Il successo è anche arrivare ultimi

Non amo la competizione quando è vissuta in modo poco rispettoso dell’avversario e di se stessi.
Mettersi in gioco aiuta a crescere, ma vincere non fa mica sempre bene. Intendo dire che a volte è più onorevole perdere dignitosamente. Quando abbiamo fatto tutto quello che potevamo, la vittoria non è importante per se stessa. Conta di più, in un certo senso, accettare la sconfitta, o meglio, il risultato, qualunque esso sia. Con il proposito, comunque, di continuare a dare del nostro meglio, perchè questo è ciò che conta. Come è accaduto a Pistorius. Sapete di chi parlo?
Oscar Pistorius non aveva neppure un anno quando per una grave malformazione subì l’amputazione delle gambe, ma con la forza di volontà e la tecnologia (le protesi sempre più all’avanguardia) è riuscito a praticare tutti gli sport, dalla pallanuoto al rugby.
E’ stato l’ultimo a tagliare il traguardo della semifinale dei 400 metri sulla pista di Daegu (Corea del Sud), ma lo ha potuto fare a petto in fuori e con l’orgoglio di chi – nella storia dello sport – verrà ricordato come il primo atleta disabile ammesso a una gara per normodotati. Perchè, sapete, quando con le sue protesi incominciava a vincere su atleti dotati di gambe e piedi naturali, qualcuno insinuò che quei successi derivassero proprio dalle sue protesi. Una commissione scientifica si pronunciò sostenendo che quegli arti al carbonio «a ogni appoggio restituiscono il 90% dell’energia trasmessa alla pista, anziché il 60% come un piede umano».Come dire che il ragazzo vinceva solo grazie all’aiuto della tecnologia.
Un’altra sfida che Oscar ha accettato con la consapevolezza che non era così, che se vinceva era per il duro allenamento e la forte determinazione.
Pistorius ha poi ottenuto ragione e può oggi gareggiare con atleti normodotati. La sconfitta sulla pista di Daegu è stata comunque per lui una vittoria. Come vedete, diversi sono i modi di vincere. In modo onesto, intendo, e anche se non si arriva per primi.

A scuola un’ora dopo e la pagella migliora

Leggete qui:
“Svegliarsi presto per gli adolescenti è una gran faticaccia. Ma non è solo questione di pigrizia: più di uno studio scientifico ha dimostrato che l’orologio biologico dei ragazzi gira in ritardo di almeno un’ora o due rispetto a quello dei bambini e degli adulti. Colpa della melatonina – l’ormone che regola l’alternanza di veglia e sonno – che entra in azione in ritardo. Forte dei dati scientifici, Paul Kelly – preside della Monkseaton School di Tyneside, nel nord dell’Inghilterra – ha messo in atto un esperimento senza precedenti: per tutto lo scorso anno scolastico ha posticipato di un’ora l’inizio delle lezioni, consentendo ai ragazzi di entrare in classe alle dieci. La cosa non è piaciuta a tutti ma il preside – accusato di eccessiva indulgenza verso la pigrizia dei suoi alunni e di grande stravaganza – ha ottenuto risultati straordinari: quei sessanta minuti di sonno in più hanno fruttato ottime pagelle, i voti migliori degli ultimi 40 anni. Alle nove del mattino, i ragazzi erano a malapena svegli – ha spiegato Kelly – e la loro capacità di concentrazione molto compromessa. È stato sufficiente lasciarli dormire a volontà per averli in classe riposati, vigili e pronti a imparare. Bastasse sempre così poco!” (FONTE: Popotus del 01 settembre 2011)
Interessante, vero?
Tra pochi giorni ricomincia la scuola. Allenatevi a risvegliarvi presto, ragazzi, perchè, per il momento, nessuno qui in Italia parla di posticipare l’orario di inizio delle lezioni. Ci vediamo il 12 alle ore 8 (forse con gli occhi ancora stropicciati per il sonno).