Una cosa più grande

A conclusione di questo anno scolastico, spero di avervi lasciato l’idea, cari studenti, che ci sono domande di senso che accompagnano la nostra vita e che c’è qualcosa di più grande che ci riguarda. Come ogni anno siamo partiti dalla realtà in cui viviamo (e che viviamo) per provare ad avere uno sguardo più ampio che ci aprisse alla ricerca umana di senso e al confronto con il mondo della religione. Certo, il focus era puntato sulla religione cattolica ma il grandangolo 😉 ci ha permesso di conoscere e confrontarci con altri sistemi di significato. Vi saluto tutti, cari ragazzi, con questa canzone, che può essere letta con quello sguardo che ci fa intravvedere un oltre a cui, in quanto umani, tendiamo.

 

L’ora di religione: il kit del buon senso e del rispetto

Nonostante la lunga carriera di insegnamento, confesso di fare ancora fatica a digerire il meccanismo che mi sottopone ogni anno al gradimento dell’utenza. A cosa mi riferisco? Al fatto che i miei studenti potrebbero decidere di non frequentare più le mie lezioni. Perché? perché insegno religione. Non mi venite a dire, per favore, che se uno perde gli alunni è perché non è stato bravo e avvincente. Accetto di mettermi in discussione, ma vi rendete conto che è troppo allettante poter scegliere il nulla? Entrare un’ora dopo o uscire un’ora prima…..
Si chiede ai ragazzi un grande senso di responsabilità che neanche noi adulti abbiamo. 

Vi riporto il messaggio della presidenza della CEI rivolto a genitori e studenti. 

Cari studenti e cari genitori, nelle prossime settimane si svolgeranno le iscrizioni on-line al primo anno dei percorsi scolastici che avete scelto. In quell’occasione, sarete chiamati a esprimere anche la vostra scelta se avvalervi o non avvalervi dell’Insegnamento della religione cattolica (IRC), una materia che, per sua natura, favorisce il dialogo e il confronto tra persone ed esperienze diverse. 
Con molta chiarezza, infatti, le Indicazioni didattiche dell’IRC per tutti i gradi di scuola chiedono che gli alunni siano aiutati a “sviluppare un positivo senso di sé e sperimentare relazioni serene con gli altri, anche appartenenti a differenti tradizioni culturali e religiose” (Indicazioni per l’Infanzia), fino ad affermare che “l’IRC, nell’attuale contesto multiculturale, mediante la propria proposta, promuove tra gli studenti la partecipazione ad un dialogo autentico e costruttivo, educando all’esercizio della libertà in una prospettiva di giustizia e di pace” (Linee per i Licei). 
Proprio considerando il contesto nazionale e mondiale di questi mesi, crediamo che il valore del dialogo sereno e autentico con tutti debba essere un traguardo importante da raggiungere insieme
Avvalersi, nel proprio percorso scolastico, di uno spazio formativo che faccia leva su questo aspetto è quanto mai prezioso e qualifica in senso educativo la stessa istituzione scolastica. 
Ci piace, in proposito, ricordare alcune espressioni che Papa Francesco ha pronunciato in occasione dell’incontro sul Patto Educativo Globale lo scorso 5 ottobre 2021: 
«Da sempre le religioni hanno avuto uno stretto rapporto con l’educazione… [Essa] ci impegna a non usare mai il nome di Dio per giustificare la violenza e l’odio verso altre tradizioni religiose, a condannare ogni forma di fanatismo e di fondamentalismo e a difendere il diritto di ciascuno a scegliere e agire secondo la propria coscienza. Se nel passato, anche in nome della religione, si sono discriminate le minoranze etniche, culturali, politiche e di altro tipo, oggi noi vogliamo essere difensori dell’identità e dignità di ogni persona». 
Queste parole di Papa Francesco ci paiono particolarmente significative anche per esortare ciascuno di voi a scegliere l’IRC: aderendo a questa proposta, manifestate il vostro desiderio di conoscenza e di dialogo con tutti, sviluppato a partire dai contenuti propri di questa disciplina scolastica
Avvalersi delle opportunità offerte dall’Insegnamento della religione cattolica a scuola permette, inoltre, di incontrare degli insegnanti professionalmente qualificati e testimoni credibili di un impegno educativo autentico, pronti a cogliere gli interrogativi più sinceri di ogni alunno e studente e ad accompagnare ciascuno nel suo personale e autonomo percorso di crescita
Ci auguriamo che possiate accogliere con generosità questa occasione di crescita, così da poter iniziare o continuare tra voi e con i vostri docenti un proficuo dialogo educativo.
Proprio a sottolineare l’occasione di crescita offerta da questo insegnamento, ho preparato questo:

Durante l’ora di religione ho sempre, orgogliosamente, fatto altro

Alcuni spunti interessanti dalle pagine di questo libro E. FuksasAma e fai quello che vuoi, Marsilio 2020, pp. 41- 43.
Offriranno un’occasione di confronto, una volta ritornati a scuola.

«Amazon mi recapita la Bibbia di Gerusalemme, e i quattro Vangeli commentati dai migliori filologi in circolazione. […] 
Scopro con profonda vergogna che i Vangeli sono la Bibbia. Come lo sono le Lettere degli Apostoli, la Genesi…. Mi sconvolgo definitivamente quando capisco che anche il Cantico dei Cantici è la Bibbia. Cioè quel libricino beige Adelphi che avevo letto al liceo e dedicato ai grandi amori dell’epoca! Cose dell’altro mondo. La mia ignoranza è una cosa dell’altro mondo. […] 
E’ vero, ammetto: a scuola, in qualunque classe, a qualunque età, durante l’ora di religione ho sempre fatto, orgogliosamente, altro. 
Alle elementari al posto del “catechismo” seguivo “materia alternativa” con una bambina musulmana e un albanese, musulmano pure lui: mitologia greca con la maestra di sostegno del solo ragazzino handicappato della scuola. Credere o non credere (è poi davvero questo il “problema” della religione?) era una questione che poteva spettare. 
Intanto gli anni sono passati. 
Studia filosofia, altre che che Dio. E’ il tuo mondo, i libri che la tua famiglia ha in casa. Quella sì che è importante. La famiglia. La tua appartenenza. 
I classici, la storia, il pensiero, la matematica; formati. Ancora con queste storielle! Sì, certo, la Vergine che partorisce, l’uomo che risorge, i miracoli. 
Ancora non hai capito che la religione è servita per evitare che ci ammazzassimo troppo in fretta gli uni con altri. Glu uni contro gli altri. Ci ha dato, allora, un po’ di speranza. Ha evitato l’estinzione, è stata utile. Forse, neanche è detto, magari invece era meglio se ci estinguevamo. Ha dato leggi e regole a uomini cattivi e selvatici. Ma ormai….Siamo evoluti e non ci accoltelliamo più per nulla (insomma, non proprio: c’è ancora chi si accoltella per un parcheggio) e non servono più i dieci comandamenti. 
Abbiamo governi nazionali e sovranazionali.
Abbiamo tutto. Abbiamo troppo. 
Tempo fa ho ritrovato un mio bigliettino scritto su carta marrone – della pizza, anche unta! – per la maestra dell’asilo di mia sorella Bianca, la più piccola di oltre dieci anni. 
Mi raccomandavo di non farle fare l’ora di religione perché la bambina non era stata battezzata. Firmato da me e controfirmato dalla maestra della povera ignara bambina. […] »



L’ora di religione è anche per chi non crede

Se è messa alla prima o all’ultima ora forte è la tentazione di entrare dopo o uscire prima. Oppure non avvalersi diventa una presa di posizione contro il prof che non ci sta a non fare niente o a permettere che i suoi studenti facciano quello che vogliono. Disciplina debole richiede alunni forti. Forti nella consapevolezza che eliminare è sempre privarsi di qualcosa, che il confronto (come a volte lo scontro) è sempre meglio dell’indifferenza, che, se proprio non se ne condivide l’impostazione, si può chiedere un’alternativa culturalmente significativa.
Scegliere religione a scuola, anche se non si è credenti, è una buona scelta.
In questo video vengono elencate 7 buone ragioni.

L’evangelista Luca e l’uso consapevole dei social

Avreste mai pensato che Luca, l’evangelista e l’autore degli Atti degli Apostoli, potrebbe farci da guida ad un uso consapevole dei social?

Proprio quando avevo pensato di introdurre gli alunni delle classi seconde medie al Libro degli Atti degli Apostoli e alla conoscenza della vita della prima comunità cristiana, è accaduta la tragedia che si è consumata in una discoteca in provincia di Ancona. Tutti siamo rimasti sconvolti per quelle vite perse in una serata che doveva essere di allegria. Molti come me sono venuti anche a scoprire l’esistenza di un mondo musicale che affascina i nostri ragazzi ma che non si fa certo scrupolo di diffondere messaggi tutt’altro che edificanti.
In quei giorni postavo proprio una riflessione sui rischi di una condivisione poco critica e avveduta che permette a vari personaggi, dal dubbio talento, se non quello di utilizzare furbescamente il richiamo del proibito, di acquisire notorietà. Ma Luca, l’evangelista, in tutto questo che c’entra❓
Mentre costruivo una breve presentazione di questo personaggio mi si è accesa la lampadina.💡
Luca si preoccupa di non diffondere fake news e nei due prologhi (Vangelo e Atti) ce lo fa capire chiaramente.
Cliccando sul link potete vedere il video che avevo preparato per i ragazzi.

 

Avrete sicuramente notato che Luca ci tiene a precisare che ha fatto ricerche accurate🔍 e che ci sono testimoni dei fatti che riguardano Gesù. In sintesi, rivolgendosi a Teofilo, lo rassicura della solidità degli insegnamenti che ha ricevuto, perché il Vangelo è una cosa seria. Per questo Luca, che non è stato testimone oculare, ha fatto ricerche, verificato informazioni, ha proceduto insomma alla stesura tanto del Vangelo che degli Atti evitando quella che, oggi potremmo definire, diffusione di fake news.
Procediamo anche noi così? Abbiamo lo stesso rispetto mostrato da Luca nel diffondere le notizie, commenti e like? 😳
Il caso ha poi voluto che ci fosse un altro Luca, di tutt’altra pasta e di tutt’altre intenzioni, che ci facesse vedere i danni delle condivisioni a raffica e dei like dissennati. Luca, «l’uomo taggo», è stato il personaggio che ci ha permesso di confrontare i buoni e i cattivi comportamenti nei social.
Ecco il video.

Avevo intenzione di aiutare i ragazzi a riflettere anche su un altro aspetto che, purtroppo, si associa all’uso poco critico e dissennato dei social: gli haters, i portatori d’odio😢. Sembra che, dietro lo schermo si scatenino gli istinti più biechi e si apra una sorta di gara a colpire chi è più in difficoltà. E’ successo anche a Bebe Bio, che è stata però capace di rispondere in modo ironico ai suoi denigratori.

🏋️ Non è da tutti essere così forti da farsi beffe di chi ti aggredisce con le parole. Le storie di Amanda Todd e Carolina Picchio sono purtroppo l’emblema di chi non ce la fa a ribellarsi in modo sano e costruttivo a chi calpesta la tua dignità via social. Ma Luca cosa può dirci su questo?

Direttamente nulla. Viveva in un’epoca molto lontana da noi. Eppure anche i primi cristiani sono stati denigrati e accusati delle peggiori cose. E’ lo stesso Luca a raccontarci del primo martire della storia della Chiesa, santo Stefano.
Il nostro Luca, però, mi offre un altro interessante spunto di riflessione 🤔.
Nell’atto di iscrizione ad un corso online, proprio sull’educazione digitale, ho sottoscritto quello che è definito Honour Code. Tra gli impegni assunti mi è piaciuto che ci fosse scritto l’invito a mostrare “buon gusto” nello scambio. Oserei aggiungere anche qualcosa di più: nella rete dovremmo impegnarci a diffondere belle notizie, non tutto quello che contribuisce a incrementare rabbia e malcontento.

Luca ha affidato agli Atti degli Apostoli il racconto di quello che, per stupire gli alunni e renderli più attenti, ho definito il primo twitter multilingue della storia della Chiesa.

Immaginatevi il twitter scritto nelle lingue allora conosciute (ebraico, aramaico, greco, latino….)

Le emoji del fuoco e del vento ricordano la discesa dello Spirito Santo. Il vento indica la forza e la sorpresa dell’intervento di Dio; il fuoco è come quello del Sinai per Mosè: brucia, scalda ma non distrugge. E’ così che Luca ci ha raccontato la Pentecoste.
Potete negare che si tratti di una bella notizia? La morte è sconfitta, le promesse del Dio di Israele si sono realizzate…
Quando siamo sui social ci sentiamo di contribuire a diffondere notizie belle, positive, che non offendono ma, al contrario, danno energia e forza per contribuire ad un mondo più umano?😇
Questo è in sintesi il racconto di un’esperienza di apprendimento proposta agli alunni. Li ho visti interessati e partecipi. Speriamo che abbiamo anche imparato qualcosa! 😉

Il racconto di un anno

Ho sistemato le unità realizzate in questo anno scolastico.
Mi piace ripensare il mio lavoro, soprattutto per rendermi conto di quanto avrei potuto fare (e non ho fatto) e di quello che avrei potuto, invece, risparmiare agli alunni.
Inserire questo lavoro nel blog è un modo per non perderlo (visto che sono imbattibile in questo), ma anche per mettermi in gioco. Non penso tanto al contributo che potrei dare ai colleghi (che comunque non mi dispiacerebbe), ma ai suggerimenti e alle critiche costruttive che potrei ricevere.