio sulla bontà o meno di una certa azione si fa più difficile. La crescita in umanità è un cammino certo difficile e pieno di ostacoli, ma meraviglioso, proprio per il traguardo. Non credo che il vostro obiettivo sia una vita dis-umana. Abbiate allora il coraggio di “non conformarvi alla mentalità di questo tempo” (Rm 12,2), ma di impegnarvi per un mondo più giusto, più vero, meno dis-umano.
Perchè le riflessioni sulla coscienza che abbiamo fatto in questi giorni rimangano ancora per un po’, ho inserito la tagcloud del brano della Gaudium et Spes (n. 16) analizzato in classe.

La Bibbia a scuola


Gli alunni della classe 1^B dell’IC “N. Strampelli” hanno realizzato presentazioni in pps sulla Bibbia.
E’ stata proposta questa unità formativa non solo per avere una buona informazione generale sulla Bibbia, ma anche per capire perchè questo libro è così importante per i credenti e i non credenti. Effettivamente la Bibbia è essenziale sia per la cultura religiosa che per capire buona parte della nostra cultura letteraria e artistica. Conoscere la Bibbia, come ha detto mons. Ravasi, significa “conoscere il grande codice della nostra cultura e riuscire a capire la nostra identità”.
La conoscenza della Bibbia è anche alla base di un progetto che si chiama Bibbia Educational che ha coinvolto, per il momento, alcuni istituti scolastici del Lazio e della Lombardia, con lo scopo di permettere ai ragazzi di differenti religioni di conoscersi meglio, attraverso percorsi didattici multidisciplinari e interreligiosi tra Cristianesimo, Ebraismo ed Islamismo. Il dialogo e l’incontro tra culture e religioni differenti può infatti trovare nella Bibbia un valido supporto. Contro i fanatismi e l’integralismo l’unico vaccino possibile è la conoscenza.

Buono come il pane


L’IRC ha dato il suo contributo con le classi seconde ad una unità trasversale dal titolo “Buono come il pane”. Ogni classe, sulla base di una pista di lavoro assegnata, ha raccolto informazioni, aiutandosi anche con Internet, che poi sono state raccolte in presentazione con estensione pps. Questa attività ha permesso ai ragazzi di cogliere i significati simbolici legati al pane in diverse religioni e nella tradizione dei popoli del Mediterraneo, di conoscere alcuni aspetti della religione ebraica richiamati dalla presenza nella mensa di diversi tipi di pane (matza e challat), di approfondire il sacramento dell’Eucaristia e di vedere nel pane e nella sua condivisione il valore della pace e della solidarietà.
L’immagine riproduce le copertine dei singoli cd in cui sono stati raccolti i lavori di ogni classe.

La sfida della pace


Quest’anno tra i temi trattati per le classi terze c’è stato anche quello della pace. Abbiamo scoperto che la pace non è solo assenza di guerra, ma che, nel pensiero ebraico-cristiano è la vita degli uomini in armonia tra di loro, con il creato e con Dio.
Ho chiesto agli alunni di costruire spot sulla pace, che sono stati poi raccolti in un dvd. Accanto all’idea della pace come assenza di guerra, gli spot rimandavano anche ai personaggi che nel corso della storia hanno lavorato per la pace e all’impegno che le religioni devono profondere per il dialogo, affinchè mai più si utilizzi Dio per giustificare la guerra.
Volevo proporre un “assaggio” di questo dvd, attraverso uno dei tanti spot realizzati. La scelta non è stata facile, perchè i ragazzi sono stati tutti bravi e creativi. Lo spot che propongo riporta alcune parole di Giovanni Paolo II sul dialogo tra le religioni. L’ho scelto proprio perchè quelle parole risuonano ancora oggi attraverso Benedetto XVI, che ha espresso concetti simili nella sua visita in Terra Santa.
Non me ne vogliate ragazzi! attraverso lo spot scelto volevo ricordare anche il viaggio del Papa, in una terra che ha tanto bisogno di pace e di giustizia.