Da nemico a ospite

“La civiltà ha fatto un passo decisivo, forse il passo decisivo per eccellenza, il giorno in cui lo straniero, da nemico (hostis), è divenuto ospite (hospes). Il giorno in cui nello straniero si riconoscerà un ospite, allora qualcosa sarà mutato nel mondo”.
(Jean Daniélou teologo del secolo scorso, creato cardinale da Paolo VI)

Un padrone di casa veramente ospitale

Un giorno ci sarà presentato il conto per la luce del sole e lo stormire delle fronde, per la neve e per il vento, per l’erba e per l’acqua. Per l’aria che abbiamo respirato e lo sguardo alle stelle, le sere e le notti. Un giorno dovremo andar via e dovremo pagare. Il conto, per favore! E il padrone di casa dirà, ridendo: «Ho offerto io sino ai confini della terra. È stato un vero piacere!» (Klaus Berger, teologo dell’università di Heidelberg, nel suo libro Gesù, edito da Queriniana nel 2007)
Che ne dite di ringraziare questo padrone di casa così ospitale? Che ne dite, anche, di trattare un po’ meglio tutto quello che ci va donando ogni giorno, a partire dalla nostra stessa vita?

La scuola che ci aiuterà

E’ una scuola nuova che ci aiuterà, si fonda su una regola: la creatività. Musica, arte, cultura e bellezza sarà nel nostro slogan la nostra certezza.”

Questa è l’idea di scuola espressa nel video dei ragazzi dell’indirizzo musicale dell’Istituto Comprensivo Como Centro Città.
La scuola che io vorrei è una scuola viva, che risponda alle domande vere dei giovani, che non rinunci ad educare al senso di realtà, che troppo manca ai nostri ragazzi. Una scuola che dia saperi, ma anche sapori, che insegni cioè a gustare ciò che vale veramente, perchè  troppe sono le vite bruciate. Troppi i ragazzi che si perdono dietro all’alcol, alla droga, ad esperienze che lasciano vuoto ed amarezza. Anche la scuola può fare la sua parte, unita però ad una  comunità di adulti che non abdichi, per stanchezza e scoramento, al suo compito educativo.
E voi, qual è la scuola che vorreste?

Giovanirog, il sito dei padri Rogazionisti

Padre Claudio Marino, dei Padri Rogazionisti di Napoli, mi ha scritto segnalando il portale della pastorale rogazionista in Italia. Ma chi sono i padri Rogazionisti? Ecco quanto mi scrive padre Claudio.
I padri Rogazionisti, fondati da Sant’Annibale Maria Di Francia, apostoli della preghiera per le vocazioni, si impegnano a vivere come buoni operai della messe, adoperandosi per i piccoli e poveri. Sono presenti, ad esempio, sul territorio di Napoli con una casa famiglia, ove vengono accolti minori in difficoltà, con una mensa del povero, ove due volte a settimana, ospitiamo 70/100 amici senza fissa dimora, e ogni settimana ci adoperiamo per soccorrere famiglie disagiate e diseredati della società. Oltre a tutto questo, abbiamo a Napoli, un centro di orientamento vocazionale con una quindicina di giovani e adolescenti che si impegnano a fare un percorso di discernimento vocazionale nel nostro seminario“.
Padre Claudio ci invita a sostenere le loro attività attraverso la preghiera. A parte il sostegno economico che può essere offerto al Seminario dei Padri Rogazionisti di Napoli, padre Claudio propone l'”Adozione a distanza di un seminarista” annuale.
Per saperne di più, accedendo direttamente a Giovanirog, cliccate sull’immagine.

Vita da rifugiato

Il primo decennio del nuovo se­colo finisce con un triste prima­to. Sono infatti 44 milioni i rifugiati sparsi nel mon­do, un popolo composto per metà da donne e ra­gazze.E’come se tutta la popola­zione di nazioni di media grandez­za come Etiopia, Corea del Sud e Co­lombia decidesse di fuggire dai con­flitti e dalle persecuzioni del Sud del pianeta lasciando casa e affetti.
Era dalla metà degli anni 90 che il mondo non contava un numero co­sì alto di rifugiati e sfollati. Nel 2010, dei 43,7 milioni di persone costrette alla fuga, 15,4 mi­lioni sono rifugiati, 27,5 sono sfolla­ti interni a causa di conflitti e circa 850mila sono richiedenti asilo.
Ai rifugiati le Nazioni Unite dedicato la giornata del 20 giugno, affinchè non ci si dimentichi che quello dei rifugiati è un problema di tutti: accogliere chi scappa è un dovere internazionale di ogni Stato.
Vi lascio la storia di Laurita, 12 anni, profuga.
Laurita ha solo 12 anni e nella sua vita ha cambiato bene 12 case. Anzi, baracche. È nata a San Calixto, nella Sud della Colombia, in una casetta spaziosa, circondata da un campo dove i genitori coltivavano frutta e verdura. Un giorno, però, sono arrivati certi gruppi armati e con loro la violenza. I genitori di Laurita sono stati uccisi, anche lei ha rischiato la vita. I nonni, però, l’hanno portata via appena in tempo: i tre si sono trasferiti a Medellin, più a Nord: non c’erano case e hanno dovuto improvvisarsi una baracca con un po’ di legno e lamiera. Anche qui, però, sono arrivati i gruppi armati e hanno cominciato a girare di quartiere in quartiere.
Alla fine, hanno deciso di spostarsi nella capitale, a Bogotà ma anche qui sono durati poco: l’anno scorso hanno deciso di lasciare definitivamente il Paese e ora sono in Ecuador. Laurita è solo una dei 43,7 milioni di rifugiati sparsi per il mondo.
FONTE: Popotus del 21 giugno 2011

I Santi, testimoni credibili di una vita piena

Avreste mai pensato che il destino di ognuno di noi è quello di diventare santi? Ho detto santi, sì.
La santità non è un privilegio di pochi, ma è il compito di ogni uomo, non solo di ogni cristiano.
Ma cosa vuol dire diventare santo? Vuol dire vivere da figli di Dio, attraverso il cammino esigente della libertà. Perchè, vedete, la libertà non è fare ciò che mi piace, ma rispondere ad una chiamata all’Amore, che non è soltanto amare, ma diventare noi stessi Amore.
Compito arduo, ma non impossibile, perchè la Misericordia di Dio è così grande che rende possibile tutto, con il nostro piccolo, ma importante contributo.
I santi, quelli che ricordiamo ogni giorno, quelli scritti nel calendario, sono persone che la Chiesa vuole proporci come testimoni di un cammino di santità possibile. Ognuno di essi ci fa capire che si può essere santi in ogni dimensione della vita. Tra i santi infatti troviamo persone sposate, oppure impegnate nella vita civile, non solo preti o frati e suore.
Il cammino di santità è un cammino di realizzazione della persona, perchè farsi Amore è ciò che porta a perfezione la nostra umanità.
Proviamo a pensare ai santi come guide del nostro cammino su questa terra. Sentiamoli più vicini a noi.
Il video che vi propongo ci fa conoscere una santa di cento anni fa, Madre Giuseppa Rossello con un linguaggio nuovo, quello dello spot pubblicitario. Niente di dissacrante, ma il tentativo, riuscito, di farci sentire i santi più vicini a noi, e, soprattutto di farci cogliere la bellezza di una vita santa.
Cristo non toglie nulla alla nostra vita, ma gli dà un valore aggiunto. Vale la pena pensarci.

Sull’esistenza di Dio

Se dicessi che credo in Dio, direi troppo poco perchè gli voglio bene. E voler bene a uno è qualcosa di più che credere nella sua esistenza“.
don Lorenzo Milani

 
Se si trattasse solo di un Dio del quale fosse possibile parlare, anch’io non crederei; ma dato che si tratta di un Dio al quale si può parlare, per questa ragione io credo in lui“.
Martin Buber, filosofo ebreo austriaco