La spiritualità dell’ateo

Agnostici e atei non credono in Dio, non si sentono coinvolti da questa presenza perché non la sentono reale, ma sono consapevoli che invece le religioni che professano Dio fanno parte della storia umana, della società, del mondo. Come essi non trovano ragioni per credere, altri invece le trovano e sono felici; gli uni pensano che questo mondo basti loro, gli altri sono soddisfatti di avere la fede. Ma proprio questo fa dire che l’umanità è una, che di essa fanno parte religione e irreligione e che, comunque, in essa è possibile, per credenti e non credenti, la via della spiritualità. Spiritualità intesa non in senso stretto religioso, ma come vita interiore profonda, come fedeltà-impegno nelle vicende umane, come ricerca di un vero servizio agli altri attenta alla dimensione estetica e alla creazione di bellezza nei rapporti umani. Spiritualità soprattutto come antidoto al nichilismo che è lo scivolo verso la barbarie: nichilismo che credenti e non credenti dovrebbero temere maggiormente nella sua forza di negazione di ogni progetto, di ogni principio etico, di ogni ideologia“.
Enzo Bianchi, priore di Bose

Dio mi ha disegnato senza braccia. E io ballo per lui

Essere felici, nonostante tutto: la storia di Simona Aztori, da un articolo di Lucia Bellaspiga.

La guardi parlare, sprofondata tra i cuscini del divano, e tuo malgrado ti trovi a fissare le sue braccia (o sono gambe?), il gesticolare delle mani affusolate (o sono i piedi?), l’agile movimento delle dita mentre sfoglia le pagine del suo libro e trova la pagina che cercava: «Ecco qui. È il punto in cui racconto che il 18 giugno del 1974 vengo al mondo e i miei si tengono per mano mentre decidono non di “accettarmi” ma di accogliermi con gioia infinita: sapersi amati fa assolutamente la differenza». Simona Atzori ha ormai calcato i palcoscenici del mondo, è volata sulle punte con l’étoile della Scala al “Roberto Bolle and Friends”, è stata Ambasciatrice della danza nel Giubileo del 2000, ha aperto le Paraolimpiadi invernali del 2006 e oggi porta in giro per l’Italia “Me”, il primo spettacolo realizzato interamente da lei, insieme alla sua compagnia “Simonarte Dance Company” e ai ballerini della Scala di Milano. Ma per molti resta prima di tutto “la danzatrice nata senza braccia”. «Sono rimaste in cielo», annuisce serena. Intorno a lei, ballerina e pittrice, i grandi quadri accatastati al suolo, pronti a partire per la prossima mostra.
Parla rilassata, a “braccia” conserte, le “mani” sul grembo, poi le scioglie e le poggia a terra, dove diventano magicamente i suoi piedi. Di nuovo solleva un piede, lo porta alla testa e con eleganza sinuosa si ravvia i lunghi capelli ricci…
Simona, sono più le tue braccia o le tue gambe? Come le senti?
Domanda interessante (ride), non ci avevo mai pensato. Credo che per la maggior parte del tempo siano braccia. Sono vissuta qualche anno in Canada, dove mi sono laureata, e lì mi dicevano che ero proprio un’italiana da quanto gesticolavo. La sintesi perfetta avviene quando guido, un piede su freno o acceleratore, l’altra “mano” sul volante.
Come reagirono i tuoi genitori, Tonina e Vitalino, alla tua nascita?
Allora non c’era l’ecografia, fui una bella sorpresa, non c’è che dire. I primi due parti per mia mamma erano andati male, per questo mia sorella, la sua terza gravidanza, è stata chiamata Gioia. Poi sono arrivata io e mia madre aveva il terrore di perdere anche me. Quando si è svegliata dal cesareo e ha visto i volti cupi degli infermieri, che non le lasciavano vedere la sua bambina, è stata malissimo. Poi ha saputo che invece ero sana e salva, soltanto mi mancavano le braccia. Mamma e papà si sono abbracciati e hanno subito deciso il da farsi: mi avrebbero insegnato a prendere il ciuccio con i piedini. Già prima che io nascessi, mia madre sognava per me che io diventassi ballerina, mi aveva dentro e già immaginava di vedermi volare sul palcoscenico: il suo primo pensiero è stato la chiave della nostra vita, la sua positività ha dato a tutti noi il segreto della felicità..
L’essere ballerina, e quindi snodata, ti ha aiutato a vivere?
La danza mi ha anche aiutata dal punto di vista fisico, è vero, ma non l’ho scelta io, è lei che ha scelto me, così come la pittura, ed entrambe le arti mi permettono di esprimere tutto il mio mondo interiore.
Ora però con “Cosa ti manca per essere felice?” sei anche scrittrice.
Il titolo del libro è la domanda che faccio sempre agli altri. A me non è mancato nulla, nella mia vita non ho avuto scuse né alibi, allora alle persone vorrei dire di non arrendersi alle prime apparenti difficoltà, di non scoraggiarsi mai perché, anche se ti manca qualcosa, puoi comunque essere felice. Di fronte alla foto di copertina, spesso la gente non si accorge che non ci sono le braccia e questo significa una cosa importante: nella vita bisogna guardare quello che c’è, non lamentarsi per ciò che non abbiamo. Qualcosa, tanto, manca a tutti, anche a chi ha braccia e gambe in regola: l’esteriorità si nota prima, ma se il vuoto è interiore il dolore è più straziante, più limitante di due arti rimasti in cielo.
Qual è il tuo messaggio?
La vita è un dono straordinario e non va sprecata. Io tengo incontri motivazionali in aziende, banche e scuole e sempre cito Papa Giovanni Paolo II: «Prendete la vita nelle vostre mani e fatene un capolavoro». È una verità assolutamente concreta: quando hai un dono sei felice, prima di tutto, e poi vuoi adornarlo, farlo più bello, e questo cerco di fare anch’io. Quando narro la mia storia sembra che racconti una favola, e in effetti è la “mia” favola, è proprio uno spettacolo di vita. Ognuno di noi può fare questo, basta crederci, purché non a metà, crederci veramente. Non è facile, ma nulla è facile nella vita.
Qual è il tuo rapporto con il Creatore?
Ringrazio il Signore non per la vita in generale, ma per avermi disegnata esattamente così. Il mio grazie quotidiano è cercare di rendere questa mia vita un capolavoro, come lui ha voluto che fosse.
Hai anche l’amore… Come lo hai riconosciuto in Andrea, il tuo fidanzato, istruttore di volo?
L’amore è soprattutto l’uomo che gioisce dei tuoi successi e li condivide. Due strade parallele ma una crescita insieme.
Perché non viene da dire che sei una disabile? Perché ti si conosce e si pensa “che fortuna ha avuto a nascere così”?
Perché è vero. Che cosa significa disabile? Chi lo è e chi no? E colui che è sano, fino a quando lo sarà? Non è questo che conta, non certo due braccia o due occhi, e spesso proprio nella caduta si scopre il senso della vita, come testimoniava Ambrogio Fogar e come racconta Mario Melazzini, il medico malato di Sla. Per molti questo è incomprensibile, perché guardano l’avere e il fare anziché l’essere.
Potessi chiedere al Signore le tue braccia, lo faresti?
In Kenya ho danzato per carcerati, malati di Aids e bambini di strada e mi hanno fatto la stessa domanda. Ti rispondo come a loro: se fossi nata con le braccia, tu ora non staresti parlando con me, ma con un’altra persona. E io amo Simona.

Il Vangelo e le "cose" buone per vivere

«Siamo complicati nella lettura degli avvenimen­ti, ma le cose che interes­sano all’uomo sono quel­le essenziali. Il Vangelo è il Vangelo, predicarlo di questi tempi significa ti­rare fuori qualcosa che ha senso oggi. Il Vangelo non parla di internet ma dell’uomo, della sua spe­ranza, delle sue paure e angosce, della sua capa­cità d’amare o di fare sol­di. I primi cristiani ascol­tavano l’esperienza di Gesù nei momenti di cul­to e mettevano in gioco la loro vita. La gente va in chiesa la domenica, ma deve sentire una predica­zione che possa interes­sare durante la settima­na, non semplicemente mentre si ascolta la mes­sa; uno non deve uscire dicendo: ‘Bene, ho fatto il mio dovere’, ma ‘Ho a­scoltato delle cose e le tengo buone per vivere, per giudicare e fare delle scelte’. Questo è il Van­gelo, se invece parli di qualcos’altro non resta niente».
Don Bruno Maggioni, biblista (in Avvenire del 3 febbraio 2012)

La neve e la nostra fragilità

La settimana si è conclusa senza ritornare a scuola. Evviva! direte voi, ma pensate ai disagi creati da questa ondata polare.

Vi lascio una parte della riflessione di Mons. Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro (cliccando qui potete leggere il testo integrale) e alcune immagini di questi giorni.

«Questa società piena di volontà di benessere, piena di volontà di possesso – con l’inevitabile conseguenza di tanta, di troppa violenza – questa società in cui tutto è così prevedibile e previsto, ricondotto a criteri di carattere scientifico e a manipolazioni di carattere tecnologico, questa società è stata schiaffeggiata da un evento che non sa dominare, che non può dominare. Che l’ha messa in ginocchio, come dice la stampa. L’Italia è stata messa in ginocchio.
C’è uno spazio di imponderabilità, di impossibilità di ridurre gli eventi che accadono alla propria capacità di comprensione e alla capacità di manipolazione. E questo è un primo dato su cui occorre riflettere.
Ma su questo primo dato, mi chiedo: è così irragionevole pensare che aldilà di questi eventi venga fatto a ciascuno di noi un singolare appello? Cioè, è così irragionevole che questa – nella sua terribilità – sia la voce di un dialogo che il Mistero di Dio intende riaprire con il cuore di ciascuno di noi? Perché aldilà di questo evento c’è evidentemente la presenza di un soggetto, di una realtà che è irriducibile a noi, ed è non manipolabile da noi. La vita, la storia, la società, il cosmo non sono assolutamente e totalmente a disposizione dell’uomo. Dentro gli eventi che dominano, noi possiamo sentire come una Presenza, una Presenza grazie alla quale è disponibile la vita la storia, la natura, il cosmo. E’ come se il Mistero di Dio – perché bisogna chiamare le cose con il loro nome – ci chiedesse di misurarci con questa sua presenza misteriosa, eccedente le nostre misure ma inesorabile.
E’ necessario che di fronte a questi eventi ci chiediamo con tanta umiltà ma con tanto realismo: chi siamo? Qual è il senso della nostra vita? Qual è l’origine, il fine del nostro cammino? Qual è il senso di tanta fatica e di tante difficoltà che investono la nostra esistenza e la segnano profondamente come la stanno segnando per migliaia e migliaia di persone in questi tempi?
Occorre riprendere la coscienza del proprio essere, strutturalmente in dialogo con l’Altro. Riprendere coscienza che tutto non si chiude nel breve spazio del nostro cuore, o della nostra intelligenza o della nostra volontà. Ma che il nostro io è aperto verso un Mistero che qualche volta si fa presente in modo così radicalmente imprevedibile».

Ancora sull’adolescenza e sugli adulti

Leggevo qualche giorno fa un articolo di Avvenire ( 01/02/2012) che parlava di adolescenza.
Gli stati di animo dei giovani di oggi, si diceva, non differiscono di molto da quelli di epoche pas­sate. Perfino nella Bibbia si trovano interessanti profili di adole­scenti la cui esistenza mostra le inquietudini di quest’età. Episo­di toccanti sono quelli di Isacco, di Giuseppe, dei fratelli Maccabei e di Gesù stesso. San Luca riferi­sce la preoccupazione di Maria e Giuseppe seguita dal ritrova­mento del figlio adolescente, che a loro insaputa discuteva con i dottori nel Tempio di Gerusa­lemme.
I giovani, continuava l’articolo, se sono ben guidati a scelte di vera responsabilità e libertà, diventano a loro volta guida e testimonianza per tanti, non solo per i coetanei. Emblematiche infatti le vite di non po­chi santi adolescenti, da Tarcisio a Domenico Savio, ai recenti ser­vi di Dio Silvio Dissegna e Maria Orsola Bussone.
Credo che la società di oggi non aiuti chi sente l’educazione come un compito e una missione: la severità è intesa come violenza, il richiamo alla responsabilità come un’ingerenza sulla libertà altrui… insomma, non è facile essere educatori credibili, quando sono gli stessi adulti a puntare il dito contro chi ai giovani chiede di più. Eppure i giovani questo ci chiedono: di essere esigenti ma giusti e di non far loro sconti. Se non li sogniamo come persone credibili, affidabili, generose, libere dai falsi idoli e dalle false certezze, come potranno immaginare loro stessi?

La 2^E su Gianna Beretta Molla

Incomincio con la 2^E la pubblicazione dei lavori sui santi realizzati dagli alunni. Questa classe ha svolto la sua ricerca su Gianna Beretta Molla.
Ecco le immagini dei lavori realizzati dagli alunni.

Vi invito a ritrovare le parole nel gioco che si aprirà cliccando qui.  
Per comprendere il senso delle parole trovate, vi invito a leggere il profilo biografo di Gianna cliccando qui.

Giornata per la vita 2012

Educare i giovani a cercare la vera giovinezza, a compierne i desideri, i sogni, le esigenze in modo profondo, è una sfida oggi centrale. Se non si educano i giovani al senso e dunque al rispetto e alla valorizzazione della vita, si finisce per impoverire l’esistenza di tutti, si espone alla deriva la convivenza sociale e si facilita l’emar­ginazione di chi fa più fatica. L’aborto e l’euta­nasia sono le conseguenze estreme e tremende di una mentalità che, svilendo la vita, finisce per farli apparire come il male minore: la vita è bene non negoziabile perché qualsiasi compro­messo apre la strada alla prevaricazione“.
(Dal Messaggio Cei per la Giornata per la vita 2012)

Da Avvenire del 2 febbraio 2012 (Inserto “E’ Vita”)

Risorse per creare grafici e diagrammi

Maestro Roberto segnala nel suo blog interessanti risorse per creare grafici e diagrammi.

Ve ne riporto alcune (cliccando qui, potete vedere l’elenco completo riportato da Roberto).
Rich Chart Live  Un ottimo sito per creare grafici animati in Flash, incorporabili in un sito web.
Lucid Chart – Un bel sito per creare una gran varietà di grafici e diagrammi. Inoltre, è un sito molto semplice da usare grazie alla modalità drag-n-drop. 
Diagramly  Un sito originale per la creazione di diagrammi, diagrammi di flusso, molto simile a Lucid Chart.

Vangelo quiz

Volete misurare le vostre conoscenze sul Vangelo?
Vangelo quiz è un un programma per Windows, ma anche per smartphone, tablet e dispositivi con sistema operativo Android, che aiuta a conoscere il Vangelo attraverso una serie di domande a scelta multipla. Domande e risposte si basano sull’edizione del Vangelo della CEI.
Cliccando sull’immagine accederete al sito (Elefant Software) che rende disponibile questo programma. Una volta scaricato e installato nel computer potrete cimentarvi nel rispondere alle domande proposte.