Come stai messo ad empatia?

Se vi dicessi che lo stile comunicativo di Gesù ha a che fare con l’empatia penso che mi guardereste perplessi. Prima di tutto vediamo cosa si intende per empatia. In qualunque dizionario trovate più o meno questa definizione:
«capacità di immedesimarsi nelle condizioni di un altro e condividerne pensieri ed emozioni».
A questo punto riuscirete a seguirmi meglio perché, chi più chi meno, sapete che con la sua vita, Gesù ci insegna a vedere gli altri in un modo diverso, condividendo i loro sentimenti e sostenendoli nei momenti di delusione.
Sin dal principio, i discepoli hanno potuto testimoniare la sensibilità di Gesù: la sua capacità di mettersi nei panni degli altri, la sua delicata comprensione di ciò che accade nel cuore dell’essere umano, la sua acutezza nel percepire il dolore degli altri.
Provo ad elencarvi un paio episodi in cui si coglie questo immedesimarsi di Gesù: arrivando a Nain, senza che sia stata pronunciata parola, si fece carico della tragedia della vedova che aveva perso il suo unico figlio; davanti alla tomba dell’amico Lazzaro, pianse insieme a Marta e Maria.
Vi ricordo poi anche altri incontri di Gesù: Matteo, Zaccheo, la donna cananea, oppure l’adultera.
Lo sguardo di Gesù va oltre i pregiudizi, le differenze di cultura o le condotte di vita discutibili.
Non dimentichiamo però che per i cristiani Gesù è il Figlio di Dio che si è fatto uomo, che cioè ha condiviso la nostra stessa natura umana eccetto il peccato. Più empatia di così!
Lo stile comunicativo di Gesù, la sua stessa vita, testimoniano, per chi crede, l’amore di Dio, la relazione bella che Dio vuole costruire con ciascuno di noi.
Relazione ed empatia vanno, se così si può dire, a braccetto, perché non c’è empatia al di fuori di una relazione sincera con l’altro. Per essere più chiara vi faccio vedere questo video.

 

E’ il legame che costruiamo con gli altri che fa di noi delle persone più o meno empatiche.
Certo, non si è empatici se siamo concentrati in noi stessi, egoisti e invidiosi, pronti a giudicare e condannare.  A volte pur essendo empatici facciamo fatica ad esprimerci per timidezza e insicurezza. D’altro canto l’espansività non è automaticamente segno di empatia. L’empatia richiede delicatezza e capacità di vedere il bene anche dove sembra non ci sia. In fondo, proprio come faceva Gesù.
Vi propongo un test, tanto per riflettere sui nostri atteggiamenti. Come tutti i test non si tratta di dare un giudizio, ma di offrire un’occasione per acquisire consapevole dei nostri punti di forza o di debolezza.
Cliccando sull’immagine potete accedere al test.

Ci siamo… pronti per la scelta della scuola superiore?

Come si suol dire, il dado è tratto.
Ovvero ormai i giochi dovrebbero essere fatti.
Insomma, per farla breve, bisogna iscriversi alla scuola superiore.
Vi ho già indicato alcune informazioni sulle scuole nel post del 18 gennaio 2014. Vi aggiungo il link dal Miur per conoscere le diverse proposte, che trovate cliccando qui.
Continuo a “tormentarvi”, proponendovi un test dal titolo “Come ti vedi e prevedi?” che vuole aiutarvi a riflettere sul vostro modo di preperarsi ad affrontare le scelte future. E’ tratto da MondoErre e lo potete scaricare cliccando sull’immagine.
Ragazzi….buona scelta!!!

http://www.mondoerre.it/download/00PERSONALE_2014_img/01/Rubriche/supertest201401.pdf

Conosci le buone maniere?

Ci sono momenti in cui vi guardo, carissimi alunni, e mi chiedo dove siano andate a finire le buone maniere. Vi siete mai visti durante il cambio dell’ora? oppure quando si va all’aula video o all’aula computer? per non parlare di alcuni momenti in classe?

Quanta poca attenzione agli altri nel vostro modo di comportarvi!!!

Le buone maniere rendono meno pesante la convivenza, ingentiliscono i nostri modi di fare, rendono più civile l’ambiente in cui ci troviamo. A volte dicono anche chi siamo e da dove veniamo.Sembra che oggi siano fuori moda (le buone maniere, intendo), tanto che più cafone sei, tanto più  successo hai. Sarà…. ma io continuo a pensarla in modo diverso, e vorrei vedere alcuni di voi più gentili, più rispettosi, insomma, più educati, come penso i vostri genitori vi raccomandino in continuazione.Vi lascio un test per vedere quanto praticate le buone maniere.Cliccate sull’immagine per scaricare il test, tratto da MondoErre.

Promossi o rimandati?

Un interrogativo incomincia a levarsi nei corridoi dell’istituto, all’ingresso o durante la ricreazione: “Promosso o bocciato?”. Per alcuni di voi la domanda non ha proprio senso, ma per altri il dubbio è legittimo.
Come vi ho più volte detto, la bocciatura, per quanto dolorosa, potrebbe essere un’occasione da sfruttare: un tempo più lungo potrebbe infatti facilitare gli apprendimenti, permettere di maturare. Nessuno ha però la sfera magica per leggere il futuro, quindi non pensiate che gli insegnanti arrivino a decisioni del genere a cuor leggero.
Il test che vi propongo, tratto dalla rivista Mondoerre, non ha nulla a che fare con la promozione o bocciatura, ma con quell’atteggiamento, complice di molte bocciature, che ci fa rimandare al domani quello che potrebbe essere fatto oggi. Una buona capacità organizzativa unita al senso del dovere è alla base di ogni successo scolastico; non basta infatti essere intelligenti per riuscire a scuola, ma sicuramente il successo scolastico si fa difficile per chi trova mille e mille occasioni per prolungare la ricreazione, nonostante l’intelligenza a disposizione.
Per scaricare il test cliccate sull’immagine.

Buona fortuna! In tutti i sensi.

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Noi Associazione riunisce oratori e circoli. Chi ha la mia età è sicuramente cresciuto negli oratori, che erano luoghi di incontro e di gioco, ma anche luoghi in cui la presenza del sacerdote o dell’animatore oltre a far sentire tranquilli i genitori, offriva agli stessi ragazzi spazi di dialogo e di confronto con un adulto che aveva a cuore il nostro bene.
Ho letto che questa associazione sta proponendo ai giovani tra i 13 e i 18 anni una sequenza di 18 immagini da commentare. Lo scopo è quello di capire come i giovani leggono la realtà per cercare un migliore approccio dal punto di vista educativo. Se volete partecipare a questa iniziativa, cliccate sull’immagine in fondo al post. Dopo aver indicato la vostra età, il sesso e la provincia di appartenza, vi troverete di fronte ad una sequenza di 18 immagini con accanto uno spazio entro il quale inserire il proprio commento alla foto e alla frase slogan riportata sotto.