Se non si vuole rinunciare ad Halloween…..

Sapete già come la penso su Halloween, quindi non mi ripeto. Dico solo una cosa: se capissimo veramente il senso di quello che facciamo e riscoprissimo la bellezza di quello a cui rinunciamo, all’orrido e alle zucche preferiremmo altro.
Se pensate che non si può proprio rinunciare ad Halloween, ecco il mio suggerimento (trovato su FB).

Abitare il mondo, ovvero trovare il senso

«Tutto ha senso, anche questo sassetto. E se sapessi quale, sarei il Padre Eterno. Ma se questo sassetto è inutile, allora tutto è inutile… Anche le stelle».
Così dice il Matto a Gelsomina in una dolceamara scena della Strada di Fellini, in cui la donna si lamenta del fatto che la sua vita non serve a nulla. Il Matto, gentile acrobata ambulante, ha la capacità di trovare il sublime nel quotidiano, per questo non perde mai il buon umore e le dà speranza.
Un’arte che richiede non poco impegno: molto più comodo il lamento (di cui spesso noi Italiani siamo campioni) che rende sterile il potere creativo dell’indignazione. La pigrizia usa spesso la maschera del pessimismo, disinnesca la rivolta e consente di rimanere inerti di fronte al male. Rivoluzionario è invece fronteggiare il male e rimanere di buon umore, perché solo così possiamo combatterlo e scorgere, anche se con impegno e pazienza maggiori, il vero brillare delle cose e delle persone. Certo è difficile scovare la bellezza sottile, offuscata dalla fatica dei giorni, ma se non impariamo a trovare la nostra «casa» ci sentiremo inutili e in esilio.
Abitare viene dal latino avere (habeo), ma nella forma frequentativa, quindi abitare è «continuare ad avere»: è qualcosa che rimane anche quando tutto attorno si muove e si perde. In un’epoca in cui tutto sembra precario, imparare ad abitare, a fare casa dentro e fuori di sé, è essenziale per essere felici. Come? Io «abito», possiedo me stesso e il mondo, quando leggo l’Odissea, quando preparo una lezione con cura e vedo i miei ragazzi gioire, quando ascolto una sonata di Beethoven, che è sempre lì qualsiasi cosa accada, quando sostengo un amico piegato dal dolore o creo con lui un progetto ambizioso, quando riesco a scrivere righe eleganti e veritiere…
Solo la coltivazione della vita interiore trasforma qualsiasi caos in casa. Per questo mi stupisce la lentezza con cui troviamo la bellezza «minuta», che sta appunto nei singoli minuti e rende il mondo casa. Il mio compito di insegnante e narratore è, come quello del Matto, rendere percepibile questa bellezza, perché l’unico modo per essere felici è abitare, ovunque.

Prendo in prestito queste parole di Alessandro D’Avenia  per augurare a voi, “miei” studenti del Liceo, di imparare ad “abitare” il mondo, a trovare il senso del vostro essere qui, ora.
Abbiate a cuore la vostra vita interiore che, come dice lo scrittore D’Avenia, trasforma qualunque caos in casa permettendoci di trovare il senso…..anche di un sassolino.
Buone vacanze, ragazzi!

Cos’è la Chiesa?

La parola “Chiesa” [“ekklesìa”, dal greco “ek-kalein”, chiamare fuori] significa “convocazione”. Designa assemblee del popolo [At 19,39], generalmente di carattere religioso. È il termine frequentemente usato nell’Antico Testamento greco per indicare l’assemblea del popolo eletto riunita davanti a Dio, soprattutto l’assemblea del Sinai, dove Israele ricevette la Legge e fu costituito da Dio come suo popolo santo [Es 19].
Definendosi “Chiesa”, la prima comunità di coloro che credevano in Cristo si riconosce erede di quell’assemblea. In essa, Dio “convoca” il suo Popolo da tutti i confini della terra. Il termine “Kyriaké”, da cui sono derivati “Church”, “Kirche”, significa “colei che appartiene al Signore” (CCC 751).
In senso ampio il termine Chiesa include tutta l’umanità di tutti i tempi: tutti, infatti, siamo chiamati a far parte di questa comunità (Lumen Gentium, 9: In ogni tempo e in ogni nazione è accetto a Dio chiunque lo teme e opera la giustizia (cfr. At 10,35). Tuttavia Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che lo riconoscesse secondo la verità e lo servisse nella santità).
Non dobbiamo quindi pensare alla Chiesa come a una semplice istituzione, o a qualcosa che non ci riguardi.
La Chiesa è una iniziativa di Dio che si rivela nella storia, cominciando da Abramo per arrivare a Gesù, per rivelare e spiegarci il Suo amore per l’umanità.
A tal proposito vi propongo le parole di Papa Francesco nell’udienza del 18 giugno del 2014:

Ma allora, perché Dio vuole la Chiesa? Perché non desidera redimerci singolarmente, ma tutti insieme, e vuole fare di tutta l’umanità il proprio popolo. L’essere umano, nel progetto di Dio, non è fatto per l’individualismo. Dio stesso non è a-sociale, ma Trinità, ovvero una comunione inserita in un eterno scambio di amore. In base al modello divino anche l’uomo è orientato alla relazione, allo scambio, alla partecipazione e all’amore (vedere Youcat, nn 121-122) e in questa relazione (con Dio e con gli altri), realizza la propria umanità.

Motivi per amare la scuola

La Scuola che vorrei non è certo la scuola che frequento. Si può sintetizzare così il sondaggio che ho proposto ai ragazzi in questi giorni: raccontare la scuola che vorrebbero.
Molti sono stati gli alunni (sia delle medie che del liceo) a parlarmi di una scuola meno noiosa, dove ci si può muovere, scegliere le materie da frequentare, con più strumenti tecnologici e aule più grandi e con meno alunni. Qualcuno mi ha detto che la scuola non gli piace a prescindere. Il fatto stesso che esista la rende di per sé odiosa.
Ho pensato allora che molti di loro mi vedono più come un’avversaria che una persona che si mette al loro fianco per aiutarli a maturare, a sviluppare la capacità di conoscere il mondo e loro stessi.
Mentre scrivo mi viene da canticchiare “Ecco 13 buone ragioni per preferire una birra ad una come te…e un panino al salame”. Beh, penso che i ragazzi sulla scuola  abbiamo più di tredici ragioni per preferirla ad altro.
Ma non c’è possibilità di aiutare gli studenti a capire che imparare può essere bello, interessante, che la fatica poi ti ripaga?

Provo ad aiutarmi con il mondo del rap.