Quiz sulle religioni monoteiste

Alunni di classi prima, vi propongo un quiz, per verificare se, nel vostro lavoro di ricerca sono state raccolte anche le informazioni che dovreste possedere per rispondere bene alle domande del quiz.In ogni caso vi sarà utile per ripassare o per aggiungere ai dati che possedete, anche quelli che scoprirete svolgendo l’esercizio. Vi auguro buon lavoro, e auguro buona fortuna a tutti quelli che vorranno misurarsi con il quiz.
Come al solito, si clicca sull’immagine per avviare l’esercizio.

Scegliere l’IRC a scuola

Siamo in tempo di iscrizioni alla scuola primaria e secondaria di primo grado. All’atto dell’iscrizione bisogna indicare se ci si avvale o meno dell’insegnamento della religione cattolica. E’ un’opportunità che viene data agli studenti di conoscere la religione che fa parte del patrimonio storico del popolo italiano, a prescindere dal credo religioso di appartenenza. Non catechesi o indottrinamento, ci tengo a sottolinearlo, ma approccio culturale offerto a tutti. Vi rimando al video che preparai a suo tempo. Cliccate qui.
Mi è giunta anche la segnalazione, da parte del Delegato per l’insegnamento della diócesi di Urgell – Andorra – España, di un loro video per promuovere la scelta della religione a scuola.
E’ in spagnolo, ma se vi sforzate un po’ riuscirete a capire che anche per gli spagnoli la scelta della religione a scuola aiuta a conoscere meglio le tradizioni, la cultura, i valori del Paese in cui si vive.

Il Giorno del Ricordo

 
La guerra è sempre un affare sporco. Provoca morte, divisione, acceca il cuore dell’uomo, che così diventa capace di cose orribili.
Il 10 febbraio è il giorno dedicato  alle vittime delle foibe e agli italiani dell’Istria e Dalmazia che furono costretti a lasciare le loro case, il lavoro, gli amici e gli affetti, incalzati dalle bande armate jugoslave. Più di 350 mila italiani furono coinvolti in questa sorta di caccia all’uomo e decine di migliaia furono uccisi nell Foibe o nei campi di concentramento. Le foibe sono cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo, ed è  in quelle voragini dell’Istria che fra il 1943 e il 1947 sono stati gettati, vivi e morti, quasi diecimila italiani.
Ricordare questa tragedia non vuol dire riaccendere rancori o rivalse, ma rendere giustizia a chi, incolpevole, ne rimase vittima e, soprattutto, tenere a mente che niente di simile deve mai più accadere.
L’anno scorso al Vittoriano fu allestita una mostra per ricordare quella tragedia per tanto tempo dimenticata. Vi propongo il servizio che La7 trasmise per l’occasione (era il 2 febbraio del 2009). Cliccate sull’immagine per aprirlo.

Simboli religiosi

Da wikipedia ho elaborato questa immagine con i simboli delle religioni monoteiste.

Se volete conoscere il significato dei vari simboli, sempre in wikipedia potete trovare le informazioni che vi interessano.
Ma cos’è un simbolo?

Syn-bolon è un termine greco che significa “messo-insieme”. Si riferisce ai patti che venivano stabiliti tra due contraenti e poi scritti su un coccio. I patti venivano sigillati (o tagliati) spezzando il coccio in due metà ciascuna delle quali era detta appunto synbolon. Ciascun simbolo rimandava all’altro, anche se non era presente e visibile, richiamando l’unità dei due, il patto stabilito.
La parola simbolo nelle culture occidentali indica genericamente qualcosa di reale e sensibile che rimanda però ad una parte mancante che gli appartiene, un parte reale ma non sensibile; una parte sovrasensibile che solo l’immaginazione intuitiva, stimolata dal simbolo, riesce a cogliere. Attraverso questa dinamica il simbolo riesce a mettere insieme nella coscienza umana sensibile e sovrasensibile, percezione e intuizione e attraverso di essa il simbolo risuona con la realtà soprasensibile a cui rimanda.

Il simbolo si puo’ rappresentare  come una entità formata da più strati:
– uno piu’ esterno, significante,
– ed uno piu’ profondo, significato.
Liberamente adattato da www.corsodireligione.it

Il simbolo nasce con l’uomo. L’attività simbolica dell’uomo è la prima attività propriamente  umana.
Attraverso i linguaggi simbolici, l’esperienza, l’interiorità, il soprasensibile, lo spirituale, il divino, diventa comunicabile.

Il simbolo nelle religioni colma la distanza fra uomo e Dio, mette insieme il visibile e l’invisibile, ha perciò il potere di mettere l’uomo in relazione con il sacro, con l’eterno e con il divino, mediante oggetti e forme che hanno significati sempre da scoprire, come la croce, il tao, la stella. Nei simboli i significati non stanno tanto nel segno in sé, quanto nell’interiorità dell’uomo che li contempla, perciò sono sempre nuovi e vanno cercati nella propria anima. (definizione tratta dal libro di religione per le scuole medie inferiori Symbolum, della EDB)

Un film sulla strage di Marzabotto

La guerra è tremenda, fa dell’uomo una bestia (con tutto il rispetto per gli animali, che non sono capaci di simili efferatezze). Ricordate, ragazzi, il discorso sul peccato? L’uomo perde la sua umanità quando dimentica Dio, quando sostituisce alla Sua volontà i propri istinti.
Dal 22 gennaio è in proiezione nei cinema il film “L’uomo che verrà”, che racconta del genocidio compiuto, a più riprese, dai nazisti a Marzabotto. I rastrellamenti cominciarono  dal 29 settembre 1944 e furono trucidati, anche in chiesa, 770 civili in maggioranza donne, vecchi e bambini di cui 250 sotto gli otto anni, non esclusi i preti.
Mi è sembrato di aver capito che non è possibile vedere questo film in tutte le sale cinematografiche, perchè sono solo 42 le copie in circolazioni. Qui nelle Marche dovrebbero essere soltanto due i cinema che lo stanno proiettando.
Che peccato! Pur non avendo avuto modo di vederlo, ne ho letto critiche piuttosto favorevoli. In ogni caso racconta di una vicenda a cui i nostri libri di storia dedicano poche righe.

Vi racconto la storia del film, così come l’ho trovata girando in internet.
Inverno, 1943. Martina ha 8 anni, vive alle pendici di Monte Sole, non lontano da Bologna, è l’unica figlia di una famiglia di contadini che, come tante, fatica a sopravvivere. Anni prima ha perso un fratellino di pochi giorni e da allora ha smesso di parlare. Nel dicembre la mamma rimane nuovamente incinta. I mesi passano, il bambino cresce nella pancia della madre e Martina vive nell’attesa del bimbo che nascerà mentre la guerra man mano si avvicina e la vita diventa sempre più difficile. Nella notte tra il 28 e il 29 settembre 1944 il piccolo viene finalmente alla luce. Quasi contemporaneamente le SS scatenano nella zona un rastrellamento senza precedenti, che passerà alla storia come la strage di Marzabotto.

Se cliccate sulla locandina del film, potrete vedere il trailer.

La Chiesa e la Scienza

Il 2009 è stato l’Anno Internazionale dell’Astronomia. Per la Santa Sede è stato un’importante occasione di approfondimento e di dialogo. Diversi dicasteri vaticani, a vario titolo e con diverso grado di coinvolgimento, sono stati all’origine di manifestazioni, iniziative, e progetti che hanno avuto come oggetto l’astronomia e la figura di Galileo.
Non poteva essere diversamente, perchè esiste un vincolo stretto tra la contemplazione del cielo stellato e la religione. In quasi tutte le culture e civiltà, l’osservazione del cielo è impregnata di un senso profondamente religioso. Nei movimenti dei pianeti e nell’ordinata rotazione della volta celeste gli uomini hanno sempre cercato risposta ai loro più profondi interrogativi.
Anche nella Bibbia troviamo le tracce di questa antica sapienza, che sottolinea la forza creativa di Dio, dalle prime pagine della Genesi all’adorazione dei Magi, passando per l’avventura personale di Abramo, che vedeva nelle stelle del cielo il pegno sicuro della promessa divina.


Nella storia della Chiesa, l’astronomia ha avuto anche un ruolo privilegiato. Come parte del Quadrivium, le arti liberali che precedevano lo studio della filosofia e la teologia, l’astronomia fu introdotta nel curriculum ecclesiastico da Gerberto d’Aurillac, papa e astronomo, a cavallo dell’anno mille. Ma Silvestro II non è l’unico Papa che si è occupato di Astronomia: come ricordato da Benedetto XVI all’Angelus del 21 dicembre – solstizio d’inverno – anche Gregorio XIII, sostenitore della riforma del calendario che porta il suo nome, e papa S. Pio X, che sapeva fabbricare orologi solari, sono stati cultori di astronomia. A testimonianza di questo interesse, ci sono le meridiane nelle Chiese, una delle quali, ricordava sempre Benedetto XVI, è la stessa piazza san Pietro e, soprattutto, c’è l’Osservatorio Astronomico Vaticano, conosciuto come Specola Vaticana, erede dell’osservatorio del Collegio Romano, affidato alla Compagnia di Gesù. E sempre Papa Benedetto XVI, all’inizio dell’anno dell’astronomia, nella festività dell’Epifania ha ricordato il sorgere ai nostri tempi di una nuova visione cosmologica proprio “grazie alla passione e alla fede di non pochi scienziati, i quali – sulle orme di Galileo – non rinunciano né alla ragione né alla fede, anzi, le valorizzano entrambe fino in fondo, nella loro reciproca fecondità”.

L’anno dell’astronomia, indetto dalle Nazioni Unite per commemorare i 400 anni delle prime scoperte astronomiche, ha visto Galileo come protagonista. Galileo è stato il primo uomo che ha puntato un telescopio verso il cielo, provando un senso di meraviglia nuova. Egli ha aperto per l’umanità un mondo finora poco sconosciuto, allargando i confini della nostra conoscenza e costringendoci a rileggere il libro della natura sotto una nuova luce. La Chiesa non può non onorare la figura di Galileo, geniale innovatore e figlio della Chiesa.
I tempi sono ormai maturi per una nuova considerazione della figura di Galileo e dell’intero Caso Galilei. Va ricordato però che la Chiesa ha vissuto quest’anno dell’astronomia con la consapevolezza di aver già compiuto in proposito un lungo cammino di riflessione. Già il Concilio Vaticano II, in esplicito riferimento a Galileo, aveva deplorato “certi atteggiamenti mentali, che talvolta non sono mancati nemmeno tra i cristiani, derivati dal non avere sufficientemente percepito la legittima autonomia della scienza” (Gaudium et spes, 36). Posteriormente, Giovanni Paolo II istituì nel 1981 una Commissione per riesaminare a fondo il Caso Galileo e rimuovere gli ostacoli che questo caso poneva per un sereno confronto tra la scienza e la fede. La Commissione, guidata nella sua ultima tappa dal Cardinale Paul Poupard, ebbe il coraggio di riconoscere gli errori dei giudici di Galileo, i quali, “incapaci di dissociare la fede da una cosmologia millenaria, credettero, indubbiamente a torto, che l’accettazione della rivoluzione copernicana, peraltro non ancora definitivamente provata, fosse di natura tale da far vacillare la tradizione cattolica e che, pertanto, fosse loro dovere proibirne l’insegnamento”. Questo “errore soggettivo di giudizio”, a causa del quale Galileo ebbe molto a soffrire, fu riconosciuto senza mezzi termini nella Seduta Pubblica davanti al Corpo Diplomatico e ai Membri della Pontificia Accademia delle Scienze. (Adattato da http://www.srmedia.org)
Galileo è stato un grande! Anticipando i tempi, era riuscito a conciliare i risultati delle sue ricerche scientifiche con i contenuti della fede cristiana.
Come mai si fa invece ancora fatica a demolire nell’immaginario di tante persone, l’idea errata che la fede cristiana e la scienza non possono incontrarsi?

Il grande raduno della religione induista

Mentre cercavo del materiale da proporre alle classi seconde come ricerca sui gesti, i luoghi, i riti attraverso i quali gli uomini cercano di entrare in comunicazione con il divino, mi imbatto in una notizia che, in sintesi, dice questo: i pellegrini indù si sono lamentati delle acque troppo inquinate del Gange, in cui in questi giorni si stanno immergendo per il rito di purificazione legato alla festa di Maha Kumba Mela, che dovrebbe terminare alla fine del mese di febbraio.

Conoscevo l’importanza del fiume Gange e del bagno di purificazione praticato dai fedeli indù, ma di questa festa non avevo mai sentito parlare. Girando in Internet, scopro invece che, addirittura, diverse agenzie di viaggio hanno organizzatto per quest’anno itinerari in India per assistere agli eventi legati a questa festa. Perchè Maha Kumba Mela è un raduno spirituale che si tiene una volta ogni 12 anni. E’ quindi un evento straordinario. Sono gli astrologi a stabilire il giusto periodo in cui celebrarlo, perchè la cerimonia deve  avere luogo solo quando Giove entra in Acquario e il sole
entra in Ariete.

Con un simile allineamento planetario, infatti, si creerebbero le condizioni ideali per una perfetta meditazione e concentrazione. Nel corso della grande cerimonia sacra migliaia di yogin, sadu e asceti, confluiscono dai loro eremi nella giungla verso le acque del fiume Gange, nei pressi del quale, per numerosi giorni e notti, si soffermano compiendo meditazioni e sacri riti. Gli indù credono che durante una Kumbha Mela chiunque si bagna, con atteggiamento profondamente devozionale, nelle acque del Gange possa lavare dalla propria anima tutti i residui del proprio Karma (Azioni) e liberarsi dal ciclo delle nascite e rinascite.