Il valore della rinuncia

Sono una prof, ma sono anche mamma. Perciò, abbiate pazienza, se “rompo” un po’. Fa parte del ruolo.
L’altro giorno, sfogliando Il Resto del Carlino, mi trovo a leggere il Commento di Marcello d’Orta. Chi è costui? Vi dicono niente “Io speriamo che me la cavo” o “Dio ci ha creato gratis“, tanto per ricordare alcuni dei libri che ha scritto? Se non sapete proprio di chi stia parlando, alcune brevi note biografiche. Marcello d’Orta, prima di dedicarsi completamente alla scrittura, ha insegnato per quindici anni a Napoli, la città in cui è nato. Ha fatto il maestro nelle zone più depresse e ad alta densità criminale di quella città, ma è stato capace di cogliere, da bravo maestro che è, un’umanità insospettabile in tanto degrado umano e ambientale.
Ma ritorniamo al commento di cui vi facevo cenno e che ha come titolo “Per i più somari un prof in spiaggia“. Il riferimento era ad una iniziativa che si chiama “Teach on the beach”. In che consiste? Ripetizioni al mare, alla modica cifra di 15 Euro l’ora. Su questa formula, inventata per venire incontro ai genitori di figli poco amanti della scuola, il giudizio del nostro commentatore è severo, perchè …. lascio parlare lui:
Chi può impedire che un professore faccia lezione su una spiaggia di Ischia o di Capri? Ma qui non è una questione di leggi. Ma una questione di educazione. Quella che non hanno impartito ai ragazzi i genitori. Dalla nota in condotta a una bocciatura o a un rimando a settembre, implicito o esplicito è il biasimo di un insegnante, e un genitore dovrebbe prenderne atto. La lezione (la lezione morale) del professore andrebbe ribadita da un padre, non ignorata. Non si può regalare a un figlio svogliato la motocicletta, o anche solo mandarlo al mare come se niente fosse accaduto. Al mare un somaro ci può anche andare, ma non certo per riparare il debito formativo. Il valore della rinuncia è fondamentale per la crescita di un individuo: come fanno certi genitori a non capirlo? A furia di dar tutto ai figli, li hanno fatti diventare somari, presuntuosi e prepotenti. Viziare un figlio è prepargli la morte, dice la Bibbia. Un libro – questo sì – da portare (anche) sulla spiaggia“.
Condivido il succo di questo intervento, in particolare l’ultima frase che invita a conoscere meglio la Bibbia.
Voi ragazzi che pensate del valore della rinuncia?
Ne riparleremo a settembre. Comunque adesso chi può, se le goda queste vacanze; evitate però di costringere i vostri genitori a pagare qualcuno per farvi stare un po’ sui libri! Tirate fuori l’orgoglio e agite in modo intelligente. Soprattutto, cercate di essere dei bravi figli!

Amare è aver cura

L’adolescenza è l’eta delle prime cotte, dei primi innamoramenti, dell’euforia, della timidezza, delle delusioni, dell’inquietitudine.
A volte, forse troppe volte a giudicare dalle statistiche, è l’età in cui si bruciano le tappe e l’attrazione sessuale diventa un istinto non controllato.
L’amore è però qualcosa di più, richiede pazienza, rispetto, responsabilità.
L’amore è prendersi cura dell’altro, desiderare il suo bene, riconoscere l’unicità e l’esclusività dell’altro.
Ascoltate la canzone di Franco Battiato, “La cura”.

Vi invito anche a scoprire che la Bibbia ha usato espressioni molto belle per descrivere l’amore tra un uomo e una donna. Mi riferisco al libro che si chiama “Cantico dei Cantici”. Diverso tempo fa, la collega Monica nel blog “Idr per passione” accennava ad una puntata di “Tutti pazzi per amore”, serie tv trasmessa in inverno, in cui veniva letto un passo del Cantico dei Cantici. Vi propongo la scena, nella speranza che più che interessarvi alla fiction, vi venga la curiosità di scoprire che razza di libro sia il Cantico dei Cantici, e perchè un testo sacro come la Bibbia parli così dell’amore.
Chissà che non diventi oggetto di qualche lavoro nel prossimo anno scolastico.
A voi la scena.

A scuola da prof in erba


Alcune settimane fa i giornali ci davano notizia dell’aumento dei bocciati a scuola. Nella classe di mia figlia, oltre a ben quattro bocciati, quasi la metà degli alunni si ritrova con il giudizio sospeso. Tanto per farvi capire la situazione generale vi dò dei numeri, che ho trovato leggendo qua e là: il 28,6 per cento degli studenti della scuola superiore ha avuto il giudizio sospeso e il 13,6 non è stato ammesso. Facendo un po’ di somme, risulta che, grosso modo, 4 ragazzi su 10 hanno avuto problemi con la scuola.
La notizia che vi propongo ha però a che fare con la bella iniziativa dell”Istituto Professionale “Almerico da Schio” di Vicenza: tra luglio e agosto i ragazzi “rimandati” saranno seguiti, per i corsi di recupero, dagli allievi più brillanti, selezionati tra quelli più competenti, più disinvolti , più simpatici e autorevoli. Ne sono stati scelti quindici e ognuno di loro seguirà per una decina d’ore un paio di compagni con insufficienze lievi (i casi più gravi verranno seguiti dai docenti “ufficiali”).
Cosa avranno in cambio questi giovani prof? Saranno compensati con 50 euro da spendere in acquisto di libri, con dei crediti scolastici da far valere agli esami finali e con i libri di studio relativi alla materia insegnata.
Un dato su cui gli alunni maschi dovranno riflettere: i baby prof sono quasi tutte ragazze. Tra di loro, e questa è un’altra bella notizia, ci sono anche stranieri, come un’alunna ghanese che darà una mano per l’inglese e una cinese che aiuterà nella matematica.
In questo modo, la scuola “Almerico da Schio” ha affrontato e risolto un problema contingente, come la insufficienza dei fondi statali per i corsi di recupero, ma, nello stesso tempo ci dà un esempio di come si possono educare gli allievi alla responsabilità, alla solidarietà e alla convivenza interetnica.
Questa è la scuola che mi piace! Una scuola che non rinuncia ad educare e che cerca di risolvere problemi reali con fantasia e professionalità.

L’Amore è l’unica alternativa all’odio che distrugge

Quanto è lontana l’umanità dalla vera pace!!!
Le notizie di ogni giorno, tra lanci di missili, democrazia negata,uccisioni di mafia e di camorra (e non continuo per non intristirci!) non ci fanno ben sperare.
Vi riporto alcune parole pronunciate dal Papa durante l’Angelus di domenica 5 luglio:

“Cari fratelli, sta scritto nella Genesi che il sangue di Abele, ucciso dal fratello Caino, grida a Dio dalla terra (cfr 4,10). E purtroppo, oggi come ieri, questo grido non cessa, perché continua a scorrere sangue umano a causa della violenza, dell’ingiustizia e dell’odio. Quando impareranno gli uomini che la vita è sacra e appartiene a Dio solo? Quando comprenderanno che siamo tutti fratelli? Al grido per il sangue versato, che si eleva da tante parti della terra, Dio risponde con il sangue del suo Figlio, che ha donato la vita per noi. Cristo non ha risposto al male con il male, ma con il bene, con il suo amore infinito”.
“Se Dio ci ha amati così – dice l’evangelista Giovanni – anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri” (1Gv 4,11).
Per chi è cristiano non c’è alternativa all’amore verso Dio e i fratelli, a qualunque popolo, religione o cultura essi appartengano.
Soltanto l’Amore ci salverà.
Come dice anche Roul Follereau:
“(…) amare, amare…Allora una grande primavera sconvolgerà la terra e tutto in noi fiorirà”.

Fai gol nella vita, non usare le droghe

L’Assemblea Generale della Nazioni Unite nel 1987 ha stabilito che ogni 26 giugno si celebri la giornata internazionale contro il consumo e il traffico illecito di droga. “Fai gol nella vita, non usare le droghe” è il titolo della campagna informativa di quest’anno, che vede come testimonial campioni del calcio internazionale. Il messaggio che Maldini, Gattuso, Del Piero, Kakà ed altri affidano agli spot, è che nella vita si può vincere senza far uso di sostanze.
Vi propongo uno degli spot.

Il coraggio di…

Si può essere persone comuni e nello stesso tempo capaci di portare avanti con coraggio il sogno di bene che ciascuno di noi si porta dentro. Ha detto Gesù (Matteo 15,19-20) che la vera rivoluzione avviene nel cuore dell’uomo, e non in ciò che è esterno a lui. Se uno vuole sul serio cambiare il mondo in meglio, deve cambiare il proprio modo di vivere. Questo è possibile se, come hanno fatto i personaggi di questo video, impariamo a cambiare noi stessi, diventando più responsabili e coscienti.

I rappresentanti delle grandi religioni riuniti a Roma

Si è conclusa l’altro ieri la Conferenza che ha visto riuniti nella nostra capitale oltre cento rappresentanti delle principali religioni mondiali.
In attesa del G8 che riunirà all’Aquila i rappresentanti politici, i leader religiosi inviano ai potenti della Terra un documento, in cui invitano ad una maggiore attenzione alla dimensione spirituale per risolvere i problemi dell’Africa, del clima e della proliferazione nucleare, che vengono considerati tre grandi emergenze.
Per i leader religiosi presenti a Roma, il mondo è caratterizzato da una cultura materialista che si esprime nel culto del denaro, delle ricchezze, del consumo. “Il materialismo – dicono – rende le persone prigioniere del vuoto. La vita spirituale è la vera garanzia per un’autentica libertà”.
Di fronte alle molteplici questioni di carattere politico, economico, sociale ed ecologico. “c’è bisogno della sapienza spirituale di cui le grandi religioni sono depositarie, per orientare le culture e fondare eticamente le risposte alle sfide del mondo contemporaneo”.
Talvolta, ammette il documento, le religioni sono state tentate dalla spirale della violenza, “ma siamo convinti che le religioni possano guarire il cuore di tutti, parlando di Dio. Nel profondo di tutte le tradizioni religiose c’è un messaggio di pace. Parlare di Dio guida sulla via della pace”.
Certamente il compito delle religioni non è quello di dettare strategie per risolvere i problemi umani, ma qualcosa le religioni hanno da dire, soprattutto nel ricordare a tutti gli uomini, credenti o meno, che nel cuore di ognuno di noi c’è il sogno di costruire un mondo più giusto e più umano.Vi ricordo che si sono trovati insieme, a stilare questo documento comune, cattolici e induisti, ebrei e musulmani, scintoisti e buddisti

Dieci Parole


Nel libro dell’Esodo, Dio, dopo aver liberato il suo popolo dalla schiavitù d’Egitto, dona il Decalogo, la Legge che sigla l’Alleanza tra Dio e l’uomo. Si tratta di Dieci Parole che non vanno intese come un elenco di rigide norme da osservare alla lettera, ma piuttosto come un insieme di valori che Dio propone all’uomo. Valori che esprimono il senso autentico dei rapporti che l’uomo deve instaurare con Dio, con gli altri, con se stesso e con la natura, per vivere bene, per realizzarsi sia come uomo, sia come figlio di Dio.
Queste Dieci Parole sono importanti ancora oggi per la nostra società, in quanto riassumono tutto ciò che ci permette di vivere insieme: l’amore, il rispetto per la vita, la verità, la giustizia. I Comandamenti, in fondo, garantiscono i diritti della persona.
Eppure oggi, ai Comandamenti e a tutto ciò che ha a che fare con precetti di carattere religioso si guarda con sospetto, come se i valori religiosi non fossero anche umani, anzi, come se costituissero una minaccia alla laicità. Eppure i nostri ordinamenti sono pieni di precetti e valori che hanno un’origine religiosa. L’editoriale di Carlo Cardia, pubblicato su Avvenire di oggi, insiste sulla pericolosità di un certo pensiero che guarda come terribile sciagura la “contaminazione” tra religione e società. L’idea di una religiosità del tutto aliena dalla razionalità è assolutamente estranea al cristianesimo, che non vuole imporre nulla, ma che sul dibattito sui valori, proprio in ragione della laicità (che intendo come apertura e non chiusura), chiede di poter dire qualcosa.
Ovviamente i precetti religiosi non si possono imporre a livello civile, ma scelte e posizioni razionali non possono ignorare orientamenti ideali, religiosi ed etici.
Io non credo che la legge debba solo permettere che ciascuno si comporti come meglio crede, perchè se così fosse, non ci sarebbero ragioni per impedire nessun tipo di comportamento: io faccio una scelta, non intendo imporla a nessuno, quindi, tu Stato non me la devi impedire, ma devi garantire questa mia libertà.
Non potrebbe esserci il rischio che, adottando queste posizioni, la società si disgreghi?
Una libertà senza valori, che libertà sarebbe? non diventerebbe più simile all’arbitrio, all’egoismo?
E se con i valori dobbiamo confrontarci, chi deve decidere che su certi temi qualcuno possa esprimersi e qualcun altro no? L’editoriale di Cardia conclude dicendo: ” Un corretto rapporto tra religione, razionalità, diritto, si sviluppa se si discute apertamente, senza preclusioni, la sostanza dei problemi da affrontare e risolvere”. Queste parole le sento anche mie, perchè è soltanto con il coraggio del confronto che anche le società, come singolarmente ognuno di noi, possono crescere.

Crescere in umanità


Nell’intimo di ogni persona è presente la coscienza morale che è un giudizio della ragione che, al momento opportuno, ingiunge all’uomo di compiere il bene ed evitare il male. Grazie ad essa la persona umana percepisce la qualità morale di un atto da compiere o già compiuto, permettendole di assumerne la responsabilità. Quando ascolta la coscienza morale, l’uomo prudente può sentire la voce di Dio che gli parla. Ovviamente la coscienza deve essere informata, educata, guidata alla scoperta della verità.
Cari ragazzi, non perdete l’occasione di informarvi, di chiedervi il perchè delle cose, di ascoltare persone autorevoli e sinceramente desiderose del vostro bene. Pregate anche! Se si vive nella falsità, nella menzogna e nella superficialità, il giudizio sulla bontà o meno di una certa azione si fa più difficile. La crescita in umanità è un cammino certo difficile e pieno di ostacoli, ma meraviglioso, proprio per il traguardo. Non credo che il vostro obiettivo sia una vita dis-umana. Abbiate allora il coraggio di “non conformarvi alla mentalità di questo tempo” (Rm 12,2), ma di impegnarvi per un mondo più giusto, più vero, meno dis-umano.
Perchè le riflessioni sulla coscienza che abbiamo fatto in questi giorni rimangano ancora per un po’, ho inserito la tagcloud del brano della Gaudium et Spes (n. 16) analizzato in classe.