Le religioni cristiane e il bene della società civile

La scorsa settimana ho letto che gli atei di tutto il mondo hanno partecipato al più grande raduno per non credenti, che si è tenuto a Melbourne in Australia. Tra i temi affrontati, quello della fede, a loro giudizio sempre meno credibile, dell’oppressione che, in nome della religione, è esercitata su metà della popolazione mondiale, e delle interferenze religiose nei settori dell’istruzione e della politica. Non è mia intenzione entrare in nessuna polemica, anche perchè non faccio nessuna fatica a riconoscere che i credenti non hanno sempre dato (e non danno)  buon esempio e che molte volte si sono barricati dietro al loro credo per giustificare persecuzioni o atteggiamentidi intolleranza. Spero solo che chi si definisce ateo non finisca per cadere nelle stesse trappole.
Approfitto di questo spazio per proporvi, come pungolo alla riflessione, alcuni passi del commento di Perluigi Barrotta pubblicato sul Quotidiano Nazionale di sabato 13 marzo. Parlando delle tesi oggetto delle riflessioni proposte a questo meeting internazionale, l’autore dell’articolo si esprime così: “(…) Più interessante è la tesi che le religioni conducano all’intolleranza e al fanatismo. In un’epoca in cui in nome della religione vi sono persone che commettono attentati suicidi, è questa una tesi che merita molta attenzione . Purtroppo, tra gli atei vi è la tendenza a rendere omogenee esperienze religiose assai diverse. Anche nella religione cristiana vi sono stati nella storia momenti di fanatismo. Ma il precetto di amare il prossimo richiede che la conversione debba essere raggiunta con la persuasione e l’aiuto della grazia divina, non certo con la violenza. Inoltre, è un dato di fatto che le persone religiose hanno un ruolo preminente nelle associazioni filantropiche e nel volontariato. Il desiderio di aiutare gli altri non sembra certo essere un sintomo di fanatismo.

In realtà, vi sono molti studi che mostrano come la fede religiosa sia associata a virtù civiche da cui la società non può che trarre giovamento. Si tratta di virtù come essere temperanti e previdenti, osservare le regole, avere rispetto per gli altri e avere il desiderio di associarsi per aiutare il prossimo. Si tratta di virtù già esaminate nell’Ottocento da Tocqueville nei suoi studi della democrazia americana e che trovano oggi ulteriori conferme.
E’ questa un’epoca segnata da un diffuso scetticismo e dobbiamo con cura evitare di confondere gli atei con gli scettici. Al contrario, gli atei sono persone con ferme convinzioni. Non a caso rappresentano solo il 2,3 per cento della popolazione mondiale.
Le persone non religiose affermano in genere di essere agnostiche, cosa che in molti casi è solo un modo elegante per dire che il problema non li tocca affatto.
Da questo punto di vista i movimenti atei sono i benvenuti, perchè è proprio lo scetticismo ad essere pericoloso nelle società occidentali. Non a caso con l’ampliarsi degli atteggiamenti scettici è diminuita la diffusione delle virtù civiche già notate da Tocqueville, cosa di cui tutti noi oggi ci lamentiamo. Ciò non toglie che gli atei sbaglino nell’analisi. Le religioni cristiane non conducono affatto al fanatismo ed anzi oggi costituiscono un importante fattore di progresso civico”.
Vi propongo di leggere anche:
Cristianesimo e sviluppo

Hai una sensibilità ecologica?

Chi di noi non desidera un mondo più vivibile per tutti? Dell’onda nera del Po avrete sicuramente sentito parlare, ma quante “distrazioni” sono causa dei troppi “incidenti” ambientali!!!
Anche nel nostro piccolo, le “distrazioni” possono contribuire a sprechi che vanno a pesare sul precario equilibrio ambientale.
Per riflettere un po’ su ciò che possiamo fare  di buono per l’ambiente, vi propongo un sondaggio che ho trovato nella rivista   Messaggero dei ragazzi.
Cliccate sull’immagine.

Un’applicazione per creare cartoni animati

Ho trovato nel sito del maestro Roberto una simpatica applicazione per creare cartoons. Si tratta di Dvolver. Non occorre alcuna registrazione e si comincia con lo scegliere, tra le opzioni presenti, l’ambiente di svolgimento e il cielo di sottofondo. Potrete da subito apprezzare le varie animazioni presenti, che contribuiscono a rendere più gradevole l’animazione in flash. Poi si sceglie il tipo di interazione tra i personaggi che appariranno: se un solo personaggio o se due con quali movimenti in scena. Si passa quindi a scegliere i personaggi tra quelli proposti e si inseriscono le battute che gli stessi andranno a scambiarsi.
Si passa quindi all’inserimento di accompagnamenti musicali (ma si può anche scegliere di non attivare questa funzione) e si decide se aggiungere un’altra scena (ripetendo tutte le fasi già descritte) oppure se terminare il lavoro inserendo titolo ed autore e prelevando l’interfaccia più gradita per la presentazione.
Cliccando su Preview & Send Movie si visualizza l’anteprima e si riempiono dei campi con nome ed indirizzo mail di un destinatario dell’animazione, oltre alla propria casella di posta elettronica. L’invio del lavoro è indispensabile per far apparire il codice html da inserire nella vostra pagina web.

Vi lascio un video semplice semplice preparato da me. E’ o non è la sensazione che molti di voi provano a scuola?!!!

Tagul: generatore di tagcloud

Segnalato da maestro Alberto, vi propongo Tagul che è un generatore di tag cloud artistiche e interattive che ricorda da vicino Wordle, che già conoscete.

Per usare il servizio è necessario registrarsi gratuitamente.
Le nuvole di etichette possono essere create in vari modi: tramite il link ad una pagina web, o riportando un testo.
Si può scegliere la grafica e il font per le tag, gli effetti del layout, i colori delle scritte e dello sfondo, stabilire gli angoli di rotazione e orientamento. Le tag cloud possono essere salvate (fino a dieci per utente).
Ho provato a realizzare anch’io una tagcloud con questo servizio. Per l’occasione ho scelto il messaggio dei Vescovi italiani, in vista della scelta di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica nell’anno scolastico 2010-201.

Bella: un film per la vita

Leggo che il Movimento per la vita ha assegnato il Premio europeo per la vita “Madre Teresa di Calcutta” al film “Bella”. Questo film, campione di incassi negli Stati Uniti e vincitore del Premio del pubblico al Toronto Film Festival e del primo premio al Fiuggi Family Festival, non è stato ancora messo in programmazione nelle sale italiane, ma neanche nelle nostre reti televisive. Un film “oscurato”, che propone invece un messaggio positivo, perchè racconta con delicatezza come l’aborto non sia l’unica soluzione possibile per una gravidanza indesiderata.
La storia  ha per protagosti José, un promettente giocatore di calcio messicano, che per circostanze tragiche smette di giocare a calcio e si ritira a fare il cuoco nel ristorante del fratello adottivo e Nina,  impiegata nello stesso ristorante, che viene però licenziata perché non andava al lavoro a causa della gravidanza. Nina,  sola, senza alcun sostegno familiare e senza lavoro, è decisa ad interrompere la gravidanza. Allora José che non condivide la sua scelta, le resta accanto facendole sentire la sua presenza e il suo sostegno in tutto ciò che gli è possibile. Le loro giovani vite s’intrecciano in una serie di dialoghi intensi e stupendi flashback. Difficile non restare emotivamente coinvolti nel racconto, anche se non vengono mai pronunciate parole come: Dio, aborto, difesa della vita ecc., ma inquadrature, sguardi e silenzi dicono molto di più.

La scienza, la fede, un film

Forse non lo sapete, ma il più grande elogio della scienza lo si trova nella Bibbia.
Nel libro dei Proverbi leggiamo: “Accettate la mia istruzione e non l’argento, la scienza anziché l’oro fino, perché la sapienza vale più delle perle e quanto si può desiderare non l’eguaglia“(Prv8, 10-11). Nel libro della Sapienza si dice che “suo principio più autentico è il desiderio di istruzione, l’anelito per l’istruzione è amore” (Sap 6,17).
Continuo a ritenere che il sapere scientifico amplia le nostre conoscenze, ci aiuta a comprendere il mondo e noi stessi, ma non può pretendere di esaurire la ricerca del senso che l’uomo cerca di dare alla propria vita. Immanuel Kant, un grande filosofo, che ha riconosciuto un ruolo importante alla ragione umana, diceva che senza l’intuizione e la fede in Dio la vita dell’uomo perde senso, diviene piatta e statica.
C’è un sapere che va oltre quello scientifico, capace di concepire e realizzare cose immateriali, come la bellezza, l’armonia, l’amore per gli altri. La fede non è un’illusione. D’altra parte, un atteggiamento di fede è alla base di tante scoperte scientifiche che non ci sarebbero state se non si fosse andati dietro ad un ‘idea, ad un’ intuizione. Perchè allora escludere Dio a priori? Non è ragionevole, e, oserei dire, anche poco scientifico, perchè mortificherebbe quell’anelito alla conoscenza che ci contraddistingue come esseri umani. Questo non toglie il grandissimo rispetto che ho per chi non crede. In fondo, credenti e non, lottiamo, come dice l’arcivesco e teologo Bruno Forte, con Dio, perchè ci interroghiamo sul nostro destino, sul senso della nostra vita. E come pellegrini possiamo giungere ad approdi diversi perchè diamo risposte diverse, ma il dato di fatto è che tutti siamo in cammino, mendicanti del cielo, di una felicità e di una pace che qui non troviamo.
Vi propongo alcune scene tratte dal film Contact, che sto proponendo alle classi terze per la  riflessione sul rapporto tra la fede e la scienza. Purtroppo le ho trovate solo in inglese, ma provo a riassumerle: nella prima scena Ellie sta discutendo con Palmer sulla fede, arrivando a sostenere che l’idea di Dio sia molto improbabile da un punto di vista scientifico. Palmer ribatte chiedendole se lei voleva bene a suo padre e di dimostrarlo. Nell’ultima scena Ellie dichiara che l’impossibilità di dimostrare l’esperienza vissuta (il viaggio e il contatto con gli extraterrestri), non esclude che questa sia stata assolutamente reale, vera, per ciò che umanamente le è dato di conoscere e di comprendere, in quanto l’ha cambiata profondamente. Palmer, di fronte alla folla che sta attendendo Ellie sostiene che la scienza e la fede sono strade diverse, ma che entrambe hanno lo stesso fine: la ricerca della verità.

Come la trama di un tappeto. Riflessioni sulla discriminazione dei cristiani nel mondo.

I cristiani ancora oggi sono oggetto di persecuzione. Non se ne parla molto, ma purtroppo è così. La libertà religiosa, d’altra parte, è negata in diversi paesi del mondo.
Non voglio però soffermarmi su dati che evidenziano questo triste fenomeno, seguito con una certa indifferenza e poca sensibilità da parte dell’opinione pubblica.
Voglio invece citarvi l’intervento al Convegno organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio di Mohammad Sammak, consigliere politico del Gran Muftì del Libano, che ha utilizzato una metafora tutta araba per sostenere l’importanza della presenza cristiana in un Medio Oriente. «Il Medio Oriente è come un tappeto intessuto di culture e religioni. Se dalla trama si tolgono i fili cristiani, si danneggia tutta la tessitura. Bisogna perciò affrontare l’esodo di questi cristiani che sono venuti prima dell’islam e sono parte integrante delle società».
Questa immagine della trama di tappeto mi è piaciuta: fili di colore diverso, che pur rimanendo distinti, nell’intreccio con gli altri creano il disegno. Il tappeto si sfilaccia se cede anche un solo filo. 
La convivenza tra religioni e culture diverse è il tessuto che rende possibile il benessere collettivo. E’ l’ignoranza che spinge alla caccia del diverso, a volere un mondo monocorde. A questa si aggiunge troppe volte l’arroganza, figlia anch’essa dell’ignoranza, che porta qualcuno a farsi arbitrariamente giudice delle altrui credenze.
Concludo con una poesia di David Maria Turoldo, sacerdote e poeta, che invita alla collaborazione tra uomini e donne di fede diversa per costruire un mondo migliore. La speranza si nutre nel camminare insieme, nell’essere fili dello stesso tappeto.

“Anima mia, canta e cammina.
E anche tu, o fedele di chi sa
quale fede; o pure tu, uomo
di nessuna fede; camminiamo
insieme! E l’arida valle si
metterà a fiorire. Qualcuno –
Colui che tutti cerchiamo –
ci camminerà accanto”.

Costruire storytelling

Maestro Alberto (lo trovate tra i link segnalati nel blog) suggerisce di andare al sito di StoryJumper, per creare  storytelling. Si tratta di un servizio dedicato ai genitori e agli insegnanti, ma che potrebbe essere utilizzato anche da voi che siete grandi (mi raccomando, sempre con la supervisione dei genitori). Il tutto è possibile attraverso un semplice editor visuale con cui inserire colorati elementi grafici, scenari, foto e scritte in una timeline composta da sedici pagine. Si può scegliere un’ ambientazione già pronta o realizzare un libro del tutto nuovo. Una volta conclusa la storia si può procedere al salvataggio. Per fare ciò bisogna registrarsi gratuitamente.