Pinocchio e l’inganno di una falsa promessa di felicità

Cerchiamo tutti la felicità. La cerchiamo nei luoghi o nelle occasioni più disparate…anche disperate (la droga, ad esempio, il bere fino a stordirsi, e tanto altro ancora).
Cosa vuol dire essere felici? Come si fa ad essere felici?
Sono queste le domande che stanno accompagnando l’unità di lavoro dei ragazzi delle terze medie. Ripropongo la riflessione su Pinocchio così come proposta della seieditrice. Un’occasione che rioffro ai miei alunni per rivedere quanto trattato a scuola, e una proposta per i colleghi.
Cliccare sull’immagine per accedere al materiale.

  Lucignolo e Pinocchio visti dal pittore, disegnatore e illustratore Libico Maraja

Lascia perdere chi ti porta a mala strada

Don Pino Puglisi venne ucciso dalla mafia nel giorno del suo 56/o compleanno. Era il 15 settembre del 1986.

Benedetto XVI ha autorizzato la Congregazione per le Cause dei santi a promulgare il decreto relativo al martirio di Puglisi perchè ucciso «in odio alla fede». Per questo verrà dichiarato beato.
Dopo le indagini, mandanti dell’omicidio furono riconosciuti i capimafia Filippo e Giuseppe Graviano. Quest’ultimo fu condannato all’ergastolo per l’uccisione di don Puglisi il 5 ottobre 1999, mentre il fratello Filippo, dopo l’assoluzione in primo grado, fu condannato in appello all’ergastolo il 19 febbraio 2001. Condannati all’ergastolo dalla Corte d’assise di Palermo anche Gaspare Spatuzza, Nino Mangano, Cosimo Lo Nigro e Luigi Giacalone, gli altri componenti del commando che aspettò sotto casa il prete.
Poiché a scuola stiamo parlando di questo sacerdote, della sua fede e del suo costante impegno evangelico e sociale nel quartiere Brancaccio di Palermo, vi propongo un documentario trasmesso qualche tempo fa dalla Rai, dal titolo “Lascia perdere chi ti porta a mala strada”, una raccomandazione che don Pino rivolgeva spesso ai “suoi” giovani.

Ildegarda di Bingen è dottore della Chiesa

Sant’Ildegarda di Bingen oggi viene proclamata dottore della Chiesa da papa Benedetto XVI. Ultima di dieci fratelli, Ildegarda nacque a Bermersheim vor der Höhe, vicino ad Alzey, nell’Assia-Renana, nell’estate del 1098, morì il 17 settembre 1179. Molteplici i suoi interessi: di scrittrice, musicista, cosmologa, artista, drammaturga, guaritrice, linguista, naturalista, filosofa, poetessa, consigliera politica, profetessa e compositrice.Ma soprattutto fu monaca e teologa. Si occupò anche di scienze naturali e nonostante i suoi molteplici interessi non venne mai accusata di stregoneria, considerata l’autorevolezza della persona e in particolare la sua santità. «Oggi l’esemplarità di Ildegarda, già coltivata nell’alveo delle discipline accademiche (teologia, filosofia e medicina), trova un riscontro ampliato in ambiti di pensiero di più recente configurazione o prassi: la musica medievale e lo studio dell’arte miniata, la fitoterapia e l’erboristeria, la concezione olistica della creatura umana in equilibrio armonico fra corpo, anima e psiche – spiega Elena Modena dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. A ciò si aggiunga l’autobiografico descriversi come una donna che si fa semplicemente tramite di un sapere rivelato, la cui preziosa complessità non può che richiamare a un cammino d’elevazione interiore, suggerito potenzialmente a ognuno».

Modifica le tue foto su Internet con piZap

PiZap è un servizio online gratuito che permette di modificare immagini e foto, senza bisogno di scaricare nulla sul PC o registrarsi.

Con piZap è possibile:
– Creare dei collage
– Modificare foto
– Creare degli sfondi personalizzati

Il servizio possiede tutte le classiche funzioni dei programmi di fotoritocco, ed anche qualche piacevole aggiunta:
– Ridimensiona
– Ritaglia
 – Aggiusta saturazione, luminosità e contrasto
– Scrivi sulle foto
– Decora le foto con oggetti (barba, baffi, capelli, ecc.)
– Aggiungi nuvolette in stile fumetto

L’educazione e la felicità

«Nell’edu­cazione le parole servono a poco. L’educazione è fatta di testimo­nianza. Misteriosamente i bambi­ni ci guardano e, attraverso senso­ri misteriosi, registrano il nostro cuore, la risposta che diamo alle grandi domande sulla vita. Per que­sto abbiate a cuore voi stessi e l’e­ducazione diventa una cosa sem­plice. Non confondiamo mai lo strumento con lo scopo, la strada con la meta che è l’educazione. Lo scopo è un uomo felice di essere al mondo, un bambino che diven­tando grande senta amica la vita».
Franco Nembrini, rettore del centro scola­stico “La traccia” di Calcinate

Dio e l’uomo secondo Gesù

[…] Gesù poi – rivelandoci, attraverso il mistero della sua passione e della sua gloria, che anche l’umiliazione, la sofferenza, la morte trovano posto in un disegno d’amore che tutto riscatta e alla fine conduce alla gioia – ci preserva anche dalla follìa di chi arriva a ipotizzare, fondandosi sulla sua stessa personale esperienza, che un Dio probabilmente esiste; ma, se esiste, è malvagio e causa di ogni malvagità. È il sentimento espresso, per esempio, nella spaventosa professione di fede di Jago nell’Otello di Verdi all’atto secondo: «Credo in un Dio crudel che m’ha creato simile a sé». Il Dio che ci è fatto conoscere dal Redentore crocifisso e risorto, è un Dio che ci vuol bene e, come dice san Paolo, fa in modo che «tutto concorra al bene per quelli che sono stati chiamati secondo il suo disegno» (cf. Rm 8,28); tutto concorre al nostro bene anche quando noi sul momento non ce ne avvediamo. È la verità consolante ed entusiasmante che Gesù ci confida, quasi suprema sua eredità, nei discorsi dell’ultima cena: «Il Padre vi ama» (Gv 16,27). Il Padre ci ama: con questa certezza nel cuore ogni difficoltà, ogni tristezza, ogni pessimismo diventa per noi superabile. Facendoci conoscere il Padre, Gesù ci porta anche alla miglior comprensione di noi stessi: ci fa conoscere chi siamo in realtà, quale sia lo scopo del nostro penare sulla terra, quale ultima sorte ci attenda. «Cristo – dice il Concilio Vaticano II – proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore, svela anche pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione» ( Gaudium et spes 22 ). Così veniamo a sapere – e nessuna notizia è per noi più interessante e risolutiva di questa – che siamo stati chiamati ad esistere non da una casualità anonima e cieca, ma da un progetto sapiente e benevolo. Veniamo a sapere che l’uomo non è un viandante smarrito che ignora donde venga e dove vada né perché mai si sia posto in viaggio, ma un pellegrino motivato, in cammino verso il Regno di Dio (che è diventato anche suo) e verso una vita senza fine. Il dilemma tra l’essere increduli e l’essere credenti è in realtà il dilemma tra il ritenersi collocati entro un guazzabuglio insensato e il conoscere di essere parte di un organico e rasserenante disegno d’amore. L’alternativa, a ben considerare, sta fra un assurdo che ci vanifica e un mistero che ci trascende; alternativa che esistenzialmente diventa quella tra un fatale avvìo alla disperazione e una vocazione alla speranza. Perciò san Paolo può ammonire i cristiani di Tessalonica a non essere malinconici e sfiduciati come gli altri; «come gli altri – egli dice – che non hanno speranza» (1Ts 4,13). Questa è dunque la sorte invidiabile di coloro che sono «di Cristo»: dal momento che «conoscono le cose come stanno», non sono costretti ad appendere ai punti interrogativi la loro unica vita. (tratto da “Il vantaggio di essere credenti” del cardinale Giacomo Biffi in Avvenire del 2/09/2012)